Lettere a Dr. Giuliana Proietti
DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico 2001-2011
Pagina n. 15
LEI NON MI ATTIRA PIU’
Gentile dottoressa, ho quasi 50 anni e da quasi otto ho una relazione con una donna che io trovo molto particolare, attiva e intelligente. Con lei ho stabilito un rapporto profondo, ma ora di difficile gestione. Mi spiego meglio: il primo anno è stato come si può immaginare tutto fuoco e dalla mia parte, non solo nonoestante, ma proprio grazie al fatto che ci comportassimo in maniera “libera” nella nostra vita – quindi con altre storie più o meno durature e parallele – ho sviluppato un’enorme dialogo e attenzione nei suoi confronti e una grossa profondità di rapporto. Poi la cosa si è modificata: lei ha cercato di spostare l’asse di equilibrio sull’amore e io mi sono sentito tradito. Tradito perché ho visto un gioco pianificato, un gioco di conquista che prevede la “cattura” dell’uomo con il sesso èer traghettarlo sul piano della relazione stabile e costruttiva. Dapprima fu un enorme delusione, poi visto che il rapporto era comunque intenso cercai di seguirla su quella strada. Ma così facendo senza saperlo segnai l’inizio di una situazione tormentata che prosegue tutt’ora. L’interesse sessuale pian piano verso di lei è svanito sino a raggiungere dei minimi spaventosi, sino al rigetto. Mentre il sentimento nei suoi confronti è sempre rimasto uguale. Ho bisogno di sentire la sua voce e di sapere che è viva e che sta bene, e passare il tempo con lei è bello e piacevole, solo che dopo due giorni assieme rientro a casa – abitiamo in differenti città – e ne passo altrettanti in depressione. Fisicamente dormiamo anche assieme e mi sveglio che sogno di fare del sesso con chiunque tranne che lei. Quelle rare volte che la tradisco il fisico ringrazia, ma non riesco a godermela perché mi sento in colpa pensando che a lei farebbe del male saperlo… e via così. Lasciarla e dimenticarla mi sembra un’ eresia e un atto contro ogni valore umano, e il famoso “sano egoismo” non mi sembra che debba ricevere un tributo tanto pesante. D’altra parte così non ho una vita sessuale che si possa dire vissuta… Tutto questo senza contare che anche lei è coinvolta in questa scomoda ruota che gira senza fine e che come donna credo che non la viva meglio di me.. Per quante parole abbiamo speso, non riesco a trovare una soluzione che si possa realisticamente applicare.
Gentilissimo,
Anzitutto non mi sembra giusto attribuire alla sua compagna il progetto di irretirla attraverso una sorta di adescamento sessuale… Siete persone adulte e se lei non voleva coinvolgersi in un rapporto sentimentale, ma avere solo storie di sesso, poteva benissimo troncare la relazione rivolgendosi ad altre persone. Mi sembra che lei senta questo legame come una sua colpa, o come una sua debolezza, il che secondo me è un atteggiamento sbagliato, dal momento che una vita intensamente vissuta, come quella che lei vorrebbe avere, non è fatta solo di soddisfazioni sessuali, ma anche di affetti, di relazioni.
Quello che oggi succede al vostro rapporto di coppia è quello che, purtroppo, succede quando la routine e la scontatezza del rapporto supera l’attrazione fisica che c’è fra i due partners. Che fare? Tradirla, come lei dice, non la soddisfa interamente perché la fa sentire in colpa, lasciarla non le è possibile perché ha bisogno di sentire che è viva e che sta bene (sic!)… Se stabilisse una nuova relazione con un’altra persona, dopo qualche anno/mese si troverebbe ancora nella medesima situazione. Una soluzione vera e definitiva dunque secondo me non c’è. Detto questo, si può comunque cercare di migliorare la qualità della propria vita cambiando atteggiamento mentale, riducendo ad esempio le aspettative. Infatti, se una persona si aspetta che la sua vita sessuale debba essere sempre e comunque vissuta ad altissimi livelli non può che vivere di frustrazioni, visto che la realtà è ben diversa da questo ideale di perfezione. Forse varrebbe la pena prendere quello che c’è, goderselo, impegnandosi sempre per migliorare. Fra le cose che le suggerisco per migliorare c’è sicuramente una terapia di coppia, ma anche un dialogo diverso con la sua partner, la quale, forse, prova la sua stessa noia, se non di più. Perché non parlarne con lei?
Cordialmente,
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
PROBLEMI SESSUALI CON LE ALTRE
Buongiorno, sono un uomo di 54 anni, sposato. Con mia moglie difficilmente ho problemi di erezione, mentre con altre donne si, mi prende una specie di consapevolezza di non riuscire e così avviene. Dopo un consulto con il medico, egli mi ha consigliato di prendere Levitra da 10 mg e così io riesco ad avere erezioni e rapporti, direi alla grande, fino a 4-6 in 24 ore. Il medico dice che è un fatto psicologico ed io sono d’accordo con lui. Il fatto è che io vorrei fare a meno del farmaco ma questo mi riprovoca mancanza di erezione. ripeto solo con altre donne, con mia moglie non ho di solito problemi. grazie.
Gentilissimo,
I problemi psicologici cui accenna sono probabilmente sensi di colpa causati dal tradimento: evidentemente il legame con sua moglie è ancora forte e andando con altre donne lei sente di trasgredire una regola morale importante che si è dato. Scusi ora per la domanda che vorrei farle da donna (e non da psicologa!) e che sorge del tutto spontanea: è proprio così necessario per lei imbottirsi di farmaci per avere prestazioni adeguate con altre donne, quando con sua moglie va tutto bene? Misteri della vita.
Cordialmente,
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
NON SOPPORTAVO LA MADRE
ciao mi chiamo federica!!!! sono uscita da 9 mesi da una storia importante!dopo 4 anni di fidanzamento io lo lasciato per via che non sopportavao più la mdre che viveva con noi!! in questi 9 mesi io ho avuto delle avventure ma malgrado i miei sforzi appena lo rivedevo lasciavo la persona con cui stavo e cercavo di rimprendermelo!!!! ora lui ha saputo tutto e mi ha perdonato qualsiasi cosa ma io non so se lo amo oppure no!!!! lui mi ha chiesto di tornare insieme ma se torniamo insieme io devo cambiare e sopratutto devo rinunciare alla mia libertà!!! io un mese fa ho conosciuto un ragazzo con il quale ci stavo benissimo apparte la gelosia nei miei confronti e appena o rivisto il mio ex lo lasciato cm al solito!!! ma sento dentro di me che c’è qualcosa per questo ragazzo ma non so cosa sia!!!! so solo che non so se voglio tornare con lui oppure riniziare una nuova storia con quest’altro!!!! non lo so !!!! cosa mi consigliate di fare??’
Cara Federica,
Per vivere felicemente in coppia occorre saper superare i propri egoismi e saper donare all’altro anche parte della propria libertà. E’ difficile, lo so, ma in fondo è una scelta che nessuno ti obbliga a fare…
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
LUI ASPETTA CHE GLI CADA TUTTO DAL CIELO
chiedo aiuto ,, sto attravesrando una profonda crisi con mio marito .. ho 33 anni lui 35 sposati da 10 , senza figli .. non sono mai stata una donna molto focosa .. diciamo che rientro nella normalita’ ,, il giorno prima di fare la seconda visita x fare l’inseminazione artificiale lui mi dice che non se la sente .che e’ da un po’ che non prova piu’ desiderio verso di me ,,non per il mio aspetto tutti mi dicono che sono una bella donna . mi confessa che da 4-5 mesi ha conosciuto un’altra ,,la nostra vita sessuale da un po’ era labile 2 -3 volte al mese ma io pensavo che fosse un po’ di stress x i troppi impegni e x il fatto dll’inseminazione … cadiamo in crisi ma comunque ci vogliamo riprovare ma lo stiamo facendo in modi diversi .. io cerco di sforzarmi x andare verso di lui cercando di fare di tutto anche dopo quello che mi ha fatto.. mentre lui aspetta che gli cada tutto dal cielo e che gli venga la voglia da sola senza impegnarsi verso di me ,, voglio recuperare il rapporto xche’ ne vale la pena ,, sulla bilancia ci sono piu’ cose positive che negative .ma non so cosa fare…
Gentilissima,
La cosa da fare è tentare una terapia di coppia, ma solo dopo essersi accertati che la relazione/ infatuazione nei confronti dell’altra donna sia giunta a conclusione. Infatti, è inutile tentare di riscrivere le regole della coppia, cambiare radicalmente le abitudini ed i comportamenti dei due partners, anche dal punto di vista sessuale, se uno dei due non si sente pronto e convinto ad impegnarsi in questo cambiamento. Credo inoltre che il lungo periodo di infertilità e la decisione per la fecondazione assistita l’abbia molto indebolita nel suo rapporto di coppia: lui infatti sa benissimo che una donna che vuole a tutti i costi diventare madre ha bisogno di un compagno fisso… Dunque, suo marito sa bene che, in questo momento, lui è libero di assumere qualsiasi atteggiamento, tanto lei sarà sempre pronta a riaccoglierlo. Forse mettere in dubbio queste sue certezze potrebbe aiutarlo ad essere più fermo nei suoi propositi.
