Lettere a Dr. Giuliana Proietti
DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico 2001-2011
Pagina n. 9
L’IMPULSO CATTIVO
Cara dottoressa,
da circa una settimana c’è un pensiero che mi tormenta. Di solito queste cose non mi accadono, sono una persona solare, positiva. Le racconto cosa è successo. Una sera stavo facendo le coccole al mio fidanzato, quando, nella mia mente, è balenato l’impulso di fargli del male….una frazione di secondo, poi è passato. Non so perchè, forse perchè l’adoro, era così piccolo, indifeso. Sta di fatto che mi sono spaventata moltissimo, mi sono fatta riaccompagnare a casa e, da allora, penso sempre a questo. Penso a ciò che è successo, mi domando se potrei mai farlo davvero, mi chiedo se davvero lui è in pericolo, se io sono un pericolo. E’ una cosa che mi tormenta. Quando sto insieme a lui,poi, cerco di difenderlo da una me stessa che in realtà non sono io…lo tengo un po’ distante da me e penso sempre a quella sera. non so come fare x cancellare questi pensieri. Gli ho raccontato tutto e lui è stato comprensivo; ha detto anche che, un paio di volte, ha avuto anche lui simili pensieri. Solo che lui li ha relegati a quel momento mentre io mi trascino dietro un gran senso di colpa. Non ho atteggiamenti compulsivi, questo no, ho solo questa idea che ritorna durante la giornata. A volte riesco a liberarmene e sto veramente bene, mentre, altre volte, pregiudica la qualità del tempo che passo con il mio ragazzo.
Le ripeto che è solo una settimana che provo questa cosa, ma voglio assolutamente uscirne. Cosa devo fare?
Non so se questo c’entra niente, ma vengo da un periodo (un paio di mesi) stressante x me (che non è ancora terminato) e da un’enterocolite che mi ha fiaccato, sia fisicamente che moralmente.
Ringraziandola anticipatamente x la sua risposta la saluto caramente.
S.
Cara S.,
Questi pensieri ‘cattivi’ appartengono a tutti noi e non sono assolutamente preoccupanti. Si formano in modo automatico nel cervello, sulla scia di pensieri, ricordi, paure, ecc. ed hanno la stessa valenza di un sogno.
Se lei avesse sognato questa cosa si sarebbe spaventata così tanto? Non credo, perché non si sarebbe sentita responsabile della sua attività onirica. Anche nella vita cosciente passano, ogni tanto, questi pensieri, che generalmente non hanno conseguenze, specialmente se si è una persona sana di mente ed equilibrata. Dunque, la cosa da fare è cacciare i sensi di colpa e scherzarci su, anche da sola, imparando a sorriderne. Eviti poi di parlarne al suo fidanzato… Significherebbe fare un dramma di una cosa tanto minima.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
ADOZIONE
Ciao, sono Beppe e scrivo da T.
ho un grosso problema (almeno per me) da sottoporvi. Sono un uomo di 37 anni che da qualche mese sta vivendo il periodo forse più brutto di tutta la vita. Mi spiego meglio. Io e mia moglie abbiamo inoltrato una domanda di adozione e siamo nell’attesa di ottenere l’abbinamento con il bambino che ci sarà affidato. Fin qui tutto bene se non che la cosa sta andando per le lunghe e l’ansia di giungere alla sospirata meta si fa sentire molto pesantemente anche se io, contrariamente a mia moglie, mi sono fatto una ragione di quest’attesa.
A questo problema dobbiamo aggiungere anche quello riguardante il mio lavoro che, da diverso tempo a questa parte, ha subito una grave recessione con pesanti risvolti dal punto di vista economico e trattandosi dell’unica fonte di reddito in famiglia, ci ha letteralmente scaraventati nella disperazione. Ho provato a cercare di sottoporre il mio curriculum a diverse aziende, anche con incarichi meno “prestigiosi” ma la situazione attuale non aiuta certamente cosicché: altro stress. Il risultato di tutto questo ha fatto in modo che oggi, la mia situazione (ma anche di mia moglie) è la seguente:
insonnia molto accentuata (dormo 3-4 ore per notte), mi sveglio di soprassalto in piena notte con il cuore in gola;
paura del futuro (io che sono sempre stato un ottimista/realista…); perdita di peso (4 Kg in due mesi) e inappetenza;
ogni seppur piccolo problema mi pare una montagna da scalare e lo sconforto aumenta. Inoltre mi pare che tutti gli sforzi che faccio per cercare di trovare una soluzione siano completamente inutili; ogni mattina, al momento di andare al lavoro, mi prende un’angoscia fortissima e, non mi vergogno affatto a dirlo, mi viene da piangere. Spesso lo sconforto mi assale anche in momenti nei quali non si sono manifestati problemi tangibili con soventi sbalzi di umore anche in brevissimo tempo; non provo nessuno stimolo a fare cose che prima mi piacevano come lo sport o una gita fuori porta. Tutto mi sembra inutile.
Tutti questi segnali mi allarmano enormemente soprattutto se penso che ho sempre avuto l’energia necessaria per far fronte a diversi problemi della mia vita (la perdita del padre quando avevo 8 anni, il non aver potuto proseguire gli studi per necessità lavorative, la paternità irrealizzata a causa di un mio problema di oligospermia). L’unica mia fonte di serenità sono le ore che trascorro con mia moglie al quale sono legatissimo.
Non voglio assumere psicofarmaci o antidepressivi perché mi fanno paura ma, al contempo, come posso cercare di migliorare il mio orizzonte di vita?
Grazie.
Caro Beppe,
Tu conosci bene i sintomi che mi hai descritto e, se anche non lo hai detto nella lettera, si capisce che tu riconosca in te i segni della depressione. Ora, visto che non vuoi assumere psicofarmaci, l’unico altro rimedio che ti rimane è la psicoterapia. Questo è l’unico mezzo curativo per ‘migliorare il tuo orizzonte di vita’. Probabilmente mi dirai che vuoi fare da solo. Se così fosse, non ti resta che attaccarti ancor di più all’unica cosa che, a quanto pare, ancora ti interessa e ti gratifica: tua moglie. Cercate di trascorrere questo periodo in armonia, fate delle belle passeggiate insieme, regalatevi dei momenti di intensa intimità, fate sesso, divertitevi. Quando il vostro bambino arriverà, troverà una famiglia felice, pronta ad accoglierlo. Quanto ai problemi economici e di lavoro… Chi può dirsi al sicuro oggi?
Tenere duro !
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
SUPERARE QUESTO MOMENTO
Gentile Dottoressa,
ho 29 anni e Le scrivo perché è da poco terminata una relazione per me molto importante e ho molte difficoltà a superare questo momento.
Ho conosciuto il ragazzo in questione (che ha 3 anni + di me e che chiamerò Alessandro) circa due anni e mezzo fa; entrambi suonavamo in un’orchestra e per me è scattato il classico colpo di fulmine, anche se in realtà avevo già avuto modo di conoscerlo “di sfuggita” circa un anno prima ed ero subito rimasta colpita dalla sua bellezza. Tra l’altro, per me la musica è molto importante (ho la fortuna di poter lavorare nell’ambito per il quale ho studiato e studio tuttora, quindi la musica occupa gran parte del mio tempo, “lavorativo” e non), così pensavo che il fatto che anche lui fosse musicista sarebbe stato un “collante” importante. Purtroppo l’illusione è durata veramente poco, nel senso che, poco tempo dopo aver iniziato a frequentarci, sono subito nati problemi a non finire. Siccome anche Alessandro lavora “nella musica” (si occupa di un programma di jazz per una radio locale) diceva di essere già saturo di concerti e quant’altro (invece io sono spesso impegnata in questo ambito, anche e soprattutto nei fine settimana) e che conoscere una ragazza che faceva il mio lavoro era stata una grande sfortuna per lui. Con grande fatica siamo stati insieme “continuativamente” per un anno e mezzo, poi l’estate scorsa l’ho lasciato (visto che le liti erano diventate una costante), poi in ottobre abbiamo ripreso a frequentarci in modo “altalenante” fino a circa un mese fa.
Ovviamente i problemi derivavano in gran parte dal mio lavoro (a lui non gradito), ma anche da differenze caratteriali molto marcate. Non aveva mai avuto interesse a conoscere i miei amici, in 2 anni e mezzo non siamo mai usciti con altre persone o coppie, era esageratamente riservato e non voleva che dicessi in giro che ero la sua ragazza. Ultimamente (a maggio) la situazione era proprio un disastro, nel senso che eravamo entrambi impegnatissimi (per motivi diversi) e ci siamo visti veramente poco (vorrei comunque precisare che abitiamo a 73 km. di distanza, quindi vedersi non è stato sempre semplice, soprattutto se avevamo poco tempo a disposizione). Le poche volte che ci siamo visti (nei fine-settimana) lui voleva sempre rincasare presto (alle 22 o giù di lì, anche il sabato sera!), sicché non abbiamo avuto modo di stare molto insieme, finché alla fine del mese scorso Alessandro ha deciso di chiudere, dal momento che per lui avere una ragazza implicherebbe vederla molto di + e ha detto che, se entrambi avessimo sentito fortemente la necessità di vederci, il modo e il tempo l’avremmo trovato ugualmente. Estendendo questo discorso anche a sé stesso, ha voluto farmi capire che questo stato di cose non lo rendeva felice e, seppur a malincuore (a sua detta), voleva chiudere la storia.
