Elisabetta d’Austria (Sissi)
La storia vera dell’imperatrice d’Austria e regina d’Ungheria, Elisabetta di Wittelsbach, è molto diversa da quella della principessa Sissi che abbiamo conosciuto nei film interpretati da Romy Schneider: “La principessa Sissi”(1955) “Sissi la giovane imperatrice” (1956) e “Il destino di una imperatrice” (1957).
Nata la vigilia di Natale del 1837, Elisabetta era una Wittelsbach, terzogenita di Massimiliano e Ludovica, duchi di Baviera, che ebbero in tutto sette figli.
Il padre, Massimiliano, era un tipo molto originale, di idee liberali. Ai figli preferiva insegnare l’amore per la natura, per i cavalli, per le passeggiate in montagna e per gli animali, piuttosto che le genealogie della casata imperiale.
Elisabetta, chiamata familiarmente Sissi, non era destinata a sposarsi con membri importanti delle altre case reali, per fini dinastici, come la sorella maggiore Elena, detta Nene, e dunque la futura imperatrice d’Austria crebbe, sin da piccola, in mezzo alla natura, sviluppando una grande passione per lo sport, non proprio usuale per una dama del suo tempo e del suo rango.
Più che di sport in realtà dovremmo parlare di semplice movimento fisico, come passeggiare, nuotare, galoppare ecc. Per fare un esempio infatti, Sissi non amava giocare a tennis, perché la necessità di dover trovare un compagno di gioco per poter fare esercizio fisico la faceva sentire in ansia. Per lei l’attività fisica era anzitutto bisogno di libertà.
Si muoveva infatti moltissimo, con grande energia, e questa passione durò per tutta la sua vita. Quando l’artrite le impedì di cavalcare, cominciò a fare lunghe passeggiate nei boschi: in una occasione percorse 30 km impiegando solo sette ore. A sessanta anni, poco prima di morire, imparò ad andare in bicicletta.
Non uguale amore nutriva per la cultura, anche se le piaceva scrivere poesie ed apprezzava particolarmente Omero.
Nel 1853, quando Elisabetta aveva sedici anni, accompagnò sua madre e la sorella Elena a Bad Ischl, dove dovevano incontrare il cugino, l’imperatore Franz Josef, di 23 anni, che cercava moglie. Elena era la sposa designata e, in effetti, Franz Josef non avrebbe dovuto neanche incontrare Elisabetta, ma questo avvenne casualmente e, quando la vide, se ne innamorò subito.
Otto mesi dopo questo fatidico incontro, il 24 aprile 1854, Elisabetta e Francesco Giuseppe (come lo conosciamo in Italia) si sposarono nella chiesa di Sant’Agostino a Vienna, con festeggiamenti della durata di una settimana.
Sissi era una delle principesse più belle d’Europa. I suoi capelli, di cui andava orgogliosa, le arrivavano fino al pavimento : la loro cura la occupava circa tre ore al giorno. Ma Sissi non curava solo i capelli, si prendeva maniacalmente cura del corpo e della sua linea.
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In particolare voleva mantenere il suo peso corporeo a 50 kg (era alta 1 metro e 72 cm) ed avere un punto vita di 47 centimetri. Per raggiungere questo scopo si imponeva delle diete rigidissime e del movimento continuo. Nessuno a quell’epoca poteva dirle che soffriva di anoressia, ma era così.
Per non perdere la linea non avrebbe voluto nemmeno fare figli, ed invece ne ebbe quattro, perlopiù affidati alle cure della suocera: Sofia, che morì a due anni, Gisella, Rodolfo e Valeria, la figlia prediletta, l’unica amata da Sissi e considerata come una figlia unica.
Le gravidanze e le successive diete per riacquistare il peso-forma (secondo i suoi standard), aumentarono la sua irritabilità e le provocarono insonnia. Seguiva anche delle diete naturali da lei stessa inventate, come la carne cruda, il sangue di bue crudo, moltissimo latte.
Nonostante i lunghi preparativi e insegnamenti che Elisabetta aveva ricevuto per la sua nuova vita come Imperatrice d’Austria, nulla poteva prepararla alla rigidità della corte, né ai critici giudizi della suocera, l’arciduchessa Sofia (sorella di Ludovica e zia di Elisabetta), che avrebbe voluto Nene come nuora.
Anche l’aristocrazia viennese si prendeva gioco di lei e dei suoi comportamenti, ritenuti assolutamente fuori luogo nell’ingessatissimo ambiente di corte. La chiamavano la “duchessa con gli zoccoli”.
Tutto questo portò Sofia ad essere molto rigida con quella che considerava una nuora infantile e maleducata e questo inasprì ulteriormente l’etichetta di corte, fino al punto che Sissi cominciò a sentirsi in gabbia.