Cordialmente,
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
LUI VISITA SITI HARD
Salve utilizzando il pc di mio marito ho scoperto qualche tempo fa che visita con regolarità siti hard da moltissimo tempo, inoltre aveva creato diversi account su siti hard amatoriali dove sotto mentite spoglie chattava con altre persone e partecipava a forum . La cosa mi ha lasciata notevolmente sconcertata, ferita e arrabbiata e non per una questione morale perchè comprendo benissimo che la sessualità maschile è molto diversa da quella femminile e che è notevolmente influenzata da atteggiamenti voyeristici, ma perchè ho scoperto un lato di lui che non immaginavo lontanamente.Ho sempre pensato che il nostro rapporto fosse molto sincero e scoprire che lui ha un mondo nascosto con gusti sessuali e pulsioni dei quale non mi ha mai resa partecipe ha gettato un pò di dubbi su tutta la nostra relazione.Appena fatta questa scoperta ne ho parlato subito con lui che si è giustificato dicendo che era solo un gioco e che era molto dispiaciuto per l’accaduto.Inoltre ho scoperto che con una donna si è sentito telefonicamente (telefonata hard) e successivamente le ha scritto chiedendole di sentirsi nuovamente perchè aveva provato emozioni che da tempo non provavi più.. Mi ha detto che avrebbe rimosso tutti gli account e che non si sarebbe più collegato a certi siti e che la telefonata era avvenuta prima di conscerci..(bugia). Invece ho verificato che nonostante abbia cancellato tutte le registrazioni , si collega ancora su siti hard per visionare filmati e foto e scrive ancora su dei forum. Il risultato è che mi sento molto a disagio , mi chiedo spesso se gli piaccio ancora se ha intenzione di tradirmi,mi sento inadeguata e non riesco a comprendere il suo comportamento.In un certo senso la sto vivendo come se avessi scoperto un tradimento da parte sua, anche se non c’è stato nulla di fisico (a parte la telefonata…spero). Vorrei sapere come affrontare questa situazione,se è normale un comportamento simile per un uomo oppure se mi devo preoccupare e in che maniera posso definitivamente chiarirmi con lui. Grazie per l’aiuto.
Gentile signora,
Occorrerebbe capire bene cosa lei intenda per “preoccuparsi”. Il vostro matrimonio non credo sia a rischio, ad esempio, se questa fosse una preoccupazione, perché come lei stessa dice suo marito fa questa cosa da moltissimo tempo e, per quanto lei ne sappia, non c’è stato nulla di fisico, tranne una telefonata. Se le cose stessero veramente così potremmo dire che probabilmente suo marito sente il bisogno di eccitarsi con questo materiale, ma poi, sempre per quante ne sappiamo, i rapporti sessuali veri e propri li ha solo con lei. Preoccuparsi per un’eventuale escalation nella frequentazione di questi siti? In teoria è possibile, perché quando si entra in determinati meccanismi si sviluppano delle dipendenze: suo marito tuttavia fa questo da tempo e questa abitudine non sembra aver arrecato problemi alla sua vita familiare, lavorativa, affettiva e sessuale. Dunque, anche qui preoccupazioni serie forse non dovrebbero essercene. Credo che l’unica cosa di cui lei dovrebbe veramente preoccuparsi è la possibilità che lei perda la stima per suo marito, stancandosi delle sue bugie e dei suoi passatempi privati. E’ lei che deve capire se, e fino a che punto, questa situazione la infastidisce o la tormenta; è lei che deve capire se, nel vostro rapporto di coppia, può esserci spazio per questi comportamenti, oppure no.
Cari saluti.
Dr. Giuliana Proietti
DESIDERO UNA VITA INTIMA
Ho 50 anni, tre figlie di 16, 14 3 12 anni, sposata da 20. Lavoro da sempre, sono insegnante e ho realizzato da mooto tempo che il mio matrimonio è di fatto inesistente. Mio marito da cinque anni non ha più rapporti con me, trova il sesso e i rapporti fisici in genere non piacevoli, anche se davanti agli amici sembrerebbe uno che fa sesso dalla mattina alla sera e non disdegna di occhiate e comlimenti tutte le donne che vede. Non riusciamo più a parlare di niente senza litigare, siamo in totale disaccordo su tutto, la casa, l’educazione delle figlie, i rapporti con gli amici…Lui, come tanti, si aspetta tutto da me, che lavori perchè con il suo magro stipendio avremmo problemi, che mi occupi della casa perchè lui vuole vivere nell’ordine, che mi occupi delle figlie perchè è un compito della mamma, che non mi lamenti perchè alla sera vuole solo rilassarsi davanti alla televisione e poi dormire. Da un po’ di tempo soffro di crisi di mancanza di respiro e mi sento tanto sola. Desidero tanto una vita intima, ho pesino pensato di trovarmi un amante ma poi mi persuado che sarebbe una cosa senza senso e tiro avanti rassegnata.
Gentile signora,
La sua lettera è molto breve e dunque mi è difficile tentare di analizzare le possibili cause. La prima cosa che mi verrebbe da pensare è che lei, a seguito della nascita delle sue figlie, a distanza di due anni l’una dall’altra, abbia perso interesse per la sessualità e, per non sentirsi in colpa nei confronti di suo marito, abbia cercato di ripagarlo lasciandogli campo libero in tutte le situazioni che descrive. Questa rassegnazione che lei mostra di avere non le fa bene: le regole che vigono nella vostra famiglia sono umane, sono vostre, non sono leggi divine. Se non funzionano, se non piacciono, esse possono essere cambiate, a partire da oggi stesso.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti Ancona
LAPSUS
Salve! volevo chiederle… si tratta sempre di “lapsus”quando ci si confonde/sbaglia nome di una persona? ieri ero col mio ragazzo,stiamo da poco insieme,appena un mese. mentre si parlava scherzando invece di fare il mio nome ha fatto quello della sua ex! ma non stava scherzando,nel senso non l’ha fatto apposta,gli è uscito proprio. io lì per lì son rimasta interdetta,poi dopo un attimo ho realizzato…e ho pensato “ha fatto qualche collegamento,inconsciamente o consciamente ha fatto qualche collegamento” però non sono riuscita a fargli nessuna domanda. tornata a casa poi…ho mandato un messaggio chiedendo di pensarci e farmi sapere cosa ha pensato,che collegamento avesse fatto…forse sbagliando non lo so. La ringrazio anticipatamente!
Sicuramente deve esserci stato un collegamento, ma non credo lei possa offendersi per questo, o considerarla una mancanza di rispetto e di attenzioni. In questo caso infatti, il lapsus non svela niente di sconosciuto: è probabile che lui a livello inconscio vi assimili sotto certi aspetti, vi paragoni in altri. E’ una cosa che capita a tutti e che svanirà solo con il tempo e con la costruzione di nuovi automatismi mentali.
Cari saluti.
Dr. Giuliana Proietti
DOMANDE SUL MIO MATRIMONIO
Gentile Dottoressa, le scrivo dopo aver trovato il suo sito su internet. Vorrei farle qualche domanda relativa al mio matrimonio. Premetto che mio marito non è mai stato sessualmente molto attivo (posso anche dirle che non ha mai subito traumi di alcun genere, semmai ha iniziato molto tardi la sua attività sessuale, intorno ai 31, ora ne ha 38): da alcuni mesi a questa parte, però, non riesce più ad avere rapporti con me, è completamente impotente. La frequenza dei nostri rapporti – siamo sposati da appena 2 anni – è mutata sempre più: da 1 volta nei fine settimana a una volta ogni 2 mesi finché si è ridotta a zero. Lui ha fatto delle analisi generali (sangue, urine, sperma) ma i risultati sono normalissimi. La situazione per me è molto pesante. Per quanto provi a parlarne con lui, con calma e tanta pazienza, senza essere drastica o impulsiva, le cose non cambiano. Cerco di aiutarlo, di capire, ma non serve. Mi sento continuamente mortificata e umiliata, sono arrivata a reprimere me stessa e i miei desideri per continuare questa storia, una storia in cui ho praticamente messo in gioco tutta me stessa (mi sono trasferita, ho lasciato famiglia d’origine e precedente lavoro per vivere in un posto dove non ho amici né parenti ma solo un nuovo lavoro). Adesso sinceramente non so più che cosa fare. Pensa che ci possano essere delle soluzioni a livello medico oppure devo gettare la spugna? Spero di leggere una sua risposta. Grazie. Stella
Gentile Stella,
A volte negare la sessualità può essere anche espressione di aggressività. Come vanno i vostri rapporti, al di là del sesso? Ci sono ancora comunicazione, complicità, desiderio di stare insieme, progetti comuni? Da quello che lei racconta, suo marito non sembra voler essere aiutato, perché non sente questo suo comportamento come un problema. A mio parere dunque, solo una terapia di coppia potrebbe permettervi di capire se i problemi sono confinati all’area della sessualità, o c’è dell’altro.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti Ancona
ATTACCHI DI PANICO
Cara dottoressa Ultimamente ho sofferto di attacchi di panico e spesso sono accaduti mentre ero in macchina… Purtroppo un paio di anni fa ebbi un incidente ma non guidavo io e da quel momento ho iniziato ad essere il doppio produnte durante gli spostamenti purtroppo però da qualche mese a questa parte ho iniziato ad avere una vera fobia per la macchina sopratutto se non guido io. Poche settimane fa mi è capitato di fare un viaggio con degli amici…4 ore di tensione fino a quando sono scoppiata a piangere dal nulla e quasi non riuscivo a respirare…ho sempre paura che ad ogni curva la macchina sbandi oppure che chi guida non veda bene davanti a sè …c’è qualcosa che posso fare?E poi perchè questa reazione si è manifestata solo da qualche mese anche fosse dovuta all incidente accadutomi 2 anni fa? Grazie mille per l’attenzione
Gentilissima,
La sua reazione non è dovuta all’incidente subito, ma alla paura di morire. E’ una paura che più o meno hanno tutti, ma con la quale da bambini si impara a convivere. Può accadere tuttavia che in alcuni momenti della vita si possa diventare più sensibili e più vulnerabili all’idea della propria morte e per questo si tenda a rappresentarsi questa eventualità in maniera ripetitiva ed ossessiva. E’ questo stato di cose che spesso produce gli attacchi di panico. Se lei avesse avuto a che fare con una grave malattia, sua o di qualche persona cara, probabilmente sarebbe diventata ipocondriaca, se avesse provato il panico in un ascensore avrebbe sviluppato una claustrofobia. Le esperienze vissute influiscono infatti sulle proprie paure e dunque è plausibile che, dopo l’esperienza dell’incidente, lei associ più facilmente la guida in auto con il pericolo maggiore che lei possa correre. Il consiglio è quello di apprendere una tecnica di rilassamento, da applicare durante questi viaggi, di affidarsi sempre a guidatori di sua completa fiducia, chiedendo, senza vergogna, la cortesia di una guida più prudente del solito. Faccia inoltre frequenti soste, meglio se programmate, per alleggerire la tensione. In ogni caso, sappia che questo momento di debolezza passerà e questo accadrà più presto se lei si affiderà al suo pensiero razionale, il quale ben le farà capire che si può morire di qualsiasi cosa e non è detto che si debba per forza morire di cause già in parte sperimentate e vissute. La vita ci riserva sempre molte sorprese ed in fondo è bella proprio per questo. Coraggio!