Io ho cercato di fargli cambiare idea in tutti i modi, ma non c’è stato verso. Non risponde né alle mie chiamate (anzi, se vede il mio numero spegne il cellulare), né ai miei SMS né alle mie mail. Se chiamo a casa sua, dice ai suoi genitori di dire che non c’è. Razionalmente so che non siamo mai andati d’accordo, che in fondo è meglio così (in passato l’ho lasciato tantissime volte, perché capivo che questa storia non poteva avere un futuro), che per me sarebbe stato impossibile stare con una persona che avrebbe voluto che lasciassi il mio lavoro, che mi criticava in tutto e per tutto (per la mia espansività – a sua detta eccessiva – , per il mio modo di fare, di vestire – con colori troppo vivaci -, per le mie amicizie ecc. ecc.), ma “col cuore” sto da cani. Io vivo molto male le situazioni di “non condivisione” o di “non approvazione”, dal momento che anche con i miei genitori (che hanno 44 anni + di me… ebbene sì, sono arrivata tardi, per di + dopo 2 fratelli maschi già grandicelli. Alessandro, invece, è figlio unico) non ho mai avuto un gran dialogo, proprio per il fatto che abbiamo 2 generazioni di differenza e spesso e volentieri punti di vista divergenti. Questo ha fatto sì che i disaccordi con Alessandro mi abbiano sempre fatta soffrire moltissimo.
Ultima cosa, credo di non essere mai andata particolarmente a genio ai suoi genitori (visto che oggi al telefono sua mamma mi ha praticamente messo giù). In conservatorio (dove studio) ho molte compagne di classe e una di loro mi ha detto che l’estate scorsa (quando eravamo “separati”) Alessandro ha avuto una storia con una ragazza che conosceva ma che probabilmente la storia continua tuttora (mentre a ottobre, quando avevamo ripreso a frequentarci, Alessandro mi aveva giurato e spergiurato che durante l’estate non aveva mai smesso di pensare a me, neppure per un attimo) e quindi da ottobre al mese scorso Alessandro ha tenuto il piede in 2 scarpe. Non voglio fare stupidi moralismi, so che purtroppo nel mondo d’oggi (dove valori come la fedeltà e la lealtà non vanno molto di moda, a mio avviso) queste cose sono all’ordine del giorno, solo che Alessandro era stato sempre molto geloso nei miei riguardi e soprattutto molto intransigente su certi argomenti (ma su questo ero d’accordo anch’io). Avrei messo la mano sul fuoco sulla sua lealtà, e questa notizia di pochi giorni fa mi ha letteralmente stesa a terra. Il fatto che lui non voglia parlarmi e che non abbia nemmeno cercato di negare (mercoledì sera gli ho mandato una mail in cui gli chiedevo spiegazioni, che purtroppo non ho avuto) mi fa pensare che quello che ho saputo corrisponda effettivamente alla realtà. Dopo un primo momento di incredulità, ho iniziato a “fare 2+2” e a ragionare su tanti suoi comportamenti che all’inizio mi sembravano strani, e ora i conti tornano. Ora sto malissimo; mi passano per la testa bruttissime idee, che solo la mia mancanza di coraggio mi impedisce di mettere in pratica. Ora mi sembra che la mia vita non abbia + senso, e anche se razionalmente mi rendo conto che prima o poi sarebbe comunque finita, tutto questo mi fa soffrire moltissimo. Da marzo frequento un consultorio, ma la psicologa che mi segue è molto impegnata e riesco a vederla solo ogni 2 o 3 settimane, mentre in questo momento mi sento molto disorientata e avrei bisogno di vederla decisamente + spesso.
Spero di poter avere quanto prima un suo consiglio; a volte mi sembra di avere la depressione (mio fratello 3 anni fa è stato in clinica psichiatrica per 2 settimane per questo motivo: forse è questione di DNA…), oggi sono stata a letto fino all’1 di pomeriggio (pur essendo sveglia già dalle 8)e non riesco a trovare motivi per alzarmi.
Resto in attesa di una Sua risposta, per la quale La ringrazio in anticipo. Valeria
Cara Valeria,
Come vede ho dato ampio spazio alla sua lettera, la quale è, a mio avviso, molto bella, perché dà proprio l’idea di una persona che cerca in tutti i modi di leggersi dentro, di capirsi e di capire chi le è accanto. In realtà c’è poco da capire: questo rapporto non funziona ! Lui evidentemente è stato a lungo indeciso sul da farsi, ma ora ha capito che stare insieme a lei non lo avrebbe portato da nessuna parte. Del resto lo aveva già capito anche lei. Ora si tratta di continuare con quel “2+2” che ha iniziato e che può continuare cercando di organizzare la sua giornata in modo da fare cose e vedere persone che le consentano di dimenticare questa persona al più presto. Auguri!
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
L’HO TRADITO E POI…
La mia storia ha inizio nel gennaio di quest’anno…in seguito a un tradimento (mio) lascio il mio ragazzo e inizio ad uscire con “l’altro” di cui mi credevo innamorata, usciamo per qualche mese ma mi accorgo di non essere felice con il mio nuovo lui mi manca il mio ex ( che nel frattempo mi ha corteggiata come non ha fatto probabilmente mai negli anni che siamo stati insieme.. rose.. regalini.. e sopratutto la dichiarazione che non solo mi perdonava nonostante tutto ma che avrebbe desiderato una vita con me..) mi mancano i bei momenti con lui, le piccole abitudini, il suo modo di scherzare e il fatto che per molti versi l’ho sempre creduto la persona giusta per me …. così decido di
ricominciare ad uscire con lui sperando che tutto torni bello come era all’inizio…
Ora …sono uscita con lui già qualche volta ma mentre lui è molto premuroso e affettuoso nei miei confronti a me non riesce di fare altrettanto non riesco a baciarlo e abbracciarlo e la passione in me non esiste per nulla!! Era un problema che c’era anche quando stavamo insieme ma ora, dopo la storia con l’altro è peggio (devo ammettere che invece una delle poche cose positive con l’altro era probabilmente il fatto che lo desideravo…)…mi sento a disagio ..forse perché siamo stati distanti qualche mese ??..o piuttosto perché non sono + veramente innamorata di lui?? Non so più cosa fare..accettare che è finita ed affrontare un nuovo fallimento oltre che deluderlo e ferirlo per un’altra volta mi sembra impossibile…
Dharma
Cara Dharma,
Secondo lei è meglio vivere la vita accanto ad una persona con la quale si condividono tante cose, ma c’è scarsa passione, oppure accanto ad un uomo verso il quale si prova un’intensa passione sessuale, ma non vi sono altri punti in comune ? Se lei ha scelto la prima ipotesi, la cosa da fare è andare a fare una terapia di coppia, in modo da provare a riaccendere il desiderio per il partner; se lei ha scelto la seconda ipotesi, metta in preventivo che dovrà, forse per lungo tempo, passare di fiore in fiore, perché se non c’è altro in comune, la passione sessuale è destinata a durare pochissimo…
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
SONO ENTRATA NEL TUNNEL
Gentile dottoressa da circa 4 mesi mi sembra di essere entrata in un tunnel, e ho paura di non uscirne, soffro di una nevrosi di tipo ossessivo, di tipo alimentare, rifletto del fatto che ho il cibo nello stomaco e quindi non concepisco nemmeno di deglutirlo, ho 29 anni non mi manca nulla ho un ragazzo da 9 anni a cui tengo moltissimo e un cane di cui ne sono totalmente innamorata, ero arrivata vicino ai miei sogni , avevo il lavoro che mi piaceva tantissimo mi volevo sposare ma all’improvviso tutto mi è crollato addosso ora sono in cura da uno psichiatra da circa 1 mese, ma mi trovo davvero in uno stato di malessere assurdo, cosa mi consiglia dottoressa io voglio vivere mi aiuti e mi consigli
Valentina
Cara Valentina,
Ciò che mi racconta è davvero poco perché possa esprimere un parere, darle un consiglio. L’unica cosa che posso dirle è che nessuna terapia psicologica dà una guarigione immediata, perché occorre metabolizzare certi ragionamenti, certi cambiamenti nel proprio stile di vita. Spero per lei che questo accada al più presto. Abbia fiducia nella persona che l’ha presa in cura e se, dopo 6-8 mesi di terapia non vede nemmeno il minimo cambiamento e si sente ancora nel tunnel, provi a cambiare il terapeuta.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
SENSO DI FRUSTRAZIONE
Non conosco le motivazioni precise che mi hanno spinto a scrivere queste righe, forse per un istinto provocatorio o per un desiderio di avere delle risposte che forse già conosco (sono in terapia da ormai 10 anni da un terapeuta serio e professionale), ma penso in generale per un senso di frustrazione che mi accompagna da tanti anni e di cui non riesco a liberarmi che mi fa soffrire e mi rende l’esistenza infelice e vuota piatta e noiosa fatta di rituali di sogni velleitari di grandi conquiste di donne bellissime per poter mostrarLe ai miei amici come si fa con dei trofei vinti o come facevano i cacciatori che amavano colpire e poi portare via i loro bottini conquistati per realizzare i loro bisogni di stringere la preda fra le loro mani ed esporla nelle loro bacheche come un quadro o un souvenir portato chi sa da quale lontano paese.
