Divinità e pornografia: religione e censura
Se si desidera girare un film erotico sulla religione, è meglio scegliere una religione piccola, che non abbia molto potere. O una religione che non abbia problemi con il sesso. In Francia, anche se è consentita la libertà di espressione, quando si tratta delle divinità è come camminare su gusci d’uovo.
Pensate al film catastrofico 2012. Anche se non vi è probabilmente nulla da ricordare su questo bidone di Hollywood, fate lo sforzo di ricordare la scena del Cristo gigante di Rio de Janeiro quando cade dal suo piedistallo, Cristo Redentore non incarna il crollo dei valori cristiani? Dopo questa scena, il regista del film, Roland Emmerich, aveva programmato di mostrarne un’altra: la distruzione della Kaaba, che si trova nel cuore della Mecca. Ma prudentemente, ha preferito astenersi: “Il mio co-sceneggiatore Harald ha detto che non si poteva correre il rischio di una fatwa sulla mia testa a causa di un film. E aveva ragione. […] Possiamo fare a pezzi i simboli cristiani, ma se si vuole fare la stessa cosa con un [simbolo] arabo, si avrà una fatwa, e questo dà l’idea dello stato del mondo in cui viviamo. Si tratta di una sequenza cui non attribuivo grande importanza e che dunque ho eliminato “.
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Ecco, in poche frasi, tutta l’ingiustizia del destino. Ci sono religioni che si fanno rispettare (?), armi alla mano. Ci sono altre religioni che tentano di usare metodi legali per censurare il film…
Poiché sono “interessati ad essere al servizio di tutto il genere umano” (1) i cristiani sentono il dovere di consigliare gli altri su ciò che dovrebbero o non dovrebbero vedere nelle sale cinematografiche. Dal 1928, essi classificano i film in base a criteri personali (2) e cedono agli Offices Internationaux du Cinéma i loro “pareri informati” sulle opere che sono, ai loro occhi, “buone” o, al contrario, “che sostengono idee apertamente pericolose o malsane”… In Francia, tali pareri sono stati, fino alla fine degli anni ’90, fedelmente trascritti su Télérama o Télé 7Jours.
Ma non è sufficiente guidare il prossimo sulla strada dell’amore. A volte è necessario anche proteggerlo da sé stesso… Ed è qui che la tentazione di “messa all’indice” riappare. L’Indice è stato abolito (occorre adattarsi ai tempi), resta il ricorso alla legge.
Nei Paesi in cui Stato e Chiesa sono separati, i credenti devono infatti presentare un reclamo ai giudici affinché essi censurino manifesti o scene di film che mettono in pericolo la loro fede. E’ tuttavia necessario che questi credenti siano in numero sufficiente per far si che i giudici possano esaminare la fondatezza di queste denunce … Nel 1977, in Francia, l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna è ricorsa alla Corte di Appello di Parigi, affinché fosse ordinata la censura e il sequestro del film Variations pour le plaisir (Teenage Milkmaid, 1975) di Roberta Findlay. Perché? Perché questo film erotico mette in scena un seguace di Krishna che “si impegna in scene erotiche mentre canta grottescamente i testi più sacri alla base di questa credenza.”
Bassorilievi erotici
Con ordinanza del 2 febbraio 1977, il presidente del tribunale, il giudice Bertin, respinge le richieste dell’associazione in modo spiritoso: “occorre ammettere che Krishna possa essersi sentito offeso nel sentir cantare il proprio nome in un film scabroso, senza dubbio, ma nella sua grande saggezza, avrà sicuramente perdonato l’offesa; in effetti l’arte indù e anche l’arte sacra illustrata nei bassorilievi dei templi offrono in alcuni luoghi ai visitatori l’immagine di scene erotiche il cui principale vantaggio sui film pornografici è quello di avere un carattere artistico che di solito manca a questi ultimi”. E aggiunge ironicamente che “basta ricordarsi inoltre, che a Krishna vengono attribuite 16.000 mogli e 180.000 figli per capire che la sua memoria difficilmente ne soffrirà, nel sapere di essere stato coinvolto in alcune manifestazioni sessuali complementari”.
“Se gli adoratori di Krishna non hanno ottenuto soddisfazione a causa della loro scarsa importanza, non è ovviamente la stessa cosa per tutte le religioni”, dice Christophe Triollet con virtuosa quanto finta indignazione. Nella Bible du cinéma consacré à la Censure, il creatore della revue Darkness, sottolinea la disuguaglianza delle religioni che si affacciano sul grande schermo. Ce ne sono alcune che possono essere messe in scena nei film catastrofici o porno, senza alcun problema. Altre invece vengono accuratamente evitate dalla macchina da presa: i loro seguaci sono troppo permalosi. Si può rischiare la propria vita per un film, del resto?
In un articolo intitolato Dieu, les hommes et le cinéma, Christophe Triollet si diverte a fare una lista dei registi che hanno subito i fulmini della punizione divina : la storia del cinema è quella di uno scontro costante. Ci sono dei tabù. A volte si rimuovono, ma a volte vi è il trionfo della censura. A volte si gira senza problemi Gesù che fa l’amore con una prostituta. A volte ci sono bombe nei cinema che proiettano L’ultima tentazione di Cristo. A volte si riesce a mostrare una giovane donna che sta godendo con il Corano. A volte una vignetta di Maometto provoca un’ondata di omicidi in tutto il mondo.