Cari saluti.
Dr. Giuliana Proietti – Ancona
CLEPTOMANIA
gentile dottoressa, Le scrivo per chiederLe un consiglio per un problema molto serio che ha colpito mia madre. Grazie all’affetto di una mia cara amica, la quale mi ha illuminata, ho scoperto purtroppo che mia madre soffre di cleptomania. La sua mania ha colpito due persone a me molto care.Una di loro ha reagito in modo brusco e, ora che l’increscioso evento si è ripresentato, non posso condannare il suo comportamento. Vorrei tanto che questi episodi fossero solo delle sporadiche coincidenze perchè non so davvero come e cosa fare. Le dico comunque che il suo gesto non dipende da un bisogno materiale e credo neanche affettivo, in quanto siamo una famiglia comune e serena. Le chiedo davvero aiuto su come comportarmi con lei e con gli altri. Grazie. G.
Gentilissima,
La cleptomania è un comportamento compulsivo che genera in chi lo compie dei forti sensi di colpa. Non creda dunque che sua madre rubi con leggerezza o con superficialità: probabilmente ciò che è accaduto con queste due persone a lei molto care ha causato a sua madre forti sensi di colpa e di vergogna, che in una persona sensibile e socialmente esposta potrebbero essere anche piuttosto pericolosi. Le consiglierei dunque di cercare un dialogo con sua madre, sincero, onesto e costruttivo, invitandola a curarsi, dicendole che lei in questo periodo non sta bene ed ha bisogno di seguire delle terapie. Si consigli con il suo medico di base: a seconda della gravità del sintomo potrebbero, in un primo momento, essere necessari anche dei farmaci. In questo caso è consigliabile rivolgersi alle cure di uno psichiatra; nei casi meno gravi e meno pericolosi, è invece sufficiente una buona psicoterapia.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti, Ancona
LEI MI HA LASCIATO
sono un ragazzo di 29 anni, da tre anni circa convivo con un forte sentimento di rabbia maturato dall’infanzia e scoppiato in età adulta verso uno dei miei genitori e con una serie di pensieri compulsivi fastisiosissimi, ho seguito una terapia per tre anni, poi interrotta bruscamente in un momento topico del mio percorso, ora da un anno circa ho ricominciato a lavorare su me stesso. La storia è sicuramente più complicata e profonda, impossibile da raccontare in queste poche righe. Il quesito che invece vorrei porle riguarda una relazione terminata circa 9 mesi fa. La ragazza con cui stavo e con cui sono cresciuto negli ultimi 6 anni mi ha lasciato. Abbiamo vissuto momenti molto pesanti a livello emotivo, soprattutto per la convivenza con la rabbia che mi ha dominato e che tutt’ora in alcuni momenti mi domina, comprendo i motivi per cui lei possa essersi allontanata da me, quello che faccio fatica a comprendere è il mio sentimento verso di lei. Ogni passo che faccio verso il miglioramento e il contatto con me stesso, riconoscendo e provando sentimenti positivi, mi porta verso la sensazione molto forte di amarla ancora, di aver in questi ultimi anni provato un sentimento dominante che offuscava ogni altro sentimento nei suoi e nei miei confronti. Il problema è che parlandole dell’eventualità di un riavvicinamento lei va letteralmente nel panico, viene pervasa da sensi di colpa, piange, tende a fuggire e si sente responsabile della nostra separazione. Non nego di essermi appoggiato a lei in passato, poi la relazione avevana ricominciato a funzionare, ci siamo reincontrati, riguardati negli occhi, siamo andati a vivere insieme con l’intenzione di chiedere aiuto ad uno specialista per riuscire a sciogliere alcuni nodi formati nel tempo. Però non ha funzionato pian piano è come se ci fossimo abbandonati alla rassegnazione perdendoci ancora. Come posso gestire la cosa? Devo cercare di dimenticare o cercare di riavvicinarla? E in che modo? Io continuo nel lavoro su me stesso, continuo per migliorarmi ed eliminare definitivamente quel rancore e quella rabbia, la sensazione di amarla ancora cresce sempre più, vorrei poter fare qualcosa, riuscire a parlarne con lei e continuare il nostro percorso insieme. Grazie A.
Gentilissimo,
Credo che il lavoro su sé stesso possa produrre buoni risultati se lei comincia ad avere una visione più razionale delle cose. Non è escluso, a questo proposito, che la sua crescente sensazione di innamoramento per questa persona, anche di fronte all’evidenza del fallimento della vostra storia, sia un sintomo dei problemi psicologici che l’hanno afflitta in passato, ovvero un’ideazione ossessivo-compulsiva che non le permette di guardare oltre. Cosa le dice in proposito il suo psicologo? Certamente, guardando la storia dall’esterno e conoscendola, dalle sue poche righe, in modo molto superficiale, a me sembra che fra di voi esista ancora un intenso affetto, un amore se preferisce, ma è probabile che i vostri caratteri non siano adatti per costruire una coppia armoniosa e stabile. Se così fosse, occorre prenderne atto ed evitare di idealizzare persone e sentimenti, per evitare ulteriori delusioni.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti – Ancona
SIAMO IN CRISI NERA
Salve, sto insieme a mio marito da 17 anni tra fidanzamento e matrimonio con 2 bimbe bellissime di 8 anni ed una di 9 mesi ma da 2 anni ci siamo accorti, parlandone ,io, con lui ,solo ora, abbiamo capito di essere in crisi,nera. niente rapporti, niente piu’ dialogo, solo per le bambine, e son passati cosi’ due anni… io sono indipendente con la figlia grande (lavoro scuola sport spesa ci penso io) lavoro full time e guadagno anche bene , x la piccola ci pensa la nonna fino alle 16:30 circa. lui pero’ non mi rispetta , sul piano gestione familiare mi ha sempre snobbato anche se faccio veramente il massimo: lui lavora e basta tutto il giorno. e la sera magari si lamenta che c’e’ qualcosa fuori posto in casa, senza poi levarla lui di mezzo.lo vedo alle 8 la mattina e poi la sera alle 20 circa+la domenica…il sabato lavora poi o dorme o ha da fare.. ma se stiamo insieme si litiga x le stesse ragioni..dice che non mi so organizzare, ma intanto lui non aiuta…e’ un maschilista e vuole lo stesso che io lavori…..e si lamenta…. e’ taccagno perche una collaboratrice domestica qualche oretta non la vuole, lui dice che l’ho trascurato troppo e non sono una donna di casa (quando mi ha conosciuto lavoravo in altro dìsettore anche festivi….) e quindi non gli interesso piu’. io sono dispiaciuta per come e’ la ns storia oggi…gli ho cheisto la separazione e ha detto semplicemtne ok va nebe,,,, ma io mi sento disperata e per ora non me la sento,,,,,,
Carissima,
L’unica cosa da fare è ricorrere con urgenza ad una terapia di coppia. Questo matrimonio può essere salvato, ma vanno completamente cambiate le vostre abitudini familiari, perché la modalità in cui avete impostato la vostra vita non può che portarvi, prima o poi, alla rottura completa. C’è troppa solitudine, troppa indifferenza tra di voi e, andando avanti così, presto non sarete più neanche una coppia, ma solo due persone che condividono a stento sentimenti di solitudine e infelicità.