Solo che nel mio caso le frecce di cui dispongo si sono stemperate e i bottini fatti sono magri o mediocri fatte di incontri sporadici ed occasionali che non portano a niente ma ad senso di desolazione ancora peggiore ho sempre vissuto col sogno di essere un playboy per avere anch’io tanti trofei che potessero arricchire i miei sogni di “grande cacciatore” ma la realtà è stata più spietata, o meglio le mie paure ed insicurezza non hanno permesso che ciò potesse avvenire, mosso dalla spinta che gli uomini sono ammirati dai propri simili che possono vantare tante conquiste e realizzare questo sogno significava per me ottenere la stima e l’ammirazione di tutti questi miei coetanei.
Era una sorta di marchio di qualità che ti permetteva di emergere dalla massa della mediocrità maschile pensavo, invece con il tempo e la terapia, ho potuto comprendere che questa era una pia illusione che solo una parte infantile della mia mente coltivava. In realtà la mia ultima stabile relazione risale al 1998 con grande paura di raggiungere una adeguata intimità con una donna che possa appagare il senso di vuoto interiore che si annida nel mio doloroso animo sofferente e pieno di dolore per questa sensazione di poter vivere una relazione con pienezza ed intensità come se una mia parte della mia mente con molta compiacenza si divertisse a farmi stare a far fare la vittima ed avere una sorta di gratificazione per gli atti di autosabotaggio che compio in particolare per il mondo degli affetti in particolare , come se provassi un gusto masochistico per le disavventure e i rimballi che prendo con le donne specie in questo periodo che sto a casa, per un infortunio accidentale al braccio, che mi è costato 40 giorni di lontananza dal lavoro, con evidenti sensi di colpa per aver vissuto l’incidente non come una mera causalità ma come un fatto voluto per non andare più a lavorare perché questo non mi gratificava, mi sono sentito sbandato con un aumento del senso di frustrazione e di sconcerto e un una discesa del mio umore e delle sensazioni negative che cominciavano come dei fantasmi ad annidarsi nella mia mente, nonostante l’uso abitudinario che faccio di psicofarmaci antidepressivi che assumo da un pò di tempo.
Con questa grande afa che fa, non squilla il mio cellulare, non mi cerca nessuno come se fosse calato una sorta di maledizione che non fa altro che accentuare ancora di più il mio senso di malessere e di frustrazione perché torna quella sorta di compiacimento interiore per l’isolamento che sto vivendo e non faccio niente per cambiare anzi ci provo gusto per questa disperazione che mi attanaglia, perché il mio delirio di onnipotenza passa anche attraverso il desiderio non tanto nascosto di non aver bisogno di nessuno, anzi in realtà la mia parte che vuole vivere, quella razionale ci soffre per questo isolamento, ma quella più intima invece e contenta perché in questo modo posso chiudermi nel mio vittimismo e leccarmi le ferite sperando che più vado a fondo e più aumenta questa sensazione interiore di goduria per aver raggiunto il pieno isolamento con gravi ripercussioni per il mio benessere psico-fisico.
Sembra un circolo vizioso da cui non riesco ad uscirne e con le donne è peggio appena comincio a istaurare un rapporto un p’ più intimo comincia a venir fuori il desiderio di chiudere la storia, con gravi problemi di ordine sessuale per la manifesta avversione per l’atto sessuale, come se la donna di turno nel mostrare voglia e desiderio fosse una puttana che se reprimesse i suoi istinti forse potrebbe creare i presupposti per continuare, ma appena questi istinti cominciano a venir fuori cala il mio desiderio con senso di aggressività nei suoi confronti e con un senso di “vendetta” e di “cattiveria” che comincia a salire fino all’annientamento e al sabotaggio del rapporto.
Anche il mio desiderio di chiudere passa anche attraverso questo simbolico desiderio di perdere altre occasioni ma che in realtà non succede niente anche quando sono liberissimo, come ho precedentemente descritto.
Vorrei che con quest’e-mail, lo confesso vorrei che mi si dicesse che sono profondo, e potrei avere tutte le donne che voglio perché sono intelligente, ma che magra consolazione saziare questo mio istinto esibizionistico, come se le altre persone che scrivono dei loro problemi sono degli sfigati ed io invece mi considerassi migliore di loro, perché in realtà non ho problemi quindi tutto nasce dal dilettarmi nel far vedere a Voi esperti di come sono diventato bravo ma che in realtà tutto quello che ho scritto appartenesse ad un altra persona.
Mi sembra di assistere un uno sdoppiamento di persona una fragile insicura problematica instabile l’altra arrogante grande onnipotente non bisognosa di nessuno ma che in realtà soffre per solitudine e isolamento sopratutto affettivo.
Penso che fin tanto che non ammetterò a me stesso che quello che scrivo è vero non solo per la parte razionale ma anche per la mia parte più intima orgogliosa poco modesta forse non risolverò mai i miei problemi.Fintanto che non mi rendo conto che stasera fa caldo è che nessuno mi ha chiamato per fare una passeggiata per uscire non potrò risolvere i miei profondi disagi .. se non mi rendo conto che forse questo è anche un atteggiamento positivo perchè mi sto rendendo conto di questa mia situazione ma ho l’impressione che tutto è fermo che rimane statico,, questo è quello che più mi preoccupa,Sicuramente non ci sono bacchette magiche per risolvere i miei angoscianti disagi interiori nevrotici, conflittuali,, anche queste righe che vi ho scritto… Grazie per aver dato spazio alle mie riflessioni.. non so cosa chiedervi.. se vi va apprezzerei una Vs risposta.
Luca
Caro Luca, in genere si risponde ad una domanda, ma forse formulare una domanda significa avere bisogno o desiderio del parere di qualcuno. Meglio allora scrivere una lunga lettera piena di riflessioni argute, in modo che qualcuno possa dire: ‘nevrotico si, ma interessante, intelligente, colto…’.Anche questa è una tecnica di seduzione, perché a lei probabilmente non serve stabilire una relazione adulta con le persone, ma essere semplicemente ammirato. La sua autostima si basa sull’interesse che hanno gli altri nei suoi confronti e nel piacere sadico di disprezzare chi l’apprezza, il che accresce molto il suo autocompiacimento. Il mio parere, concreto e realistico, è che questi dieci anni di psicoterapia con il luminare non la stanno aiutando molto e che forse la soluzione dei suoi problemi potrebbe essere nel cambiare semplicemente terapeuta…
ODIO I SUOI AMICI
Salve,
sono S. e avrei necessità di porvi questa domanda.
Ho una bellissima relazione con una donna. Tutto va benissimo fintanto che restiamo io e lei, ma quando si esce con i suoi amici (con quelli cioè con cui lei usciva già prima di conoscermi) che ora sono anche miei, io passo immediatamente in secondo piano. Ieri sera per esempio, siamo andati da alcuni amici, e per comodità il ritrovo è stato fissato presso il negozio di abbigliamento di una di queste amiche.
Nell’attesa che tutti i partecipanti giungessero all’appuntamento, M, la mia fidanzata, non ha resistito ed ha deciso di provare alcuni abiti. Fin qui nulla di che, non fosse che dopo avermi reso partecipe di alcune prove ha optato per l’acquisto di un capo direi costoso e che io non gradisco per nulla.
Ho manifestato in modo decoroso il mio disappunto in tal verso, e le ho consigliato di provare qualcos’altro. Lei senza nemmeno considerare la mia preferenza ha acquistato l’abito che preferiva.
Sono assolutamente certo che se fossimo stati soli io e lei nel negozio le cose sarebbero andate diversamente; già perchè sono sempre andate diversamente, è sempre attenta ai miei gusti, così come io lo sono nei suoi.
La realtà è che quando si è coi suoi amici, non c’è spazio per me, solo per le sue necessità, e così vengo praticamente dimenticato durante le conversazioni su alcuni argomenti, per esempio se si parla di università, (che io non ho frequentato), le elucubrazioni si protraggono per decine di minuti, in cui si parla di professori che non conosco, di esami dati o da dare, etc, ed io resto come un pirla perché palesemente non ho nulla da dire in proposito. E così per altre cose, che seppur banali non sono certo piacevoli.