Per questo cominciò a viaggiare, ogni volta sempre più lontano dall’Austria, alla ricerca di qualsiasi forma di fuga: Possenhofen, la casa della sua infanzia, Madeira, Corfu, furono tutti luoghi in cui Sissi cercava di riguadagnare parte dell’indipendenza perduta dei suoi anni più giovani.
Per non rinunciare al latte fresco, durante i suoi viaggi si portava dietro le mucche e le capre. Beveva anche il Kéfir, una bibita dovuta alla fermentazione di alcuni batteri nel latte: era molto conosciuta in Russia ma non ancora nel Centro Europa.
Tornata a Vienna, con grande rabbia e stupore da parte della arciduchessa Sofia, Sissi cominciò ad appassionarsi alla causa del popolo ungherese.
L’Ungheria era la spina nel fianco dell’Impero e i rivoluzionari magiari erano visti come il fumo negli occhi da Francesco Giuseppe e dalla madre Sofia. Niente di meglio per Elisabetta, per conquistarsi un suo ruolo pubblico di rilievo.
Si interessò tanto alla causa che riuscì a portare a termine un trattato e ad essere incoronata, insieme al marito, l’8 giugno 1867, regina d’Ungheria. Di questo paese amava la letteratura, la musica, la gente. Anche la sua ultima figlia era nata in questo paese e per questo la chiamava ‘la figlia ungherese’.
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Il popolo magiaro era entusiasta della sua regina, cui dedicò innumerevoli strade, piazze e statue, ma poco dopo, raggiunto lo scopo che si era prefisso, l’interesse di Sissi per questa causa svanì
Anche come madre e come suocera, Sissi non ebbe il massimo delle soddisfazioni. Suo figlio Rodolfo, l’erede al trono, si sposò con Stefania, principessa del Belgio (chiamata da Sissi ‘la insignificante bifolca’).
L’inizio del matrimonio fu felice, nacque una figlia, Elisabetta, ma poi si deteriorò. Rodolfo chiese l’annullamento del matrimonio al Papa, ma non lo ottenne e per questo cominciò ad odiare il padre, cattolico osservante, che aveva firmato un concordato con la Chiesa, cui veniva riconosciuta l’autorità dei tribunali ecclesiastici.
Stefania si innamorò di un conte polacco e Rodolfo, malato di nervi, con la sifilide, cominciò a combattere la depressione con dosi sempre più forti di morfina. Fragile e infelice, fu trovato morto il 30 gennaio 1889, insieme alla sua giovane amante, Maria Vetsera, nel castello di Mayerling.
Si parlò di un doppio suicidio. Questa morte, dalla quale Sissi non si riprese mai più, rappresentava non solo il fallimento della vita privata della famiglia imperiale, ma anche un grave problema sotto l’aspetto dinastico. Non essendoci altri figli maschi infatti, il trono avrebbe dovuto passare al fratello di Francesco Giuseppe, Carlo Lodovico, che però morì per la febbre tifoidea, contratta durante un pellegrinaggio in terra santa.
(Per la cronaca, erede al trono fu Francesco Ferdinando, uomo che odiava ungheresi, ebrei e italiani. Nel 1914 Francesco Ferdinando venne assassinato assieme alla moglie a Sarajevo, in Serbia. Questo episodio spinse l’Austria a dichiarare guerra alla Serbia, in difesa della quale si fece avanti la Russia e così si scatenò la prima guerra mondiale. Ma questo accadde molti anni dopo la morte di Sissi…).
Tornando a Sissi, nel 1870 decise di ritirarsi a vita privata, lasciando il marito tra le braccia della sua storica amante, l’attrice Katharina Schratt, e lei tornò a viaggiare in Europa,di solito sotto il nome di “Contessa Hohenembs”.
Fu così che un giorno, sulle rive del lago di Ginevra, durante uno dei suoi viaggi, trovò la morte, per mano di Luigi Luccheni, un anarchico italiano che aveva scoperto la visita di Elisabetta a Ginevra tramite un giornale. Era il 10 Settembre 1898 e Sissi aveva 60 anni.
Luccheni uccise l’Imperatrice con un punteruolo. La ferita era inizialmente così piccola che il sangue fuoriusciva molto lentamente. Elisabetta non si rese subito conto dell’entità della ferita, ma poi crollò sulla barca e poco dopo morì.
Luccheni non aveva una vera ragione per uccidere Sissi: lui voleva in realtà uccidere il Principe di Orleans, che però non era a Ginevra, quindi Sissi si era semplicemente trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. (Luccheni fu condannato all’ergastolo e, durante questo, si suicidò).
Molti dissero che Sissi era stata una pazza. Quasi sicuramente non lo era: semplicemente era una ragazza troppo giovane e impreparata per il ruolo che si era trovata a sostenere.
Il suo corpo riposa nella cripta imperiale di Vienna, la Kaisergruft, e la sua tomba è solitamente ricoperta di fiori. Sulla sua vita sono stati scritti libri, musical e film, il più famoso dei quali fu interpretato dall’attrice Romy Schneider nel ruolo della protagonista.
Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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