Eiaculazione precoce: luci e ombre
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Ci sono delle novità nel mio articolo pubblicato lo scorso anno sul Journal Clinical Endocrinology and Metabolism (la più importante rivista clinica di endocrinologia). Mentre si sapeva da tanto tempo che le disfunzioni tiroidee alterano il comportamento sessuale femminile, come pure il tono dell’umore e la sfera degli affetti, ciò non era noto nei maschi.
Questo studio multicentrico compiuto in sinergia tra il mio Corso di Sessuologia Medica dell’Università dell’Aquila e le cattedre di Modena (Prof. Carani), Roma (Prof. Lenzi) e Firenze (Prof. Maggi) dimostra che i maschi ipertiroidei sono eiaculatori precoci mentre gli ipotiroidei soffrono di desiderio sessuale ipoattivo, impotenza e eiaculazione ritardata. Ipotizziamo quindi che la tiroide influenzi direttamente i centri cerebrali che controllano la sessualità, come fa d’altra parte con moltissime altre funzioni psichiche. La buona notizia è che nella maggiorana dei casi è sufficiente rimettere la tiroide a posto perché anche la disfunzione sessuale guarisca, il più delle volte senza necessità di ulteriori farmaci o trattamenti. Il dato più interessante riguarda sicuramente l’eiaculazione precoce, presente nel 50% degli ipertiroidei.
È il disturbo sessuale più frequente nel maschio: oltre il 20% della popolazione italiana normale (dati dello studio GSSAB del 2005) ne soffre e solo pochissimi si rivolgono al sessuologo medico. Ciò per molti motivi, prevalentemente culturali: è ritenuto un disturbo psicologico o relazionale, con ben poche possibilità di soluzione medica. Alcuni anni fa avevamo dimostrato che in molti eiaculatori precoci ci sono infezioni o infiammazione prostatiche silenti alla base del disturbo. Ora dimostriamo che possono anche esserci alterazioni ormonali, facilmente curabili se riconosciute. Si apre quindi un nuovo capitolo della sessuologia medica, della possibilità cioè di curare le sofferenze sessuali della coppia sia con gli strumenti della medicina che con quelli della sessuologia. Il sintomo eiaculazione precoce il più frequente sintomo sessuale (può arrivare a colpire oltre il 20% della popolazione maschile) ha diverse definizioni. Alcune sono semplicemente cronologiche: è, per alcuni, l’eiaculazione che avviene entro trenta secondi dalla penetrazione, per altri, entro due minuti, per altri ancora nell’arco delle prime dieci spinte pelviche.
C’è ora un più corretto, e moderno, criterio per stabilire se un uomo ha questo sintomo: si fa diagnosi di eiaculazione precoce quando è assente o carente il controllo volontario del riflesso eiaculatorio, indipendentemente dalla capacità orgasmica della partner, dalla durata della penetrazione o dal numero delle spinte pelviche durante il coito. Questa definizione ha l’indubbio merito di non caricare il maschio di tutta la responsabilità del successo del coito e tiene conto, come è pur giusto, dell’importanza dell’autocontrollo delle proprie reazioni. Nonostante sia opinione comune (ben rappresentata in quasi tutti i trattati di sessuologia) che l’eiaculazione precoce sia dovuta esclusivamente a disagio psicologico, esistono tante malattie che possono causarla o aggravarla.
Le più frequenti sono le patologie della prostata e delle altre ghiandole che producono il liquido seminale. All’ingrandimento patologico della prostata, che sia o meno su base infettiva, si affiancano, come cause organiche di eiaculazione precoce, le infiammazioni delle vescichette seminali (punto di raccolta di parte del liquido spermatico, poste sotto la vescica), cioè le vesciculiti; quelle dell’uretra (sostenute dal gonococco, il batterio della gonorrea, o da altri agenti patogeni), cioè le uretriti; e da quelle della vescica, le cistiti. Tutte queste infezioni, non necessariamente veneree, creano uno stato di irritazione delle vie seminali e urinarie e abbassano, per così dire, la ‘soglia’ eiaculatoria che è quella sensazione di inevitabilità che il maschio esperisce nell’imminenza dell’orgasmo. Tra le cause organiche più rare sono infine da annoverare le malattie neurologiche (sclerosi multipla, tumori del midollo spinale, spina bifida); le malattie endocrine (diabete mellito, iperfunzione della tiroide, vedi box) e l’uso di ricreativi come l’alcol o di alcuni farmaci.