Faccio un’altro esempio: Dovevo spostare la moto perché i vigili me lo hanno imposto, sulla moto c’erano appoggiati 2 caschi (mio suo) due giacche, e il suo zaino borsa.
In una qualsiasi condizione normale in cui eravamo io e lei si sarebbe precipitata sorridente ad aiutarmi, invece ieri sera, si è addirittura andata a sedere al bar con i suoi amici mentre io cercavo di spostare la moto senza il minimo aiuto.
Tutte le sue premure nei miei confronti vengono meno, e resto sempre in secondo piano. Lo so che non è grave ma vedere atteggiamenti così diversi a seconda di chi c’è mi preoccupa e rattrista. E la cosa non si ferma qui, ripeto che so che queste sono sciocchezze, ma se va al bar prende da bere per lei e neppure mi chiede se voglio qualcosa… se cerco di inserirmi nella conversazione vengo considerato di più dai suoi amici che da lei… una sorta di optional. Poi ogni tanto un bacio e via dimenticato per altre 2 ore.
Premettendo che i suoi amici mi sono simpatici e li vedo volentieri, e credo sia reciproco, perché cambia così il suo modo di rapportarsi a me?
Certo non pretendo effusioni mano nella mano e sguardi languidi, solo la medesima considerazione che ha per me in altri frangenti.
Io ho 29 anni lei 33, (giusto per essere precisi) ma non soffro di nessuna sindrome di inferiorità, né nei suoi confronti ne in quella dei suoi (miei) amici. Mi rendo conto che non sono cose importanti, e allo stesso tempo mi rendo conto che forse pretendo troppo, ma quando si torna a casa da una serata così, trascorsa nella penombra (ovviamente parlo di penombra nei suoi confronti, non nei confronti degli altri) mi sento davvero sminuito e privato di tutte quelle belle cose che il rapporto a due mi da.
Non mi interessa essere al centro dell’attenzione per il gruppo ma mi sembra legittimo aspirare ad essere considerato di più da lei.
Sarà che misuro il suo comportamento col mio braccio, o come io mi comporto se siamo coi miei amici, ma perché lei cambia così modo di comportarsi?
È un errore chiedere da parte sua lo stesso atteggiamento che ha in due o con i miei amici?
Già dimenticavo, se si esce coi miei amici lei è esattamente com’è sempre, premurosa e disponibile.
Sbaglio qualcosa? Cosa? Sono certo disponibile alle critiche costruttive, vivo davvero male la sua fase da Dott. Jeckill e Miss Hide.
C’è un consiglio per me? Grazie di cuore.
S.
Caro S.,
Il consiglio per te è quello anzitutto di parlarne con lei, in modo da stabilire delle regole di comportamento cui attenersi, per amore dell’altro. Sono sicura che, se questa ragazza ti vuole veramente bene, capirà i tuoi discorsi e cercherà di venirti incontro in qualche modo. Quanto al fastidio che provi tu, malgrado quello che dici nella lettera, mi sembra di poter dire che tu provi un forte senso di inferiorità nei confronti della tua ragazza, perché lei è più grande, più esperta della vita, più colta di te. Non puoi pretendere che lei torni indietro: sei tu che devi sforzarti di essere al passo. Leggi, informati, viaggia, renditi interessante agli occhi dei suoi amici e vedrai che sarai più apprezzato in società, lei sarà più attenta nei tuoi riguardi e tu ti sentirai molto più fiero di te.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
ETERNA INSOFFERENTE
Sono una ragazza di 29 anni a cui in realtà non manca nulla ma allo stesso tempo mi sento un’eterna Insofferente.
Apparentemente sembro una ragazza estroversa, allegra tanto da suscitare curiosità, molto spesso mi capita persino di sentirmi dire come faccio ad essere sempre cosi’ disponibile, cosi sorridente… Eppure dentro di me, sento di morire. E’ qualcosa che supera la Tristezza… mi sento vuota.
Ho una bambina e vivo da un anno con un ragazzo adorabile al quale sto dando il peggio di me stessa, con lui non riesco a fingere che sia tutto ok e
la maggio parte delle volte mi vede in un angolo in silenzio per ore. Sono cosciente che prima o poi lo perderò ma questo non mi da comunque modo
di reagire, di scrollarmi questa sensazione di malessere di dosso. No ho amici e le poche persone che mi vogliono veramente bene “famigliari”, finisco sempre con il maltrattarle. Sto veramente male dentro, vorrei che finisse tutto, ma come? Non riesco.
Anonima
Cara Anonima,
la prima cosa che mi sento di consigliarti è di iniziare a guardarti dentro, per cercare di capire la causa del tuo stato di vuoto. Questo mondo che, come dici tu, sembra non farti mancare nulla in realtà crea quel vuoto che ti fa star male. Devi cercare dentro di te lo stimolo per capire ciò che veramente ti serve per essere felice. Un primo passo potrebbe essere quello di ampliare le tue amicizie, magari iscrivendoti ad un corso sportivo o non, dove è facile incontrare molta gente e poter anche scambiare qualche parola. Potrebbe essere l’inizio per nuove amicizie molto stimolanti.
Un mondo di auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
UNO STRANO SOGNO
Vi sottopongo uno strano sogno che ho fatto durante la notte tra sabato e domenica u.s. e Ve lo sottopongo perchè mi è parso davvero strano!
Premetto che ho 47 anni, sono felicemente sposato, ho due meravigliosi figli e conduco una normale nella mia città (Varazze SV).
Veniamo al sogno. Mi sono sognato che partecipavo ad un funerale e mi trovavo, insieme ad altre persone conosciute, proprio dietro la macchina funebre che stava trasportanto il feretro. La cosa singolare è che il morto, dentro al cassa, ero proprio io e, durante il funerale, provavo immenso dolore. Praticamente partecipavo al mio funerale! Gli altri partecipanti inoltre si lamentavano perchè dal feretro si sprigionava un odore nauseabondo come se la salma si trovasse in stato di decomposizione; odore che avvertivo anch’io e ciò accresceva il mio dispiacere e il mio dolore.
Finalmente mi sono svegliato e ho faticato un bel po’ ad allontanare dalla mia mente quell’orrendo sogno!
Da studente mi ero interessato in matreia di “interpretazione dei sogni”; avevo comprato anche qualche pubblicazione in merito. Mi farebbe piecere sapere il probabile significato di un sogno così inconsueto e singolare perchè, dopo qualche ricerca, non ho trovato nulla di simile anche tra gli “internauti”!!
Grazie.
Sognatore
Caro Sognatore,
capisco il suo desiderio profondo di capire e interpretare il suo sogno così inconsueto, come lo ha definito lei, ma è abbastanza complicato anche solo ipotizzare un probabile significato, senza avere altre informazioni su di lei tali da dare un senso al suo inconscio. Come infatti avrà letto non è possibile trovare sogni uguali, tali da essere comparati e associati. In ciascuno di noi infatti interviene la parte più inconscia, carica di significati associati ai vissuti personali.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
DEVO SUPERARE QUESTA PAURA
Salve dottoressa, mi chiamo floriana 29 anni separata da 2 e senza figli. Dopo 4 anni di fidanzamento e una crisi di coppia decidemmo con il mio ragazzo di sposarci, anche se dentro di me qualcosa mi spaventava, era come se sapessi dentro di me, che non sarei stata felice e che lui non mi amava, così dopo appena sei mesi dopo il matrimonio lui mi disse che ero cambiata e che non provava più interesse e sentimenti per me, e come nella precedente crisi, c’era già un’altra a fargli compagnia, mentre io speravo in cuor mio che nulla stesse accadendo, e che il dolore lacerante che avevo dentro scomparisse per incanto.Passai ancora con lui altri mesi fino a quando con l’aiuto dello psicologo, riuscii a mettere a fuoco tutta la situazione, prendere coraggio e troncare tutto al più presto, facendo come dire “VIOLENZA SU ME STESSA”, ma dovevo farlo era diventato tutto troppo rischioso, per la mia salute sopportare uno stress emotivo quotidiano così dopo un ennesima lite e dopo i suoi calci lo mandai fuori per sempre. in questi anni ho cercato di dimenticare, ma ogni giorno rivivo al risveglio e durante la giornata gli episodi di quel tormento, anzi ora sono diminuite le voci che mi accusavano e assalivano il cervello, ma ho ancora spesso confusione, torbidità alla mente,e paura di uscire ed incontrarlo o incontrare le persone che insieme a lui ho amato e rispettato. Ho paura di uscir di casa, cweco di andare contro la mia volontà, perché mi dico che devo superare quesa .paura e esco, ma quando sono fuori come oggi, mi sento male diversa da altri, li guardo tutti in faccia per vedere chi sono ,come sono……..ho un lavoro di grande responsabilità e non mi posso permettere DI FARE
Cara Floriana,
la cosa migliore per te è stata sicuramente uscire da questa storia che non ti ha causato altro che sofferenza. Naturalmente non e’ facile dimenticare tutto e continuare la propria vita; il dolore e la paura che hai dentro ne sono una prova, ma posso dirti con sicurezza che puoi uscirne, anche se non da sola. Il consiglio che ti do è infatti quello di ricercare di nuovo quello psicologo che ti ha aiutata a mettere a fuoco la situazione e a prendere con coraggio la decisione di troncare il tuo rapporto prima che esso potesse distruggerti. Sono convinta che con il suo aiuto e la tua forza d’animo sarai in grado di superare anche questo.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
STARE O SCAPPARE?