Triollet Christophe racconta: “Alcuni registi, indipendenti e molto poco distribuiti sono provocatori, come Usama Alshaibi, un americano di origine irachena, che nel Profane (2011) racconta ” i problemi esistenziali di una lesbica di origine musulmana […] dove l’attrice principale si masturba mentre recita il Corano. “Una prima volta nella storia del cinema che, però, non fa scattare reazioni ostili, a differenza della fiction di propaganda Innocence of Muslims (2011) di Sam Bacile, in cui l’ultima scena di 13 minuti, che mostra una caricatura oltraggiosa del profeta Maometto, pubblicata su YouTube, ha scatenato una violenta ondata di proteste in tutto il mondo nel mese di settembre 2012, causando la morte di molte persone, tra cui l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia. Come giustamente ricorda Christophe Triollet, i leader delle tre grandi religioni rivelate si uniscono per monitorare i film e imporre il loro ordine: ufficialmente, sono per la libertà di espressione. Però meglio non esagerare. I malvagi si assumano le proprie responsabilità.
Gesù di Nazaret, presto sugli schermi
“In Francia, in una dichiarazione congiunta rilasciata il 19 settembre 2012, Mons. Michel Dubost, presidente del Consiglio per le relazioni interreligiose dei vescovi di Francia, e Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano hanno detto difendere la libertà di espressione, a condizione che non si dimentichi la “fratellanza e il rispetto della pari dignità” ed hanno aggiunto: “Davanti a offese, le divisioni, le caricature, i film e i documentari unilaterali, sprezzanti o carichi di odio, possiamo solo fare appello alla coscienza e al senso responsabilità delle persone”.
Nel mese di giugno 2012, la stampa ha annunciato l’adattamento cinematografico di Gesù di Nazaret, controverso romanzo di Paul Verhoeven pubblicato nel 2010 – regista anche di Robocop e Total Recall – da parte di Verhoeven stesso. L’autore, che non crede nei miracoli, o nell’immacolata concezione, spiega che Gesù è appena nato dallo stupro della madre da parte di un soldato romano … Non vi è dubbio che un tale progetto dovrebbe generare polemiche, nella post produzione, negli Stati Uniti e in tutto il mondo. E’ previsto. Non che la polemica sia di per sé interessante, ma essa serve come barometro.
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Nota 1 / “Nel mese di aprile 1971, la prefazione della rivista Analyse des films, destinata a guidare le famiglie cristiane nelle loro scelte cinematografiche spiega:” Appare evidente che il tempo delle” valutazioni morali” non esiste più. A nessuno piace la censura autoritaria: anche il Papa e i vescovi hanno eliminato l’Indice e il Sant’Uffizio ha cambiato allo stesso tempo nome e metodi. Perché dunque perseguire comunque con il nostro lavoro settimanale? […] Tutti sanno quanto sia priva di seri criteri la censura governativa. Il nostro sforzo è completamente indipendente da qualsiasi pressione, illumina i responsabili dell’industria cinematografica, che possono anche tenere conto dei pareri, emessi da cristiani, desiderosi di essere al servizio di tutto il genere umano” (Fonte: Christophe Triollet, Darkness 13).
Nota 2 / In Francia, la legge del 9 dicembre 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato impedisce di fatto una possibile collaborazione tra il governo e le autorità ecclesiastiche, rappresentanti del clero, che non hanno potuto così imporsi sulle commissioni di controllo nel cinema. Anche se l’abate Pihan fece parte della Commissione fra il 1961 e il 1969, la sua voce rimase in minoranza. “Per far fronte a questi problemi di interferenza, la Chiesa cattolica ha fondato e organizzato, a partire dal 1928, l’organisation catholique internationale du cinéma (OCIC), che divenne l’office international du cinéma (OIC)) per la creazione in più di quaranta Paesi, tra cui la Francia, delle centrales catholiques du cinéma (CCC) responsabili della creazione di un sistema di classificazione cinematografica settimanale sulla base di valutazioni in conformità con le direttive della enciclica di Papa Pio XI, “Vigilanti Cura” (1936), e i precetti della morale cristiana. (…) L’OCC, divenuta Chrétiens-Médias, si è limitata ad emettere pareri, ripresi da alcune riviste sulla tv, come Telerama e Télé7, fino alla fine degli anni Novanta “(Fonte: Christophe Triollet, Darkness 13).
Dr. Agnès Giard
Vai all’articolo originale:
Dieu est-il soluble dans la pornographie ? Liberation
Traduzione autorizzata, a cura di psicolinea.it
Immagine:
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Agnès Giard autrice di libri, giornalista e dottore in antropologia, ha lavorato in passato su nuove tecnologie, artisti underground e cultura popolare giapponese, prima di dedicarsi alla sessualità. Nel 2000, è diventata corrispondente per la rivista giapponese SM Sniper con cui lavora da più di dieci anni. Nel 2003 ha pubblicato un libro d’arte in Giappone: Fetish Fashion poi ha iniziato una serie di ricerche che saranno pubblicate in collaborazione con artisti contemporanei giapponesi come Tadanori Yokoo, Makoto Aida, Toshio Saeki, etc. Il suo primo libro, L’Imaginaire érotique au Japon, tradotto in giapponese, è classificato 4 ° tra i libri stranieri più venduti. La sua biografia completa è disponibile qui:
http://sexes.blogs.liberation.fr