La soluzione c’è: non esiti ad usufruirne. In questo momento lo psicologo le potrà essere davvero molto più utile di una colf o di un avvocato.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti – Ancona
LUI ANDAVA CON LE PROSTITUTE
Sono fidanzata da un anno con 1 ragazzo,che amo,tutto era perfetto fino a due mesi fa, quando,ahimè vedendo delle auto ferme vicino a delle prostitute gli chiesi se lui ci fosse mai andato,la sua risposta fu negativa ma non convincente e ,lo costrinsi a dirmi la verità. Mi disse che gli era capitato, prima di conoscere me ,di andare in compagnia di amici e solo una volta da solo. La mia reazione fu quella di piangere ininterrottamente e di aggredirlo con parole pesanti e gli dissi che mi sarei sottoposta a delle analisi. Lo lasciai, e,dopo 1 settimana,non riuscendo a stargli lontana, decisi di ricominciare,facendomi promettere di non rifarlo , e, di non uscire più di sera con quel gruppo di amici…… Mi disse che con me sta bene e non ne aveva l’esigenza . Da allora non sono più la stessa con lui, alterno momenti in cui sto bene con altri in cui, immaginando lui in quella situazione mi distacco ,rifiutando qualsiasi contatto fisico. Perchè mi succede questo? Vorrei tanto superare tutto,non voglio che questa cosa a lungo andare peggiori le cose e rovini il mio rapporto con lui. Cordiali saluti
Gentilissima,
Andare con le prostitute è, da sempre, un comportamento molto frequente tra gli uomini. Molti lo fanno e non lo ammettono, altri lo fanno e poi lo ammettono, anche se con difficoltà, come nel caso del suo ragazzo. Del resto, non si può pretendere la sincerità di una persona e poi non accettare la rivelazione: se si pensa di non poter convivere con determinate certezze, è sempre meglio non porre la domanda. L’unica cosa importante è pretendere l’uso del preservativo, se non ci si fida completamente, perché ne va della propria salute. Lasciarlo per un altro non credo sia una buona scelta: in primis perché lei ama questa persona, in secondo luogo perché il possibile altro non è detto che sia migliore: potrebbe infatti appartenere alla categoria di quelli che lo fanno e non lo ammettono, categoria forse molto più pericolosa.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
DORMO TROPPO
salve , sono una ragazza di 26 anni ….dormo troppo ma questo nn mi causa problemi riesco a dormire fino a 48 ore di fila se nessuno mi sveglia e s se sono al buio. Quando mi sveglio sto benissimo …. sogno sempre …ed i miei sogni sono quasi reali li ricordo tutti in genere se mi sveglio con calma …. anche se mi addormento per 15 minuti sogno e ricordo ….. ma nn soffro di sonnolenza anzi quando sono sveglia sto bene …. ma se decido di dormire lo faccio subito ….. e dormo dormo dormo ….. la mattina nn sento nulla ne sveglie ne rumori niente …e questo per me è un problema …. quando mi sveglio sono abbastanza confusa ma solo per 10 minuti poi mi riprendo ….. di giorno sono molto fiacca mentre la sera sto molto bene …… nei miei sogni riesco a ricordami ogni dettaglio invento faccie e le ricordo …..è un po come se vivessi in un altra realta …. puoi dirmi cosa posso fare per controllare il mio dolce dormir?
Gentilissima,
Può darsi che non sia così (perché a parte che l’ipersonnia, nella sua lettera lei non racconta altre notizie che la riguardano), ma è più che probabile che questo suo continuo dormire nasconda una leggera depressione, una sorta di ritiro interiore, per cui ricava più soddisfazione dai suoi pensieri e dalle sue fantasie, nonché dalla riconsiderazione dei ricordi onirici, che dalla vita reale, dalle relazioni con persone la cui faccia, purtroppo, non si può inventare, come invece si può fare nei sogni.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti
SOLO PER AMORE
Buona sera, sono disperata! Prima di tutto vorrei scusarmi gli errore grammaticali, perche’ sono brasiliana, vivo in Italia da quase 9 anni.,VIVO QUA SOLTANTO PER AMORE. Inizialmente dovevo andare ad un’altro paese, ma quando lo conosciuto, ci siamo innamorati….e non ci siamo piu’ lasciati. Abbiamo fatto un anno per conoscenza, io a Londra e lui a Roma, dopo questo meraviglioso anno, lui ha preso un monolocalino e nostra convivenza e’ iniziata benissimo… Tutto aparentemente bene, anche perche’ non sapevo parlare la lingua, avevo cambiato un’altra cultura, avevo lasciato TUTTO per stare con lui… e Lui ha lasciato la casa dei suoi. Loro hanno un azieda familiare, cioe’ lui ha sempre lavorato con i suoi, ha sempre mangiato con i suoi, sin dal primo giorno che sono arrivata. e questa regola non e’ mai stata cambiata. Andiamo d’accordissimo, ma quando ho deciso di portare mia mamma a passare 20 giorni con me e gli avevo detto che lui doveva tornare a casa della mamma per questi 20 giorni, abbiamo avuto la prima grave discussione. Dopo tanto stress, sua mamma ha accettato che mio marito tornasse a casa per 20 giorni. (Ho dovuto parlare con mia futura suocera, le ho detto che se non accettasse la mia mamma , io tornavo al mio paese, e lui doveva andare li, perche’ qui in Italia non tornavo piu’, cosi Lei ha accettato). Dopo 2 anni di convivenza, abbiamo deciso di sporsarci, E il tempo passava, nostro rapporto (io e LUI) era perfetto fin quando non metteva sua famiglia in mezzo. Le discussioni erano sempre basate sulla mia famiglia e la sua familia, perche’ NOI insieme stiamo benissimo. Abbiamo comprato casa, con un piccolo aiuto dei suoi, E anche in questo dovevo ascoltare sempre i consigli dalla famiglia, se volevo qualcosa diversa degli altri non ero ascoltata. Abbiamo avuto nostro figli dopo 1 anno di matrimonio, li e’ stato la prova:nel giorno della dimissione, vengono tutti a prendermi, marito, suocera, cognata e suocero… sono rimasta malissimo, perche’ anche mia mamma e sorella erano a R. e lui non le ha nemeno chimate …. Lui doveva andare a prenderci da solo oppure con tutta la famiglia mia e sua. Quando mia mamma veniva a R., c’era sempre da parte della famiglia del mio marito molto stress, invidia, gelosia con il bam bimo. Non so se mi capisce? Al primo compleanno di mio figlio, molto stress, anche perche’ mia mamma aveva appena scoperto un nodulo nel seno, eravamo tesi … abbiamo litigato, sempre per motivi inutile…. verso fine anno, abbiamo scoperto il cancro di mia mamma, ho dovuto litigare per poter andare in Brasile, a passare le feste di capodanno, perche’ si spendeva dei soldi. Mia mamma ha iniziato per un anno il trattamento in Brasile e dopo un anno, ho dovuto litigare per andare nella sua ultima chemio. A marzo 2009 mia mamma e mia sorella, sono venute a vivere a R., perche’ c’era anche il mio fratello. Morale, sembra che la presenza di mia mamma li dava fastidio…. Lui cercava di non farmi stare con lei nei weekend, dovevo stare con sua famiglia, avevamo finito dal psicologo di coppia, perche’ tornando da un weekend in montagna con la suocera, mio marito e’ entrato in un grosso desequilibrio psicologico, diceva che io ce l’avevo con sua mamma, lche la odiavo, ecc..itigavamo tutti giorni.. Lui aveva il coraggio di parlare apertamente con mia mamma, che aveva appena scoperto le metastase, ma non aveva lo stesso coraggio di parlare con sua mamma, la difendeva sempre, la mettev sempre in alto, La cosa strana e’ che non sappiamo neanche il perche’ dello stress. Siamo andati da un consulente di coppie. Lui mi aggrediva psicologicamente, cercava di distrarmi dal problema di mia mamma, c’e’ stato un momento che io non sapevo cosa stesse succedendo. (e’ troppo difficile scrivere il tutto). Ho detto un frase tipo, se non smettela, io mi uccido, basta, lui ha scritto al psicologo di coppi,aquesta cosa… ed i problemi se tornavano sempre piu’ difficile di risolvere. CMQ, ho fatto alcuni consulenza con una psicologa, solo perche’ LUI mia ha chiesto, perche’ diceva che io ero stressata, ma alla fine, io sapevo che il problema era solo suo, anche se io stavo passando un problema grosso di saluti di mia mamma. Dopo due mesi, con tutti quelli stress, di litigio con sua famiglia e con lui mia mamma si e’ spenta novembre di 2009. Questo mese e’ un perido molto difficile per me, perche’ non riesco a dimenticare che l’anno scorso il mio marito mi ha fatto soffrire molto, ha fatto sofrire anche mia mamma, diceva cose senza pensare, offendeva senza accorgersi …. I problemi continuano, se io sto zita, va tutto bene se io mi impunto in qualcosa, basta inizia lo stress… Oggi gli ho detto che se lui non cambia questo attegiamento, io non ce la faro’ stare con lui, chiedero’ la separazione…. anche se lo amo, anche se lui mi ha fatto soffrire, anche se abbiamo un figlio. Io mi sento sempre in secondo piano, prima e’ sua famiglia di origine dopo viene io e nostro figlio… sono stanca di tutto, ma sinceramente ho ancora la speranza che lui cambi, e’ possibile??? Mi puo’ dare un consiglio cosa dovrei fare, la pazienza sta’ finendo…. grazie mille
Gentilissima,
Quando un rapporto di coppia è così litigioso come quello da lei descritto, è del tutto inutile che cambi solo uno dei due partners: devono cambiare tutti e due! Infatti, cambiare per sottomettersi alla volontà dell’altro, come lei ben sa, non rende felici. Nella vostra coppia è dunque necessario stabilire delle regole precise su come comportarsi nei confronti delle rispettive famiglie e decidere insieme fino a che punto le famiglie debbano sentirsi autorizzate ad invadere, in vari modi, la vostra privacy. Ciò detto, quando si chiede un aiuto economico a qualcuno, questo comporta in genere la perdita della propria libertà di azione nei confronti del proprio benefattore. Se non si vogliono obblighi o limitazioni, è meglio contentarsi di quello che si ha, senza chiedere favori ad altri.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti
LA LONTANANZA
