Durante la pandemia è aumentato il consumo di droga?
Relazione sulle Coppie Non Monogamiche
Durante la pandemia di COVID-19, l’uso di droga è aumentato in molte regioni del mondo. Il lockdown, l’isolamento sociale, la disoccupazione e l’incertezza economica hanno contribuito a un incremento dello stress e dell’ansia, portando alcune persone a ricorrere a sostanze stupefacenti come mezzo di coping. Inoltre, le restrizioni hanno reso difficile l’accesso ai servizi di supporto e trattamento, aggravando ulteriormente la situazione per coloro che già vivevano le difficoltà di una dipendenza.
Come hanno contribuito i fattori di stress causati dalla pandemia per l’utilizzo delle droghe?
Si è osservato che i fattori di stress causati dalla pandemia hanno contribuito a un aumento di comportamenti di dipendenza, come un maggiore uso di alcol, fumo di tabacco, e altri comportamenti di dipendenza, come l’uso compulsivo di Internet, in particolare per il consumo di pornografia e videogiochi.
Cosa significa esattamente “dipendenza”?
Sebbene il termine “dipendenza” sia di uso comune in molti paesi, non compare nel DSM-5 come termine diagnostico. Invece, il DSM-5 utilizza il termine “disturbo da uso di sostanze” (DUS o SUD), che ha tre gradi di gravità: basso, medio e severo.
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Cosa si intende per disturbo da uso di sostanze?
Nella sua forma grave, la SUD è considerata una malattia complessa, a volte cronica e difficile da trattare. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’interruzione del consumo di droghe porta a un ciclo cronico che include l’astensione, ricadute occasionali e un nuovo trattamento: un ciclo che può continuare per decenni.
In uno studio sul tema sono stati indagati i seguenti aspetti:
(a) il desiderio di consumo di droga prima e durante la pandemia di COVID-19, nonché le ragioni del desiderio;
(b) comportamenti di dipendenza diversi dall’uso di droghe, come il consumo di tabacco e alcol, la visione di materiale pornografico, il gioco d’azzardo e lo shopping online, prima e dopo la pandemia COVID-19.
Il campione studiato ha compreso 113 soggetti che avevano superato una dipendenza, di età compresa tra 22 e 69 anni, 78% uomini.
Lo studio ha utilizzato un questionario online principale che conteneva vari sotto-questionari per domande relative a genere sessuale, età, religione, livello di religiosità e area di vita dei partecipanti, nonché domande sul periodo in cui avevano superato l’uso di droghe e la precedente droga di loro scelta. Ai partecipanti è stato anche chiesto della loro routine durante il COVID-19.
I partecipanti hanno riferito sui loro modelli di comportamento di dipendenza rispondendo a due domande simili, una riguardante il periodo precedente, l’altra il periodo successivo allo scoppio della pandemia.
Le domande includevano modelli di consumo di alcol e tabacco, visione di materiale pornografico, gioco d’azzardo online e acquisti online. Le risposte sono state fornite su una scala a 5 punti, con intensità di risposta crescente, che va da 1 = per niente a 5 = in misura molto elevata. Il punteggio più alto indicava un comportamento di dipendenza maggiore.
Ai partecipanti è stato assicurato che il questionario era anonimo e che potevano smettere di rispondere in qualsiasi momento. Il questionario è stato reso disponibile sui social media per una settimana, durante la quarantena imposta in Israele a seguito dello scoppio del coronavirus, nell’aprile 2020.
Il titolo del questionario chiariva che esso era stato progettato per le persone che avevano avuto a che fare con la tossicodipendenza in passato. Tutti i partecipanti hanno risposto “Sì” alla domanda “Hai sofferto di tossicodipendenza in passato?”
Risultati
Durante il periodo di isolamento, il 51% degli intervistati ha riferito di aver desiderato di fare uso di droghe, il 19% ha riferito di averlo desiderato in larga misura e il 27% ha riferito di aver sentito che la propria astinenza dalle droghe era in pericolo.
Gli intervistati che hanno sentito un forte desiderio di consumo di droghe hanno identificato le ragioni principali di questi sentimenti nella noia (51%), solitudine (49%), mancanza di supporto fisico (40%), problemi economici (39%), dolore psicologico (33%) , disperazione e mancanza di attività fisica (32%), mancanza di privacy (25%), affollamento fisico (21%) e dolore fisico (13%).
Il periodo di isolamento ha causato un aumento dei comportamenti di dipendenza degli intervistati, soprattutto per coloro che hanno riferito di aver assunto questi comportamenti in passato:
- il 30% ha riferito di consumare tabacco in misura molto elevata (rispetto al solo 20% nei giorni precedenti lo scoppio della pandemia);
- Il 7% ha riferito di aver consumato alcol in larga misura (un forte aumento rispetto al periodo precedente lo scoppio della pandemia, che si attestava all’1%);
- Il 15% ha riferito di aver guardato la pornografia in larga misura (rispetto a solo il 4% prima dello scoppio della pandemia);
- l’11% ha riferito una partecipazione attiva al gioco d’azzardo online in larga misura (rispetto a solo il 2% prima dello scoppio della pandemia).
Sebbene i soggetti del campione non abbiano avuto una ricaduta durante il periodo della pandemia, alcuni di loro sembrano aver sostituito l’uso di droghe con altri comportamenti di dipendenza.
Si è visto inoltre che, con l’aumentare dell’età degli intervistati, il desiderio di consumo di droga diminuiva. Inoltre, più forte era la sensazione di solitudine e più breve era il periodo in cui si era smesso di consumare droghe, maggiore era il desiderio di consumo di droga.
Durante il processo di disintossicazione, le persone in riabilitazione imparano a trovare alternative alla dipendenza. Alcuni lo fanno con la terapia psicologica, altri con uno stile di vita che dia maggiori soddisfazioni, frequentando un gruppo di supporto, praticando sport o qualsiasi altro metodo che funzioni per loro. Per molte persone che si sono riprese dall’uso di droghe, la disponibilità di queste alternative è stata bruscamente interrotta dalle chiusure imposte durante la pandemia.
Alcuni sono stati in grado di far fronte al forte bisogno di usare droghe, ma in assenza di lavoro, incontri sociali e sostegno disponibile, che hanno coltivato nel processo di riabilitazione, le loro vite sono state prese dal vuoto, dalla noia e dalla solitudine. Di conseguenza, le persone che si sono riprese dall’uso di sostanze hanno sostituito la tossicodipendenza che avevano superato con successo molti anni prima con una nuova dipendenza.
Sebbene l’uso di cannabis sia considerato meno grave di quello di altre sostanze, soprattutto gli ex consumatori di cannabis hanno affrontato maggiore desiderio e dipendenza durante la pandemia.
Dr. Walter La Gatta
Fonte: Adattato da: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/10550887.2020.1856298
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche)
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