Mi chiamo Denise, e in questo periodo non so più se è meglio stare o scappare. E’ da anni che convivo con un ragazzo, abbiamo due caratteri diversi, ma mi ama veramente anche se a volte non mi sento bene con lui, ma ora il problema è che il suo migliore amico, lui però sposato (e ha un figlio che io adoro), dopo anni che ci frequentiamo, da tre settimane ufficiali diciamo, perchè io già da tempo pensavo a lui, tra un sms e un’altro per scherzare siamo in una brutta bufera.
Ancora non ci siamo visti, ma stiamo malissimo, lui non riesce più a stare in casa sua, esce tutte le sere, dice che non fa altro che pensarmi, ma oltre tutto, ci siamo trovati come in un’uragano, tutti e due stanchi della solita routine, non ci sentiamo capiti da i ns. compagni, sembriamo due ragazzini, stiamo male, sms appena possiamo, ma abbiamo paura….io soprattutto. Lui non capisco se davvero lo fa perchè innnamorato, o perchè si trova in una situazione che da tre anni si trascina per problemi vari di diversi tipi, e io pure, però lui ha già avuto diverse storie con altre ma per sfogo, diciamo che mi ha fatto capire che con me sarebbe diverso, e io non so copsa fare…Non dormo più, in casa con il mio compagno non riesco a far finta di niente, non mangio, non riesco nemmeno a stare dietro alla mia casa. Io ho 24 anni, lui ne ha 30. Anche lui non sa cosa fare, dice che ha bisogno di comprensione, tranquillità, svago, ma di una persona come me. Stasera abbiamo deciso di vederci, ma Lei ci può dire cosa è meglio fare???Io come devo comportarmi, cosa devo chiedergli, dirgli per capire se davvero non è una cavolata passeggera preso da questa situazione come me, in cui entrambi abbiamo gli stessi bisogni? Lui dice che l’unica cosa che lo trattiene ancora li è il bimbo, e io non voglio fare subito una pazzia, in cui subito dobbiamo scappare e abbandonare. La prego mi aiuti, ho disperato bisogno di aiuto, non sto in piedi, ho anche problemi fisici, e la testa mi sta abbandonando. Piango in continuazione……Se mi vuole contattare telefonicamente sono disponibile. Attendo disperatamente una Sua risposta il più breve possibile, prima che….Grazie
Denise
Cara Denise,
Credo che la persona di cui mi parla non sia stata scelta da lei per ragioni obiettive: lui non è migliore del ragazzo che ha e, credo, non ha meriti o qualità particolari. In più è sposato con una persona che credo lei ritenga sua amica, ha un figlio che lei adora, ha avuto giù altre storie extraconiugali e dunque la storia con lei non vi è ragione che sia diversa dalle altre. Penso, in conclusione, che questo ragazzo sia per lei ‘il primo che capita a tiro’ e pertanto, non mi sembra il caso di rovinare il suo rapporto di coppia ed il rapporto di amicizia che vi lega per il bisogno di un’evasione dalla routine. Il mondo è grande.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
LA SITUAZIONE MI ATTANAGLIA
Gradirei avere un parere per una situazione che da qualche tempo mi “attanaglia”.
Sono sposata da 2anni e mezzo, ho 30 anni, insieme a mio marito (33anni) abbiamo deciso dal settembre scorso la ricerca di una gravidanza. Ho quindi smesso la pillola Arianna in settembre dopo 2 anni di assunzione e il ciclo è ricomparso subito, anche se non regolare (non sono mai stata regolarissima). Diciamo che abbiamo subito cominciato a darci da fare ma al dicembre 2004 ancora niente e mio marito si è cosi’ avvilito che è antrato in una fase di depressione che lo ha portato inizialmente alla mancanza dell’erezione (il rapporto iniziava ma dopo pochi secondi dalla penetrazione l’erezione cessava) poi ad un calo del desiderio. Ci siamo rivolti ad uno spicologo che già aveva seguito mio marito 5anni fa per una depressione dovuta al lavoro (ne era uscito con successo). Gli ha prescritto Anafranil 10 in pastiglie (3 al giorno) e Lexotan in gocce (15 alla sera). Sono passati più di 30gg dall’inizio della terapia ma il desiderio sessuale non ritorna: dice che al momento sta bene così.
Abbiamo accantonato la “fretta” di avere un figlio ma decisamente faccio fatica a capirlo: cosa vuol dire che sta bene così? Sottolineo che la sua paura di fallire nel rapporto lo aveva portato ad avere stati di ansia al momento del rientro a casa, perchè aveva terrore che che avremmo fatto sesso e quindi di non riuscire a farlo dato che non riuscuva a mantenere l’erezione. Un circolo visioso. Ora mi chiedo: cosa devo fare? Se provo ad eccitarlo si arrabbia. Poi avevo notato, e lui me lo ha confermato che ultimamente non faceva sesso per il piacere ma con lo scopo di mettermi incinta e se ne è uscito con un:”tutt’ora che rimani incinta siamo a posto così per 9 mesi non ho più l’obbligo di farlo.” Cosa devo pensare? La ringrazio in anticipo se vorrà dedicarmi un pò del suo tempo e le mando i miei più sinceri saluti. Daniela
Cara Daniela,
Penso che la situazione sia evidente: suo marito ha perso il piacere di fare l’amore e per lui questo è diventato un compito. E’ una situazione frequente fra coppie che cercano una gravidanza.
Direi che l’unico modo per far tornare a posto la situazione sia non solo accantonare, per il momento, l’idea di avere un bambino, ma anche tornare a fare sesso per il puro piacere di farlo, possibilmente evitando la penetrazione, o almeno l’eiaculazione in vagina. Un comportamento del genere rassicurerebbe suo marito sulla qualità del rapporto e lo riporterebbe alla situazione precedente. Certamente l’assunzione degli psicofarmaci contribuisce a diminuire il desiderio sessuale, per cui il consiglio che le do è quello di aiutare suo marito a non vedere più nel sesso un dovere e diminuire così, gradualmente, l’assunzione dei medicinali.
Quanto al bambino, è vero, si perderanno degli anni o dei mesi preziosi: ma a che serve far nascere un bambino se i due genitori non vanno più d’accordo?
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
FIGLIA IN CRISI ORMONALE
sono una mamma di una ragazzina di 12 anni in piena “crisi” ormonale…E’ una ragazzina molto brava a scuola e nella danza, ma con atteggiamenti a volte imbarazzanti con i maschietti. Quando tento di farla ragionare sui suoi
atteggiamenti non sempre corretti, non riesce a capire perchè la rimprovero. Tento di spiegare perchè certi atteggiamenti o il suo bisogno di abbracciare o stare vicino alla gente non da tutti è visto in positivo la sua reazione è
quella di guardarmi come se fossi una marziana anzi mi rispode “ma cosa ho fatto”… E’ come se mia figlia fosse di due persone a scuola o in certi luoghi carina corretta gentile, e dall’altra parte esagerata esuberante instancabile.
Come mi devo comportare? Che atteggiamento assumere per far capire cosa per me significa un po’ di “normalità”?
Cordiali saluti Angela
Cara Angela,
A 12 anni la personalità di sua figlia è ormai completamente formata e non credo lei possa fare assolutamente nulla per condurla alla sua ‘normalità’, soprattutto perché, a quanto pare, quando lei le fa osservare qualcosa, la ragazza non comprende i suoi messaggi e la guarda come una marziana. E’ evidente allora che i suoi messaggi non sono efficaci: forse le parole usate, gli esempi, i riferimenti, non sono quelli giusti. Provi a cambiare stile di linguaggio, atteggiamento, contenuti e veda se, quanto meno, riesce a migliorare la comunicazione fra voi. Detto questo, è ovvio che i suoi discorsi saranno non solo compresi, ma accettati, quanto più saranno vicini alla personalità di sua figlia e alle situazioni che sta vivendo in questo particolare momento della sua evoluzione personale.