Salve, buonasera mi chiamo lucia e scrivo per chiedere il consiglio di un esperto in quanto da 5 anni sono sposata con un uomo di 30 anni con cui ho una figlia di 6 anni. Purtroppo il mio matrimonio non è stato mai vissuto anima e corpo perchè mio marito è stato sempre fuori per lavoro in giro per l’ Italia e per l’estero in trasferta mentre io e nostra figlia stavamo nella nostra città e lui veniva a casa una volta al mese per pochi giorni. La lontananza ha creato molti problemi tra di noi, io volevo che lui venisse più spesso perchè avevo bisogno di lui, lui col passare degli anni mi ha iniziato a chiedere di seguirlo e di andare sù con lui per trovare una stabilità lavorativa in modo da poter stare insieme come famiglia, ma tutto questo non è mai avvenuto perchè lui me lo ha sempre detto ma nella realtà non lo ha mai fatto perchè nella sua mente ha sempre avuto la convinzione che io non sarei mai andata ed è rimasto così a lavorare sempre in giro. Passando il tempo le nostre liti aumentarono perchè il lavoro mi portava ad avere tante carenze affettive che mi mancavano e per questo mi lamentavo in continuazione e litigavamo sempre anche le cose più stupide erano causa di litigi in casa fra di noi, molto spesso sono andata anche con la bambina da mia madre in modo da poter stare lontani, ma tutto questo ci ha allontanati sempre di più anche nei rapporti gionalieri, non eravamo più complici, uniti, affiatati, anche sessualmente molto lontani, lui è come se avesse una sensazione di schifo nei miei confronti tant’è che neanche mi guardava in faccia, così ho iniziato ad amarlo in silenzio senza poterlo e riuscendo a dimostrarglielo. Poi mi sono ammalata, un brutto linfoma all’ addome e tutti i miei problemi famigliari sono diventati meno importanti, pensavo solo a me a guarire entravo e uscivo dall’ospedale, sedute di chemioterapia fino a fare l’autotrapianto, Adesso sono passati circa sei mesi che ho fatto l’autotrapianto, vado a fare controlli periodici, ma la mia vita con lui è sempre uguale, io lo amo ma non rieso a essere felice perchè lui è sempre freddo e distante con me, vuole separarsi definitivamente e io invece sto ancora con la convinzione di cercare di recuperare un marito che ormai sicuramente non mi ama più! Abbiamo discusso tanto gli ho anche detto di provare con una terapia di coppia ma lui non intende perchè è convinto che riprovarci non servirebbe a nulla perchè i problemi e la situazione ritornerebbe sempre la stessa. Io lo amo è ho ancora tanto bisogno di lui!!! Vi chiedo gentilmente di darmi un consiglio e Vi porgo distinti saluti. Lucia
Cara Lucia,
Quali sono, come dice suo marito, i problemi che renderebbero la vostra situazione sempre la stessa? Dalla sua lettera mi è difficile capirlo… Se si riferisce al problema della distanza, credo che in effetti questo sia un grosso problema, che dovrebbe essere affrontato. Lui non aveva particolare desiderio di averla accanto, ma a quanto pare neanche lei, prima di ammalarsi, ha fatto moltissimo per raggiungerlo dove lavora. Ora ciascuno di voi due ha una propria vita e propri interessi, non avete più da tempo rapporti sessuali e vi vedete pochissimo: sappia, cara Lucia, che la terapia di coppia è utile, ma non è bene illudersi troppo, perché non fa miracoli! Quello che c’è da capire è: 1. se lei ama davvero suo marito o ha (comprensibilmente) paura di affrontare una nuova vita completamente da sola, visti anche i problemi di salute 2) quali sono, come si diceva all’inizio, questi problemi che secondo suo marito impediscono il cambiamento e quali potrebbero essere le eventuali soluzioni (se ce ne sono).
Cari saluti e soprattutto… Stia bene!
Dr. Giuliana Proietti
MARITO PREOCCUPATO
Gent.ma Dott.sa Proietti, sono a chiederLe aiuto: sono un marito veramente preoccupato che dopo trent’anni insieme all’unica donna della sua vita è nello scoramento più totale. Lo scenario è questo: con mia moglie siamo sposati da 25 anni e fidanzati da altri 5 e abbiamo due bellissime figlie di 17 e 11 anni. Io ho quasi 52 anni e mia moglie 48. Dopo tanti anni trascorsi senza scossoni particolari, ma con qualche litigio dovuto alla gestione delle figlie che ci ha forse un po’ allontanato. Infatti ormai da quasi un anno e mezzo se mi avvicino a mia moglie anche solo per una carezza la vedo in grande difficoltà. Si immagini parlare di fare l’amore! La situazione che percepisco è di imbarazzo e quasi di schifo. Spesso colgo anche un certo astio quando parla con me. Dopo trent’anni insieme non è certo una situazione facile. Ho cercato di parlarne con lei, ma ottenendo poche risposte.Ho pensato anche alla presenza di un “altro”, ma lei dice che non c’è nessuno, anche se non mi sa spiegare perché usi un contraccetivo comunque.Mi ha detto solo che prova solo indifferenza nei miei confronti, che non abbiamo più interessi in comune e cerca di non parlare di questa ns. situazione. Da qualche mese è in cura presso un centro specializzato antidepressione, ma per ora con pochi risultati a parte una leggera apparente tranquillità forse dovuta alla Paroxetina che le è stata prescritta. Come è anche giusto non mi racconta molto delle sedute e non so se hanno parlato del ns. problema. Le parlo sempre con grande calma e dolcezza, ma ormai certe volte mi sembra di parlare con un’estranea e di essere sempre più lontano dalla sua vita. Purtroppo non sembra una situazione recuperabile e questo, per non danneggiare il rapporto con le bimbe, mi porta spesso a pensare al passo della separazione. Amo sempre mia moglie, ma questa situazione mi sta lentamente distruggendo.Che mi consiglia di fare? Cordiali saluti e grazie per l’aiuto e i preziosi consigli che mi potrà dare. Franco
Gentile Franco,
Lei non è uno spettatore di prima fila nella rappresentazione della crisi di questo vostro rapporto di coppia: lei è il primo attore, il protagonista. Inoltre, lei non può non rendersi conto che se una persona prende antidepressivi e fa psicoterapia è perché sta vivendo un momento di particolare infelicità, di ansia, di stress… Altrettanto irragionevole è pensare che una donna possa prendere degli anticoncezionali se non ha rapporti sessuali. Il consiglio che le posso dare è dunque quello di cessare questo atteggiamento passivo, questo chiamarsi fuori dagli eventi che stanno portando il vostro rapporto alla deriva, e cercare un modo serio e concreto per riaprire un dialogo costruttivo con sua moglie. Provi a fare lei per primo dei discorsi, dei gesti significativi di riavvicinamento, per dimostrare in modo convincente la sua disponibilità al dialogo e al cambiamento, la sua sensibilità nei confronti delle insoddisfazioni e delle infelicità di sua moglie. Probabilmente lei si chiederà: ma perché devo essere proprio io a fare il primo passo? Risposta: perché è lei che sostiene di amare ancora sua moglie. Se questo è vero, lo dimostri: invece di pensare alla separazione, provi anzitutto a fare qualcosa di concreto per salvare questo vostro matrimonio, e lo faccia nel nome di quell’amore che sente di provare per sua moglie così come, immagino, per le sue due figlie. Non le sembra che la posta in gioco sia abbastanza per fare un piccolo sforzo su sé stesso e uscire da questa apatia in cui si è rifugiato? Consideri anche l’eventualità di una terapia di coppia.
Con molti auguri.
Dr. Giuliana Proietti
BISOGNO DELLA SUA PRESENZA
Da sette mesi sono stata lasciata dal mio compagno con cui ho un figlio, dopo che lui ha conosciuto una ragazza di 19 anni. Il nostro rapporto durava da sei anni e tra alti e bassi, comunque dopo che lui ha deciso di lasciarmi per stare con quest’altra, per un pò di tempo abbiamo continuato ad avere rapporti sessuali anche se lui non stava più con me. So che non è stato inteligente ma non ho saputo dire di no e anche adesso lo rivvorei nella mia vita più di prima. Una settimana fa il suo atteggiamento era distaccato e furioso nei miei confronti e dopo Pasqua le cose sono cambiate radicalmente ogni volta che ci si vede è affettuoso e ogni volta che non sono attenta mi guarda fisso e quando me ne accorgo toglie lo sguardo. Diciamo che non ci sto capendo più nulla, non capisco il suo atteggiamento e da qualche settimana faccio dei sogni strani nei quali lui si riavvicina a me iniziando scrivendomi una lettera. So che forse questo è il mio subcoscio per il fatto che lo rivoglio con me. E poi altro piccolo particolare fra tre mesi si sposerà suo fratello e alla cerimonia è stata invitata anche quella con cui sta adesso, sono confusa e già la sola idea di sapere che stanno insieme mi da ai nervi, ma vederli anche con occhi potrebbe essere una catastrofe. Vorrei qualche suggerimento su come devo agire ora e su come capire il suo atteggiamento ambiguo??? Vorrei anche capire come poterli far capire che sia io che suo figlio abbiamo bisogno della sua presenza che per tre anni è stata assente dal momento che è stato in una comunità per tossicodipendenti per uso di droghe, dalla quale è uscito da un anno abbondante. Nostro figlio sente molto la sua mancanza, ma come farlo capire a una persona che non ha intenzione di crescere e per fuggire ai suoi doveri prima si è rifugiato nella droga, poi è corso a casa dei suoi genitori e infine in una storia con una ragazza che ha dodici anni meno di lui. La prego di volermi aiutare a trovare una soluzione vera per tutto questo. Grazie per la sua risposta Cordiali saluti
Gentilissima,
Sinceramente mi chiedo se lei sia davvero innamorata di questa persona, oppure se abbia talmente tanta paura della vita, tanto da attaccarsi a questo rapporto con le mani e con i denti, piuttosto che pensare di dover ricominciare tutto da capo…Se non ho capito male, in sei anni che siete insieme, lui ne ha trascorsi tre in comunità. Poco più di un anno fa è uscito dalla comunità, ma non è tornato a casa: è andato dai suoi genitori. Ora, da sette mesi frequenta una ragazza che ha dodici anni meno di lui… E’ sicura che questa persona meriti le sue attenzioni ed il suo affetto? La mia sensazione è che il suo atteggiamento di dipendenza da lui e di eccessivo attaccamento contribuiscano a farlo sentire libero di scegliere a suo volere della vostra vita, nella piena consapevolezza che qualcuno a casa lo aspetterà sempre a braccia aperte, qualsiasi cosa faccia. Cominci a lanciare messaggi di diverso genere: dimostrando più autonomia e distacco, potrà non solo provare a costruirsi un futuro migliore, ma anche creare le condizioni per un effettivo cambiamento e riavvicinamento del suo compagno.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti
QUANTA PAZZIA?