Naturalmente possono presenti numerose componenti psicologiche. Alcune sono possibili cause di eiaculazione precoce, altre ne sono la conseguenza. Tra queste componenti vi sono gli aspetti psicologici personali, intrapsichici, e quelli relativi alla partner, relazionali. È quindi evidente che un paziente con eiaculazione precoce che non sia sottoposto a un’attenta diagnosi sulle possibili cause fisiche è un paziente che andrà verosimilmente incontro all’insuccesso terapeutico. La maggior parte di pazienti, infatti, in cui sia identificata l’etiologia, risolve l’eiaculazione precoce semplicemente attraverso la cura della causa.
La terapia dell’eiaculazione precoce si esegue integrando i farmaci con l’approccio psicoterapeutico. Secondo i protocolli della sessuologia mansionale, possono essere date indicazioni alla coppia relative ad esercizi in grado di migliorare il controllo eiaculatorio. Si usano anche, con molta cautela e attento controllo medico, medicine dei più svariati generi, scelte dai ricercatori perché possono avere per effetto collaterale una riduzione dei livelli degli ormoni e dell’appetito sessuale o della stessa reattività orgasmica, sia a livello del sistema nervoso centrale che della periferia. Tra queste sono antinausea, ansiolitici, antidepressivi maggiori, neurolettici, addirittura antipsicotici e antimaniacali. Nella grande maggioranza dei casi non è necessario ricorrere a questi farmaci.
È sufficiente usare, sempre sotto strettissimo controllo del sessuologo medico e dopo un’attenta procedura diagnostica, un “Risparmiatore del Reuptake della Serotonina” che ha relativamente pochi effetti collaterali e un’ottima efficacia. Uno di questi con breve emivita, la dapoxetina, utilizzabile come il Viagra, cioè al bisogno, lo stiamo sperimentando in Europa. Sarà in farmacia entro la fine del prossimo anno.
Prof. Emmanuele Jannini
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Il Prof. Emmanuele A. Jannini laureato in Medicina e Chirurgia, è specializzato in Endocrinologia, Malattie Metaboliche e Andrologia. E’ Professore di Endocrinologia e titolare del corso monografico in Sessuologia Medica per studenti in medicina presso l’Università degli Studi dell’Aquila. E’ tra i fondatori della Federazione Italiana dei Sessuologi e della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, della quale è membro della Commissione Scientifica. Tra le altre pubblicazioni riordiamo “Il sesso guarito: le medicine per curare l’amore” (Sperling & Kupfer, 1997) e, con Giovanni Carrada, “La Scienza dell’Amore” (Baldini & Castoldi, 2000). Ha curato la rubrica “Sessualità” della trasmissione “Superquark” di RAI UNO. Interviene in numerose trasmissioni televisive (Check-up, Maurizio Costanzo Show, Cominciamo Bene, Porta a Porta) e radiofoniche (Baobab, 3-1-3-1) e su periodici e quotidiani nazionali (Panorama, L’Espresso, La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, ecc.) ed internazionali (New Scientist, Le Figaro, Daily Telegraph, ecc.) in qualità di esperto di sessuologia. Risponde sul quotidiano Il Giorno alle lettere dei lettori sulla sessualità e scrive articoli di sessuologia medica per le testate Salve, Quark e Salute di Repubblica.
Corso monografico di Sessuologia Medica, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università degli Studi dell’Aquila 67100 L’Aquila
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