Quando si ha a che fare con un adolescente, la parola d’ordine è… ‘pazienza’.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
LOTTA FRA DUE DONNE
Frequento da due anni un uomo divorziato con una figlia di 17 anni. La sua ex moglie si è innamorata circa 10 anni fa di un altro uomo, e lui l’ha lasciata non sopportondandone più il tradimento. Pare che lei non intendesse rovinare
una così bella famiglia. Una volta libera, è andata a vivere con l’altro, da cui ha avuto altri due figli. Soprattutto all’inizio, hanno avuto problemi di inserimento sociale e di grande tensione, ed ha cercato di denigrare ed isolare
il marito da amici e familiari, per ottenere sostegno nei confronti del suo nuovo rapporto. Non ha avuto consensi, (la provincia è inesorabile), neanche dalla sua stessa sorella, la quale ha aiutato il cognato ad arredare la nuova
casa. Negli anni successivi, il nuovo convivente si è rivelato un personaggio molto inaffidabile, che con facilità ha contratto debiti, mettendo in serie difficoltà economiche la nuova famiglia.
Ora lei ha lasciato anche il secondo partner, esasperata, tra liti e denunce. In tutto questo, i rapporti tra la figlia grande ed il proprio padre sono sempre stati ottimi, ma la ragazza ha sempre taciuto l’esistenza di qualsiasi problema tra la mamma ed il nuovo compagno. Improvvisamente ha comunicato al padre che lei la mamma ed i fratellini cambiavano casa e andavano ad abitare nel paese dove anche lui risiede, e dove lei frequenta il liceo. Quando l’ex moglie ha saputo, due anni fa, della mia esistenza, ha telefonato all’ex marito, mettendosi a piangere, e dichiarando che era molto seccata e dispiaciuta per la sua relazione. Credo che lui ne abbia avuto intima ampia soddisfazione. Dopo un periodo di
rabbia e rapporti freddissimi, recentemente la figlia ha chiesto al padre di andare a cena nella loro nuova casa, ed un sabato ha chiesto se poteva invitare la mamma a casa di lui, sempre perchè era sola.
Nulla di male, anche se la stessa sorella la descrive come un personaggio così presuntuoso, da pensare di poter disporre dell’ex marito come e quando vuole. Premetto che io e lui viviamo a 600 km. di distanza e ci vediamo ogni 15
giorni, e per le vacanze. Un sabato che io ero da lui, lei ha inviato il seguente messaggio: “se sei sicuro di quello che provi per lei e se pensi che tanti anni di lontananza non siano stati difficili, ok. Altrimenti penso che si
debbano lasciare da parte paure ed orgoglio, e lasciarsi andare per vivere una cosa molto bella” . Lui sostiene che sono fantasie prive di qualsiasi fondamento e che non tornerebbe mai con lei. La sorella di lei, che la sta
aiutando moltissimo anche economicamente, sostiene la tesi del mio compagno, e che sarebbe un suicida se solo pensasse di tornare in un inferno. Sostiene che le difficoltà l’hanno resa ancora più instabile, e che la poverina rende la
vita impossibile anche a lei, pretendendo continua attenzione. Mi chiedo, in tutto questo quadro, quanto sia giusto che per amore della figlia lui continui ad assecondare indirettamente la moglie. Io vorrei un rapporto leale, aperto, di sostegno a questa donna in difficoltà, ma a condizione che rispetti il nuovo rapporto del marito. Non ho alcuna volontà di scendere su di un piano di “lotta tra due donne”, piuttosto vorrei che lui, anzichè farsi gestire dalla figlia, dalla ex moglie o da me, desse prova di maggiore personalità. Mi devo defilare dalla situazione lasciando che lui si comporti nel modo che
riterrà più opportuno attendendo che la figlia cresca, o è bene che in modo educato ma deciso gli faccia notare che sta togliendo smalto al nostro rapporto?
Grazie. Fiammetta
Cara Fiammetta,
La figlia ha diciassette anni e non sette, dunque credo che una scelta in favore della figlia e dell’unità familiare sia solo un pretesto, che copre un rapporto di dipendenza che lui potrebbe avere nei confronti di questa donna. Da questo punto di vista credo che la cosa migliore che lei possa fare è restare alla finestra e guardare come evolvono le cose. Se lui dimostra scarsa personalità, dipendenza ed attrazione verso la moglie, meglio accorgersene per tempo, piuttosto che fra qualche anno, anche in considerazione del poco tempo che state insieme e della vostra lontananza.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
PERIODO ATROCE
ho 40 anni e vivo da 7 con l’uomo che amo e nostro figlio di 5 anni. Siamo sempre stati molto felici ma 4 “atroci” mesi mi sono accorta che lui ha una relazione con un’altra donna. Ne abbiamo parlato tanto, gli ho chiesto il perchè, gli ho chiesto “con paura” di fare una scelta, di allontanarci per qualche tempo (anche se è l’ultima cosa che vorrei) e tante, tante altre parole ma non troviamo una soluzione. Le sue risposte sono queste: lui mi ama, sta bene con me, non può pensare alla sua vita senza di me e il bambino, vuole continuare con noi, insieme, nella nostra casa; mi assicura che non devo avere paura, dice di non poter lasciare l’altra perchè la ama, sta bene con lei e ha da me cose che io non posso dargli, non perchè non ne sia capace ma solo per il fatto che, ovviamente, siamo diverse e gli diamo cose diverse, mi assicura che da parte mia non ci sono state colpe o mancanze nel nostro rapporto. Lui vive con me ma quando è fuori per lavoro, ogni momento è buono perchè loro si incontrino, li ho visti già due volte insieme in macchina (può immaginare la sofferenza!) e ho visto la sua macchina sotto casa di lei. Più di una volta è uscito con lei la sera fino a tarda notte, lasciandomi in lacrime, consapevole e sofferente, mi sembra di morire ma ho il bambino e mi devo fare forza e poi,
cosa fondamentale io lo amo ancora molto profondamente e intensamente. Lui mi sta chiedendo di rispettare la sua sclta di avere tutte e due, io proprio non ce la faccio anche se quando mi dice che esce non gli dico “no”, penso che, per
amore, devo concedergli la sua libertà se lo voglio felice, ma io mi sento morire. Quando ce la faccio lo abbraccio perchè è la cosa che desidero di più, sentirlo vicino, sono ancora disponibile ad avere rapporti sessuali con lui,
quando me lo chiede, lo faccio con amore, lo desidero ma sento la disperazione dentro. Da 4 mesi non dormo più una notte in maniera continuativa, piango in continuazione, ho dei disturbi fisici ed emotivi … sono disperata! So che la
mia domanda è superficiale ma vorrei chiederle: “cosa ne pensa? per quello che può servire nella mia situazione ha da offrirmi un suggerimento?
Grazie da una donna che ama disperatamente!
Loretta
Cara Loretta,
Se due donne, che sono diverse fra loro, possono dare ad un uomo cose diverse, perché allora non averne tre, o meglio dieci ? Lei capisce che non può essere questa la base di un ragionamento serio, perché se guardiamo solo agli istinti è ovvio che suo marito sia in questo momento più soddisfatto che se avesse solo lei, ma poiché siamo esseri umani e ci siamo dati delle regole etiche e sociali per consentire la pacifica convivenza, nei gruppi e nelle coppie, è ovvio che suo marito dovrà, prima o poi costringersi ad una scelta. Forse lui la rassicura perché sa che, passata la tempesta emotiva dalla quale oggi sembra travolto, tornerà da lei e dal vostro bambino.
Sono sicura che se lei avrà pazienza succederà così e più avrà pazienza, più lui si renderà conto di quanto grande sia il suo amore nei suoi confronti e ci penserà bene prima di decidere di lasciarla.
Tutto sta a capire se questa persona merita davvero questo sforzo di pazienza: se si, non ci pensi due volte e faccia di tutto per aiutarsi a superare questo difficile momento, cavalcando questa tigre impazzita. Si mostri amorevole e comprensiva, ma non si faccia vedere infelice, piangente o depressa: questo darà a lui la sicurezza del suo amore e potrà dilatare i tempi. Meglio sopportare, ma senza farsi annientare, anzi reagendo come e meglio può con persone, cose e luoghi che possano aiutarla a portare altrove il suo pensiero. Se invece non ne vale la pena… Lo lasci andare dove lo porta il cuore !
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
PADRE SEPARATO
Sono un uomo di 45 anni e da circa 1anno e mezzo vivo da solo perche’ la vita di coppia si era ridotta ad una semplice convivenza tra adulti senza piu’ amore e rispetto. Abbiamo un figlio di 14 anni che purtroppo responsabilizza il sottoscritto per questa separazione,convinto da sua madre che io mi sia allontanato da casa per un altra donna.
Negli ultimi anni, sua madre ha avuto un comportamento da single, usciva di sera, andava fuori città nei week-end
Tenga conto che circa 5 anni fa,volevamo separarci e accordati con gli avvocati per un giorno preciso, la signora ha innescato un furibondo litigio(cercava di spaccare tutto quello che aveva per le mani)ma il grave e’ che nostro figlio ha assistito alla scena perche’ alzatosi da letto risvegliato dalle urla di sua madre, la quale oltretutto ha chiamato i carabinieri ed io per il bene del bambino mi sono allontanato la sera stessa, presso un mio amico.Sono poi rientrato in casa circa 2 mesi dopo perche’ lei (affetta da Depressione ciclopatica) attraversava il periodo negativo della malattia e cosi’ ho riprovato a rimettere in piedi la cosa.