Lei: 46 anni. Sposata con una figlia. Laureata. A tre anni le muore il padre. A 35 la madre per tumore al seno che viene anche a lei a quell’età. Sorella spesso in cura per depressioni ecc. Nipote gay. Genero deceduto da poco tempo. Siamo colleghi di lavoro e cerco di aiutarla in tutto lavoro affetti soldi. Nasce amore folgorante anche perchè dopo l’operazione al seno non prova più piacere nei rapporti col marito reo di non averla supportata durante la malattia. Cerco di correggere quello che nel carattere la penalizza nei giudizi di colleghi e capi anche una certa facilità all’amicizia maschile, come lo dimostra il numero di uomini avuti che lei stessa ammette. A natale si innamora di un’altro il motivo è la mia gelosia e la gabbia di consigli in cui l’ho avvolta. Ritento per ricominciare ma mi dice che lei c’è si ancora, per me,ma che dovrò condividerla con altri. La vedo su facebook la vedo frequentare altri uomini, sesso compreso. Ma mi vuole ancora ed anch’io ho bisogno di lei. Ora è innamorata di un’altro collega più giovane sul quale ho sempre pensato e temuto che prima o poi sarebbero finiti assieme. Ora fà sesso con lui, con me, ed almeno con altri due, trà cui un amico di università col quale circa 20 anni fà ebbe una relazione durata prima e dopo i rispettivi matrimoni. Che fare? E quanta pazzia c’è in questa storia?
Sicuramente è una storia poco allegra, direi perfino triste: non a caso per spiegarla (e per spiegarsela) lei ricorre ad un lungo elenco di problemi e di disgrazie che hanno colpito direttamente o indirettamente questa persona. E’ probabile che un comportamento del genere potrebbe essere una reazione a tutte queste sfortune, ma chiaramente è difficile poterlo dire, dal momento che si sa troppo poco della persona in questione. Non so dunque se c’è della follia in questo comportamento della signora; sicuramente c’è poca stabilità, poco desiderio di avere un rapporto esclusivo, di tipo tradizionale… Che fare? Se frequentarla le provoca sensi di gelosia, questa scelta si rivela decisamente poco felice e poco equilibrata. Se invece il piacere di avere vicina questa donna supera tutti i suoi malesseri, continui pure così. Sappia però che in questa storia non c’è futuro: se lei lo desiderasse, credo dovrebbe investire altrove i suoi talenti
Cordialmente.
Dr. Giuliana Proietti
IMPOSSIBILE LASCIARSI
Gent.le Dott.ssa Proietti, Le scrivo perchè vorrei avere il parere di un’esperta in merito alla mia personale situazione. Ho 25 anni e da qualche mese sto con un uomo che ha 15 anni più di me. All’inizio solo mail, messaggi e telefonate, quando poi lui mi ha chiesto di uscire insieme io non ho saputo dire di no e, nonostante uscissi da una storia lunga e importante con un’altra persona, ho provato sin da subito un fortissimo interesse per lui fino ad innamorarmene perdutamente. Sono rimasta affascinata soprattutto dalla sua testa, dal suo modo di ragionare, dal suo essere sempre presente per me… riusciamo a parlare di tutto e tra di noi cè un’intesa particolare, ci capiamo al volo…lui dice di amarmi tantissimo, molto più di quanto abbia mai amato qualcuno in tutta la sua vita…dice di non aver mai incontrato nessuna come me…continua a ripetermi che ormai gli sono entrata dentro e che non smetterà mai di amarmi. Il problema è che io vorrei di più…io lo sposerei domani e glielo ripeto spesso, per me i 15 anni di differenza non sono un problema, vorrei vivere questa storia in maniera completa, vorrei farlo conoscere ai miei genitori, conoscere la sua famiglia, lui invece dice che la differenza d’età è un ostacolo troppo grande, che quando io avrò la sua età lui ormai non sarà più in grado di darmi ciò di cui io avrò bisogno, ritiene che io ora sono convinta di volerlo ma che poi mi pentirò di questa scelta…dice che la nostra storia è destinata a finire…io lo amo davvero tanto e mi sento profondamente legata a lui, tanto da desiderare da lui un figlio…cosa che non mi era mai accaduta prima… Visto che lui si ostina a ritenere che tra di noi non durerà ho provato a troncare…ma non ci siamo riusciti…al solo pensiero di stare separati abbiamo cominciato a piangere entrambi…io non voglio perderlo…ma non voglio nemmeno continuare a vivere questa storia a metà… Cosa potrei fare per fargli cambiare idea? Lei, che ovviamente ne sa più di me, crede che per lui sia davvero solo l’età il problema o che il suo comportamento sia sintomatico del fatto che non voglia impegnarsi seriamente? Attendo con ansia una Sua risposta e La ringrazio anticipatamente. B.
Gentilissima,
Grazie per la fiducia, ma io non credo di saperne più di lei su questa sua storia… Infatti è difficile generalizzare: non tutti gli uomini che hanno una relazione con una persona più giovane temono che la loro storia non durerà e molti sono invece gli uomini che non vogliono impegnarsi seriamente, a prescindere dall’età della propria partner. Da quello che leggo, vista anche la partecipazione emotiva di lui, il condiviso bisogno di vedersi e di stare insieme, tutto lascerebbe pensare che possa esserci del vero amore, ma proprio per questo, se ci si rende conto che questa felicità sia un micidiale congegno a orologeria, si cerca di non cadere nella trappola. Del resto sappiamo bene che anche quella che sulla carta appare come un’unione perfetta può poi entrare in crisi a causa degli imprevisti della vita: allo stesso modo un’unione potenzialmente instabile e precaria potrebbe poi rivelarsi molto più solida di tante altre…Come si fa a fare previsioni non azzardate su una storia d’amore? Credo vi sia un unico modo e che questo sia conoscersi a fondo, frequentarsi, capirsi. Non credo che una storia sia da considerarsi a metà solo perché non si fanno figli insieme o non si parla di matrimonio, oppure perché le due famiglie non si conoscono. In fondo lei frequenta questa persona solo da qualche mese… Perché tutta questa fretta? Forse lei pensa che aspettando qualche anno lui diventi troppo vecchio per lei? Se questa fosse la sua reale preoccupazione, credo che lui non abbia tutti i torti.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti
GESTIRE LA MIA AGGRESSIVITA’
Buon giorno, Mi chiamo Sara sono della provincia di M. e ho 45 anni, Vorrei trovare una soluzione a un problema che mi porto dietro da sempre: gestire la mia aggressività. Specifico, che non è una cosa grave e neanche quotidiana ma sono madre di due adolescenti e la mia pazienza è spesso messa a dura prova, con risultati a volte che eccedono, dando un pessimo esempio di come si dovrebbe reagire alle discussioni anche ai miei figli (nei quali già intravedo questo lato di me che non sopporto). Non so se potete aiutarmi ma quello che vorrei, è sapere quali sono le tecniche che hanno dato i risultati migliori se con l’ipnosi la psicoterapia lo psicologo l’agopuntura o cos’altro; se esistono gruppi di lavoro o corsi o professionisti mirati. Vorrei proprio fare qualcosa, so che la rabbia può avere centinaia di motivazioni che spaziano da problematiche fisiche a modelli sbagliati nella nostra infanzia, al voler avere a tutti costi ragione; ma a prescindere dalla motivazione io vorrei trovare un aiuto concreto, un modo che mi permetta non tanto di bloccarla ma di gestirla. Grazie anticipatamente Sara
Gentile Sara,
Già il fatto di essersi posta questo problema, significa che lei è sulla strada della soluzione. Infatti, la maggior parte dei genitori aggressivi cerca sempre delle giustificazioni per i propri atteggiamenti (il lavoro, la mancanza di tranquillità, l’ansia, la depressione, il carattere difficile ecc.). E’ vero che tutte queste sono delle componenti importanti e che i modelli ricevuti nell’infanzia sono assai influenti nel comportamento di una persona… Sta di fatto però che ad un certo punto si matura, si diventa persone autonome e nessuno di noi è un semplice replicante: molti dei nostri comportamenti non dipendono da condizioni esterne, ma da nostre specifiche scelte, di cui non vogliamo semplicemente assumerci le responsabilità. A volte l’aggressività dipende dalla mancanza di fiducia in sé stessi, dalla difficoltà a trovare argomenti convincenti e persuasivi, che possano essere usati al posto degli urli e delle minacce. Altre volte ciò che manca è l’ascolto: se non si ascoltano i problemi degli altri non li si capisce fino in fondo e dunque è difficile assumere atteggiamenti comprensivi ed empatici. Le consiglierei dunque, se le fosse possibile, di parlarne con uno psicologo, per avere suggerimenti sia sulla gestione dell’ansia e della rabbia (ad esempio imparare il training autogeno potrebbe farle molto bene), sia nell’acquisizione di migliori strumenti per la comunicazione interpersonale (tecniche di mediazione, per evitare i conflitti, e ascolto attivo), sia nella ricerca di una migliore stima di sé: chi ha detto che lei, parlando a bassa voce e con tutta calma, non riesca ad essere ugualmente convincente nei confronti dei suoi figli?
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti
3 FIGLI E VITA DI COPPIA CAMBIATA
salve sono monica di 33 anni ho 3 figli, da 10 mesi l’ultima,ecco inizia tutto da qui !da quando ho partorito e’ cambiata la mia vita di coppia (da tanto sesso x avere questa bimba tanto desiderata a ritrovarci da 10 mesi senza far nulla)io in primis sono cambiata fisicamente e psicologicamente ho messo + di 30 kg e non mi accetto non riesco nemmeno a guardarmi nuda ,mi sto’ rifugiando nel cibo xche’ non mi sento nemmeno desiderata da mio marito lui ecco non mi cerca proprio io non so’ se pensa ad un’altra opppure gli faccio tanto schifo da non venirmi vicino.lui dice che non penserebbe mai di tradirmi e mi accusa di essere cambiata .non so’ cosa fare aiutatemi vi prego io l’amo troppo e non voglio perderlo………
Gentile Monica,
Mi piacerebbe poterle dire che è una cosa normale tutto quello che le sta succedendo, ma purtroppo so che non è così. Nella coppia vi state lentamente allontanando e lei, come giustamente osserva, si sta abbandonando al cibo in quanto si sente insicura del rapporto e cerca in esso consolazione (peggiorando ulteriormente la situazione). E’ un circolo vizioso dal quale si può sicuramente uscire, ma occorre fare subito qualcosa di serio e di concreto. Purtroppo via email e da queste poche righe in cui mi racconta la sua vita è difficile darle buoni consigli, perché sicuramente la vostra vita familiare, con tre bambini piccoli, non deve essere né facile, né “leggera”. Le raccomanderei dunque di prendere al più presto un appuntamento con un terapeuta della coppia, che potrà aiutarvi, prima che le cose fra di voi precipitino. (10 mesi senza rapporti sono un segnale importante, da non sottovalutare!).
Cari saluti e molti auguri.
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
SOSPETTO
Salve, sono sposata da circa tre anni ed abbiamo un bambino di due anni; il periodo del fidanzamento è durato poco, circa nove mesi, durante i quali si è manifestata subito una certa diffidenza sia da parte mia( avevo avuto una precedente traumatica esperienza con un tipo che mi aveva nascosto di essere sposato!Ma prima di allora ero stata fidanzata per 4 anni senza quasi essere gelosa ) sia da parte di mio marito( anche lui diceva di aver avuto esperienza negativa poichè aveva scoperto il tradimento della cognata nei confronti di suo fratello). Nonostante ciò e nonostante problemi con la sua famiglia, mio marito si era dimostrato una persona dolce, garbata,gentile,sembrava quasi privo di cattiveria; dopo il matrimonio, ahimè, le cose sono cambiate in modo radicale: la sua gelosia nei miei confronti è diventata morbosa, con sospetti ed umiliazioni di ogni tipo, pur essendogli stata sempre fedele; a ciò si sono aggiunti comportamenti e modi di fare incredibilmente offensivi e volgari, parolacce, minacce, urla, litigi per pretesti banalissimi,insomma, si è manifestata una persona totalmente diversa da quella che pareva prima del matrimonio, e tutto questo mentre ero incinta; il bambino è nato prematuro(la sera prima della rottura delle membrane c’è stata una lite furibonda tra noi), grazie a Dio ora sta bene ed ha recuperato, ma il rapporto tra noi si è andato deteriorando sempre più. Da un punto di vista fisico, poichè io desideravo per scelta di fede avere rapporti dopo il matrimonio,(scelta che ha condiviso dicendo di non aver avuto rapporti neanche lui),le cose non sono andate bene poichè io non sono mai riuscita a rilassarmi e lui mi ha anche incolpato di ciò,rendendo la cosa difficilissima; inoltre i continui litigi me lo hanno allontanato sempre più cosicchè io non l’ho più desiderato ed anzi, l’ho respinto ogni volta che si avvicinava; da qualche mese,però,di colpo ho iniziato a ricollegare tutta una serie di piccoli eventi strani,( ritardi, cose successe all’ultimo momento, chiusure nel bagno per tanto tempo e tante altre) inclusa una improvvisa assenza di gelosia da lui giustificata con la voglia di andar d’accordo, ed ho iniziato a sospettare che ci sia un’altra storia, con una persona in particolare,(una collega di lavoro) poichè più volte me ne ha parlato ostentando un certo disprezzo e poi l’ho ascoltato al telefono mentre parlava con ella con un tono veramente molto dolce; alle mie domande mio marito ha reagito dapprima in modo violento con altrettante urla e parolacce e dicendo che sono pazza da ricovero, poi, negli ultimi tempi, sta cercando di controllarsi e di non avere più questi atteggiamenti; io dal canto mio ho cercato di avvicinarmi anche fisicamente, solo che, dopo essere stati insieme(ed ero più rilassata) mi si è innescata una candidosi che mi ha impedito di continuare e mi sono anche insospettita; ora mi rendo conto che guardo ogni cosa con sospetto Grazie per il suo aiuto Rossana
Gentilissima Rossana,
Le scelte di fede, seppure rispettabili, non sono sempre le scelte migliori per quanto riguarda il benessere della coppia. Il rapporto sessuale infatti non dipende da leggi matematiche e per questo non è detto che mettendo insieme due persone a caso dentro un letto si possa sempre creare l’alchimia giusta per una relazione sessuale soddisfacente per entrambi. La sessualità infatti è una forma di dialogo, dove a parlare sono i corpi; pù si “dialoga”, più ci si capisce e si consolida la coppia. Prenda questa storia della collega di suo marito come un ottimo campanello d’allarme, utile per farle comprendere che, se foste andati avanti con le modalità utilizzate in questi anni, presto vi sareste ritrovati nell’ufficio di un avvocato. Il consiglio è quello di cercare di rimettere a posto le cose attraverso una “provvidenziale” terapia di coppia.
Coraggio, cambiando un po’ tutti e due ce la potrete fare. Auguri.
Dr. Giuliana Proietti
HO PAURA
Cara dottoressa, io so che la mia non è una vera è propria domanda ma uno sfogo! sn abbastanza attenta e meticolosa sul cercare di capire cosa mi capita intorno a me! mi sento una persona empatica e a volte vivo dei sentimenti degli altri, mi sento come in un film dove se in quel preciso momento non piango sn falsa o c’è qualcosa che in me non va! sn molto confusa approposito delle mie emozioni, l’unica du cui non riesco ad avere controllo e la PAURA! mi domina, mi possiede e non mi fa vivere, vado a dormire con il dubbio del domani pensando alle cose più brutte che poi si avverano perchè sn io a farlo! ho accanto una famiglia ed un ragazzo stupendi che mi capiscono e mi seguono. sn rari momenti che la paura mi attanaglia e da cui non vedo una razionale uscita, essa scompare alcune mattine per non fare ritorno per messi a volte anni, ma quando ricompare mi consuma, mi lacera metto in dubbio tutto, dall’affetto per i miei cari all’amore per i mio fidanzato. AIUTO so che il cosiglio è vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, il futuro è il tuo presento che è il tuo passato ma…..HO PAURA
Gentilissima,
Questa volta, vede che succede anche a lei, ha sbagliato la previsione… Infatti non le dirò affatto “vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”, ma piuttosto: prenda un appuntamento con un terapeuta, perché lei potrebbe avere bisogno di un aiuto professionale. Le persone care che le sono intorno infatti le danno affetto ed attenzione, ma sicuramente non possono avere gli strumenti necessari per restituirle l’equilibrio che sembra (momentaneamente) perduto.