Ad oggi mi ritrovo con mio figlio che non riesce a comprendere in generale che nella societa’ bisogna affrontare mille e piu’ problematiche e che il rapporto con gli altri non puo’ non essere valutato per “sentito dire”, ma vagliato di persona.
Lei continua ad utilizzare il ragazzo per farmi passare per un padre che non s’interessa a lui e gli ripete piu’ volte che io ho un altra famiglia(frequento saltuariamente una persona che a sua volta ha 1 figlio, ma ognuno poi torna nella propria casa).L’unica volta che l’ha vista con suo figlio che erano venuti a vedere giocare mio figlio, ha fatto una scena da isterica e strattonato nostro figlio, allontanandolo in maniera brusca). Sicuramente la mia sofferenza mi impedisce di affrontare la questione con mio figlio, che tra le altre cose, ha un atteggiamento aggressivo a livello verbale come d’altronde ha anche nei suoi confronti, e quando e’ con me, mette sempre in dubbio che io conviva con questa persona e suo figlio(sua madre dice”grida”questo).Ad oggi, contattati gli assistenti famigliari,attendo che il ragazzo sia sentito da una pedagoga, sperando anch’io, ma sopratutto sua madre,cosa pensa effettivamente di tutta questa faccenda.Penso, comunque che , sino a quando non accetta lei la separazione non si potra’ avere ritorni “normali” a livello di comportamento da nostro figlio. Un ultima cosa:lei e’ in cura(almeno penso lo sia ancora),da uno psichiatra,ma purtroppo il proprio carattere la porta a comportarsi come sembra giusto a lei e il mondo deve girare come lei vuole.
Non so ‘ cosa fare, io mio figlio l’ho sempre seguito e vorrei che valutasse in generale, l’interlocutore che ha di fronte, sia l’amico, il parente,il compagno di scuola, suo padre eccc.Da parte mia, in molti casi purtroppo, ho un carattere che tende a non imporsi ma a parlare delle cose, anche se con mia moglie questo non e’ stato possibile per i motivi sopradescritti. E da lei mi sento accusare di comportarmi troppo nervosamente ed essere intollerante nei suoi confronti.
Ancora oggi lei si organizza come meglio crede e gli altri si adattano alle proprie organizzazioni, mio figlio a d esempio, dorme da mia suocera, la sera che lei deve uscire.
Puo’ gentilmente consigliarmi per il meglio?
Grazie di cuore
Papa’ L.
Caro Papà L.
Ho letto con molta attenzione la sua lettera e mi sono accorta che in essa non vi è nemmeno un riferimento a suoi eventuali errori, che possano aver contribuito a rovinar il rapporto con sua moglie. L’unica cosa negativa che si riconosce è la debolezza verso l’aggressività di suo figlio e di sua moglie. Lei capisce che questa è solo apparentemente un’ammissione di colpevolezza, perché riconoscendosi il torto di essere ‘vittima’ non fa che confermare le accuse verso gli altri. Ora, le sembra possibile che lei in vita sua non abbia sbagliato mai nulla, non abbia detto o fatto cose che possono aver ferito qualcuno? In genere, quando c’è una rottura, bisogna per prima cosa compiere un onesto insight dentro sé stessi e capire in cosa si è sbagliato.. Riconoscere gli errori, accettare le critiche, non è un segno di debolezza, ma di forza: tutti noi siamo in continua evoluzione ed il riconoscimento dei propri errori, in modo da correggerli o comprendere meglio le ragioni degli altri, può essere un ottimo punto di partenza per proporre una mediazione, un compromesso. Se lei non vive con questa nuova donna, ma vi frequentate nelle reciproche abitazioni, c’è poca differenza: perché non ammettere che le cose stanno effettivamente così? Insomma, il consiglio è quello di mantenere, prima di tutto con suo figlio, ma anche con sua moglie, un rapporto sincero, civile, fatto di reciproco rispetto, dove non conta quello che si è fatto in passato, ma quello che si decide di fare per il futuro, in modo che tutti possiate essere felici, sebbene separati.
Se non ce la fa, si faccia aiutare da uno psicologo.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
FIGLIA INDOLENTE
sono la madre di una ragazza di 22 anni, studentessa universitaria. Penso che avrebbe bisogno di aprirsi con uno psicologo, ma non ne vuole sapere. Quindi mi sono decisa io. Dal mio punto di vista è indolente, non vuole saperne di faticare per qualsiasi obiettivo, nè di sacrificarsi per ottenere qualcosa, non ne sente la necessità o non ha alcun obiettivo a cui veramente tenga. Ha qualche amicizia, ma sta molto volentieri da sola. Lo sport è fatica, quindi non se ne parla proprio. Passa da periodi di voracità a propositi di dieta ferrea che poi per fortuna non segue. E’ sempre stata in lotta con la bilancia, in sovrappeso dalla nascita. Storie d’amore ne sono nate tante, ma non durano. Non so proprio cosa fare. Ultimamente l’ho messa alle strette con lo studio, pretendendo che dia il massimo, altrimenti si chiude il discorso Università. Che mi consiglia? Marisa
Cara Marisa,
A volte i giovani quando si comportano così non sono semplicemente indolenti, ma depressi. Purtroppo molti pensano che la depressione sia come un raffreddore e che quindi, con un po’ di pazienza, prima o poi passerà. Purtroppo non è così, o almeno non è sempre così: la depressione può far insorgere ad esempio delle fobie, per cui dopo uscire di casa da soli può essere causa di stress, incontrare delle persone e doverci interagire può provocare attacchi di panico. La disistima che si ha di sé può portare ad una dismorfofobia, ovvero vedersi mostruosi, anche se si è del tutto normali ed infatti sua figlia ha dei disturbi alimentari che confermano questo genere di vissuti. Ora, non si può obbligare nessuno ad andare dallo psicologo, perché oltre tutto non funzionerebbe, ma si può dare il buon esempio: ci vada lei per prima !
In fondo, lo stress che le procura questa situazione non è abbastanza per fare una decina di sedute di sostegno, allo scopo di ritrovare un po’ di serenità? Sua figlia, vedendo i suoi miglioramenti, quanto meno ci penserà con maggiore cognizione di causa.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
LUI E’ GELOSO
Sto vivendo una storia d’amore con un ragazzo che ha un modo esasperato di affrontare le discussioni.
Il tema su cui si discute è sempre lo stesso, i miei possibili tradimenti. Ciò si dovrebbe verificare ad ogni istante, ma specialmente quando esco con le mie amiche.
Non sopporta che mi vesta troppo appariscente, riscontro la sua approvazione (cioè non mi critica) quando sono vestita mediocremente. Ha paura di ogni mio contatto con l’altro sesso. A tal proposito egli non pensa ad un sano scambio intellettuale, una semplice interazione, ma va su tutte le furie dandomi appellativi volgari, e pensando solo al sesso come unica dimensione nell’interazione fra due persone del sesso opposto. Poi ho notato che quando mi porta all’esasperazione, quasi si renda conto delle sue fantasie, cede, sorride, come se fosse stato tutto un gioco, ma poi basta un niente e si ritorna alla stessa situazione di prima.
Insomma non c’è in lui una presa di coscienza del suo comportamento, ed io penso di dare sempre ogni volta il massimo per fargli comprendere che si sbaglia. Quando la storia era ai primi albori, subivo completamente la sua ira, ed in un certo senso mi lasciavo andare, pensando che in fondo dimostrandogli tutto quello che lui voleva, si sarebbe reso conto di quello che stava facendo. Ma poi, dato che il suo comportamento peggiorava, mi son resa conto che il problema non ero io, ma lui.
E’ arrivato anche alle mani. Sporadicamente ma è capitato. Ho notato che quando beve è ancora più violento con le parole, e con i gesti. Più volte gli ho detto che il suo è un comportamento anomalo, gli ho proposto di andare insieme a parlare con qualche psicologo. Ma la verità è che non vuole far sapere a nessuno che sta vivendo un problema. Da cosa può derivare la sua esasperata volgarità nel modo di porsi quotidianamente nelle discussioni?E’ possibile che le sue accuse nei miei confronti siano in qualche modo una proiezione di se stesso nel rapporto con l’altro sesso?E’ davvero normale un comportamento del genere?
La ringrazio per la sua attenzione, io ormai non so più cosa fare.
Mirella
Cara Mirella,
La gelosia è un sentimento normale; non è normale invece alzare le mani o pretendere che la propria ragazza vada in giro con il burka, per non far cadere gli altri in tentazione.
Qui secondo me il problema non è psicologico, ma culturale: il suo ragazzo, in altre parole, non ha fiducia nelle donne e ciò che pensa veramente è quello che le dice quando beve (in vino veritas dicevano i latini). Sta a lei decidere se l’apertura mentale è tra le caratteristiche desiderabili del suo partner o se per lei contano di più altri valori (es. bellezza, denaro ecc.)
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
PROBLEMI DI LAVORO
sono una donna di 52 anni e lavoro da quasi 9 anni in una struttura per anziani, come badante privata. Ho sempre lavorato bene ,con soddisfazione e il lavoro non mi era mai mancato,Ora da un pò di tempo la direzione,non mi assegna più nessun lavoro,alle mie richieste mi rispondono che non c’è lavoro,e questo invece non è assolutamente vero,perchè poi vedi che lo assegnano a qualcun’altra.Mi sono fatta tante domande al motivo di questo rifiuto,ma non riesco a trovare una risposta ,pur essendo molto obbiettiva.Mi pare di essermi sempre comportata bene,anche perchè se così non fosse avrei sicuramente avuto dei rimproveri dalla Direzione,Questo problema per me è veramente importante,anche perchè ho davvero bisogno di lavorare,ho un figlio che studia e tante necessità. Ora sto pensando di lasciare questo lavoro, purtroppo a malincuore,anche perchè alla mia età non è facile trovare qualcos’altro.Cosa potrei fare per farmi “accettare” da queste donne che compongono la Direzione? Perchè sono così antipatica a loro?Io saluto sempre e loro cercano addirittura di non rispondere al saluto facendo finta di non vedermi. Davvero sono molto abbattuta e non riesco più a dormire nemmeno di notte. La saluto e la ringrazio Maria
Cara Maria,
Quando si parla in termini astratti di ‘mobbing si pensa a questo fenomeno come qualcosa che non ci riguardi nella realtà. Quello che lei invece sta vivendo è proprio un caso di mobbing: infatti, intorno a lei, nel suo posto di lavoro, si è creato un ambiente ostile che tende a sconvolgere il suo equilibrio affettivo ed il suo senso di autostima, portandola a rassegnare le dimissioni.
Lei può proteggersi da tutto ciò rivolgendosi ad un legale o ad un sindacato. O altrimenti, si metta in proprio: il lavoro come badante non è certo in crisi!
Cordiali saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
LO AMO MA…
sono una ragazza di vent’anni e le scrivo perchè da troppo tempo vivo una situazione angosciante..Sono fidanzata da quasi due anni con un ragazzo che amo alla follia, che prova altrettanto per me, ma che,ahimè,ha un carattere bruttissimo che spesso lo ha portato a mancarmi di rispetto e a trattarmi male.La nostra storia è un alto e basso continuo:si passa da momenti paradisiaci in cui lui sembra il compagno ideale, dolce e pacato,ad altri in cui scoppiano liti allucinanti che,pur partendo da sciocchezze, degenerano e lo portano a dire e fare cose assurde,a offendermi,mortificarmi..tante volte se n’è parlato,ho provato a fargli capire ke non può mancare rispetto e stima in una storia,e che così mi ferisce a morte. Lui capiva i miei discorsi, era mortificato,e riusciva sempre in qualche modo a farsi perdonare.E poi risuccedeva..Come ieri sera,quando in un altro dei suoi attacchi d’ira mi sono sentita dire che non valgo niente.Pesa come un macigno questa frase.Ormai sono rassegnata,so che le cose non cambieranno mai radicalmente e che è una storia destinata a finire,e io per prima in cuor mio mi auguro che non sia lui il tipo
di persona con cui dividerò la mia vita,una famiglia..So che dovrei lasciarlo,perchè anche se non lo fa con cattiveria ha una immensa capacità di ferirmi,e mi dispiace per me stessa ritrovarmi a vent’anni in questa situazione,io che sono sempre stata carica di autostima e buoni valori.Il problema è che pur pensando queste cose,non riesco a metterle in pratica!Io non so veramente come spiegarmelo,la sola idea di stare senza di lui mi fa mancare l’aria..Ho provato a lasciarlo quest’inverno,lui continuava a cercarmi ogni singolo giorno e io ero talmente tanto depressa che alla fine ho ceduto,sono tornata con lui e per me è stata la cosa più bella del mondo.Sono stati due mesi che vorrei proprio dimenticare,mi erano venute mille fobie,paranoie,non riuscivo neanche più a star sola nella mia stanza,e questo mi fa anche tanta rabbia perchè è odioso che una persona possa avere tanto potere su di me.
La prego di perdonarmi per la lunghezza della lettera..volevo che avesse una panoramica completa della situazione.. Attendo con ansia un suo parere.
Gaia
Cara Gaia,
E’ la famosa storia del carnefice e della vittima: non ha sempre ragione la vittima, sa? A volte infatti, è la vittima a dare il potere all’altro, per fargli fare il carnefice. In questo modo la ‘vittima’ ha il beneficio secondario di non dover prendersi la responsabilità di scegliere, di agire, di cambiare la sua vita. Se lui fa il carnefice, è lei che glielo permette. Lei è perfettamente libera ed in grado di decidere se starci insieme o lasciarlo. Se decide di starci insieme e poi sta male però, non se la prenda con la cattiveria di lui, quanto con il suo rifiuto di voler decidere in proprio della sua vita.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
RAGAZZA MADRE
sono una ragazza madre di 31 anni, mi chiamo M., ho una bimba di sei anni e mezzo. Il padre la vede a week end alterni, e abbiamo una situazione difficile perché siamo regolati da un decreto del tribunale minorile di b., e abbiamo continui litigi perché lui la vorrebbe sempre con se, nonostante io viva in una diversa città e ci siano notevoli viaggi da far fare a nostra figlia. Le parlo della mia Situazione difficile, per farle capire in che situazione sono già. Dopo il padre, con cui ho avuto una relazione di tre anni, non ho più avuto una storia che durasse più di sei mesi, e sono passati sette anni. Ne ho avute tre, di cui l’ultima mi sta rovinando davvero. E’ iniziata nel settembre del 2003, stavamo bene, poi lui dopo quattro mesi è scappato. Mi ha detto che non riesce ad amare dopo che è finita la storia che è durata dieci
anni e finita cinque anni fa. Che per il mio bene, per non distruggermi lui scappa. Ho aspettato, ci sentamo ogni giorno due volte mattino sera, viene da me e mi regala tante cose, piangeva e mi diceva che non capivo che mi vuole bene, che sono unica. Non mi ha più dato un bacio, cosa di cui ha il terrore, e neppure c’è più stato sesso. Però mi prende la mano, mi abbracia teneramente,mi accarezza, siamo agli occhi degli altri una coppia per strada ma nulla. Un anno e mezzo e nulla, lui è come di ghiaccio. Ma non ha nessu’altra, perché lo sento sempre e lui stesso dice che se dovesse avere un’altra sarebbe perché non prova quello che prova per me più. Sto impazzendo, e soffro molto, ogni giorno.
Mi sento sola. Voglio molto bene a mia figlia e dedico a lei tutto. Ma sento tanto il bisogno di un uomo vicino. Non riesco a uscire da questo perché sono innamorata. Mi sento come una naufraga che sta affogando e lotta ma non ce la fa più. So che non posso smettere di amarlo, e lui non penso che tornerà mai. Ma cosa devo fare? Gli mando mail con scritto quello che penso, glie lo dico, ma poi torna tutto come prima e si torna ogni giorno a fare finta che questa situazione assurda sia normale.
grazie dell’ascolto, grazie
M.
Cara M,,
Per salvarti hai un’unica chance: allontana questa persona. Lui non solo ha dei seri problemi personali, ma influenza negativamente anche la tua vita, perché non ti permette di allacciare nuove relazioni. Dal tono della tua lettera capisco che tu hai tanto bisogno di affetto e di qualcuno che ti ascolti: prova ad andare dallo psicologo, cercati un padre confessore se sei religiosa, datti al volontariato, iscriviti a qualche forum… Insomma, cerca di capire che è solo una forma di pigrizia mentale e si insicurezza ciò che ti lega a lui, non è amore. Reagisici!
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
SEPARAZIONE
dopo 20 anni di matrimonio mia moglie ed io ci stiamo separando. abbiamo una figlia di 15 anni che conosce i dettagli della nostra decisione mentre il bambino di 6 anni è soltanto a conoscenza che mamma e papà non vanno più d’accordo. da pochi giorni gli ho detto che ho preso un appartamento e che con la mamma abbiamo deciso che papa’ andra ad abitare in questa nuova casa a pochi chilometri di distanza.io sono dell’opinione che un distacco graduale sarebbe meno traumatico per il bambino e così pensavo di trasferirmi gradualmente
(prima una notte..poi due..poi tre e così via).mia moglie invece pensa che il distacco dovrebbe essere netto.
ci puo’ dare un suggerimento in merito?
grazie mille
mv
Gentile mv,
Credo che, se il vostro rapporto si mantiene civile e non ci sono liti furibonde tra di voi, la sua posizione sia preferibile: con la gradualità ci si abitua a tutto, soprattutto quando le cose non sono liete.
Auguri!
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
Visita anche:
www.giulianaproietti.it