Non abbia paura, si fidi di chi potrà aiutarla.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti
MOLTO CONFUSA
Salve, le scrivo perchè sono molto confusa in questo momento. La storia con il mio ragazzo va avanti da 2 anni ma non sono stati 2 anni molto felici. Io e lui abbiamo due caratteri molto diversi. Io per certi versi sono più fragile e insicura, lui invece ha un carattere decisamente forte e molto critico. Questo può essere dovuto anke alla differenza di età visto ke abbiamo 8 anni di differenza. Comunque il problema è ke lui mi critica costantemente per qualsiasi cosa, per come sono fisicamente(sono un po in sovrappeso), per come mi comporto, per come cucino e perchè a volte piango troppo quando litighiamo, però noi litighiamo sempre. Inoltre devo sempre exere io a chiedergli di fare l’amore e la maggior parte delle volte mi dice anke di no, mi fa sentire indesiderata e anke se lui dice ke mi ama ed è un bravo ragazzo, io lo vivo come una sorta di rifuito per il mio aspetto e così anche se provo a mettermi a dieta ci sono momenti dopo ke abbiamo litigato ke vado in crisi e invece di moderarmi mangio di più. Ho provato a parlarne con lui, ma lui dice ke gli va bene così, però io no riesco a far finta di niente, noi litighiamo quasi tutti i giorni, perchè lui mi prende in giro, un giorno è arrivato a chiamarmi pachiderma e non le dico come mi sono sentita, io non sono obesa e sentirmi apostrofare così. Il bello è ke io prima non ero così, non permettevo a nessuno di offendermi e mi arrabbiavo a sentire di donne ke subivano cattiverie dagli uomini, ma quando lui fa così io non riesc o a reagire, ho paura ke se gli rispondo lui alla fine se ne vada e io non voglio ke ci lasciamo.La mia autostima in questo momento è davvero bassa. Per lei c’è qualcosa ke posso fare per stare meglio?
Gentilissima,
Occorrerebbe capire se è lui ad essere veramente maleducato ed insensibile nei suoi confronti (e in questo caso bisognerebbe anche chiedersene le ragioni) oppure se è lei che, vivendo un momento di depressione e di scarsa autostima (succede a tutti prima o poi…) attribuisce troppa importanza a quello che le viene detto, senza comprendere che quello di lui è solo un modo goliardico per scherzare tra di voi. Certo, il fatto che anche i rapporti sessuali siano infrequenti e lascino a desiderare non depone a favore della seconda ipotesi. Prenda dunque questo momento difficile come un momento di riflessione profonda: si sente felice? E’ riuscita ad essere quello che voleva diventare? Quali sono i suoi sogni realizzati e quali quelli ancora nel cassetto? Ci sono persone intorno a lei che la potrebbero aiutare? Ha considerato l’ipotesi di fare qualche colloquio psicologico di sostegno, per uscire più facilmente da questo stato di confusione ? Venendo alla sua domanda, per stare meglio lei dovrebbe anzitutto convincersi che, in questa corsa ad ostacoli che è la vita, si può inciampare e magari anche cadere: l’importante è rialzarsi, più sicuri e più forti di prima, trovando il coraggio di prendere le giuste decisioni ed assumendosi la responsabilità delle proprie scelte.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti
VOMITO FACILE
Salve sono Arianna,credo di essere ammalata,il peggio è che me ne sono resa conto solo qualche mese fà, guardando un dossier sulla bulimia e l’anoressia,mi sono rivista in tutto e per tutto, così tornando in dietro col tempo, ho contato 16 anni di vomito,il peggio è che per mè non è mai stato un problema,anche perchè so soltanto io quello che faccio al bagno ,,,,, ma da quando ho fatto caso al mio atteggiamento ho visto che ancora prima di cominciare a mangiare so già che me ne libererò presto, il mio stomaco tira, certe volte il vomito è così sforzato da farmi male esofago e mandibole,il cuore a duemila, e se non riesco a vomitare tutto per bene ci riprovo fino a riuscirci ,oggi dopo 16 anni ho capito che ho un problema ,uno in più a quelli che già ho,ma chiedo aiuto …….!!!!!!grazie p.s vomito anche 4 volte al giorno in base a ciò che ho mangiato ,in sintesi tutto ciò che contiene grassi, mangio a tappo così il vomito viene facile.
Gentilissima,
Francamente non posso pensare che lei sia stata inconsapevole, per 16 anni, di soffrire di un disturbo alimentare. Se ne parla ovunque: sui giornali, in TV, su Internet, su questo sito… Possibile che lei non si sia mai imbattuta in simili informazioni? Sinceramente sono più propensa a pensare che ora, finalmente, lei abbia ri-conosciuto il suo problema e che questo sia il primo passo per trovarvi una soluzione. Chiaramente in questo caso avrà bisogno di un aiuto professionale, dal momento che uscire da un disturbo alimentare è possibile, ma c’è bisogno di grande impegno e motivazione, soprattutto per la ricerca delle cause profonde che l’hanno portata ad agire, fin qui, nel modo che ha descritto. Non di meno dovrebbe essere analizzata questa sua resistenza, o “disattenzione”, che per 16 anni non le ha permesso di guardare con occhio sereno ed obiettivo la sua realtà.
Non perda dunque altro tempo: cerchi un aiuto professionale per risolvere al più presto questo suo problema, il quale non la mette (forse) in pericolo di vita, ma rapina comunque la sua vita e violenta la sua serenità.
Cari saluti e auguri.
Dr. Giuliana Proietti
SPOSARSI SUBITO
salve dottoressa sono un ragazzo di 30 anni molto forse troppo insicuro di me stesso, sono fidanzato con una ragazza della mia stessa eta da un anno pero lei abbita lontano da me a 100 km di distanza in questo periodo penso di aver corso tanto con lei ma vista l’eta lo dovuto fare . Ci vediamo nei weekend io dormo a casa sua e lei una domenica al mese viene a casa mia ma nn dorme da me. La nostra storia e iniziata perche suo fratello e fidanzato con una mia vicina e una sera me l’ha presentata mi e piaciuta subito e ci siamo messi insieme. Lei viene da una storia di dieci anni si stava per sposare poi si e’ lasciata per colpa del suo ex. Lei ha tanta fiducia in me spera che io la sposi sarebbe disposta a mollare tutto e trasferirsi qui da me anche perche suo fratello si trasferira qui. Lei lavora e ben voluta da tutti nel suo paese , e io ho tanta paua che lei non si trovi bene qui da me. mi faccio tante domande tante paranoie forse perche non la vedo ma ultimamente ho avuto il sospetto che i miei sentimenti siano cambiati non so che provo se e amore non so so solo che quando la vedo sto bene. pero posso rischiare di sposarmi con una persona che non conosco bene non vivo con lei nel quotidiano e farle perdere il lavoro tutto per me. ho tanta ma tanta paura
Gentilissimo,
Le sue paure sono più che fondate: un anno è davvero poco per conoscersi ed accettare di far trasferire una persona, chiedendole di lasciare il lavoro, la famiglia, gli amici, per cominciare una nuova vita in una diversa città. Questo progetto così impegnativo potrebbe caricare il vostro nascente rapporto di responsabilità e di preoccupazioni, tanto da non renderlo più sincero e spontaneo, come un rapporto nato da poco dovrebbe essere. Inoltre, vi dividono solo 100 km, cioè un’ora di macchina. (Nelle grandi città molte persone affrontano questa distanza quotidianamente, per raggiungere il posto di lavoro…) Direi che il trasferimento della ragazza, nel caso vi fosse, dovrebbe essere molto graduale, in modo da poter approfondire la vostra conoscenza (e dunque anche le vostre sicurezze riguardo al rapporto che vi unisce), prolungando al massimo i week end trascorsi insieme, le ferie, le vacanze, i ponti, ecc. Infine, un’ultima annotazione: lei dice “data l’età”… Avere 30 anni oggi significa essere poco più che adolescenti: che fretta c’è di sposarsi ? E’ vero che la sua ragazza ormai si era preparata all’evento, con l’ex fidanzato, ma è evidente che cambiando persona, si comincia una nuova storia, che non è la continuazione della precedente. E’ bene dunque rendersi conto che anche i propri progetti di vita debbano adeguarsi alla nuova realtà e che sia necessario accettare qualche variazione sui modi e, soprattutto, sui tempi.
Saluti cordiali.
Dr. Giuliana Proietti
UN BEL PROBLEMONE
Ho 39 anni, sono una donna. La mia compagna ha 52 anni, è una donna… in menopausa.
Stiamo insieme da 5 anni, quando la nostra storia è cominciata lei ne aveva 47, era innamorata e tutto andava a gonfie vele, già dopo un anno i primi segni della menopausa, che certamente sapevamo sarebbe giunta e ci avrebbe creato qualche problema. Oggi siamo qui con un bel problemone. Non è il sesso in sè che mi manca, ma la passione, l’interesse, la complicità, l’essere guardata, cercata, etc… lei ha delle competenze mediche per cui ritiene che non esiste alcun rimedio, che niente possa aiutarla a recuperare il desiderio (gli ormoni procurano il cancro e rimedi naturali sono inutili) e questa sua accettazione passiva della cosa, mi fa una gran rabbia. Io però l’amo e non desidero lasciarla, sono arrivata al punto di pensare che se lei non può recuperare il suo desiderio un altro rimedio sarebbe quello di annullare il mio… perciò dovrei trovare quache sostanza/farmaco che mi aiuti a questo scopo.
La vera questione è quella della rabbia… lo so che non è responsabile della sua età e che un giorno o l’altro toccherà anche a me… ma noi abbiamo una questione che credo non sarà mai risolta dentro di me. Al secondo anno della nostra storia abbiamo cominciato a vivere insieme. Dopo 8 mesi lei ha preso ad occuparsi a tempo pieno della sua ex, malata di cancro alla quale era ancora fortemente legata (come ad una “sorella”) per un anno è stata tutta presa dalla malattia e l’imminente perdita di questa persona tanto cara e quando lei purtroppo è morta è trascorso un altro anno di lutto, in cui io praticamente non esistevo più … insomma per due anni il nostro problema non è stato quello della monopausa, anche se c’era pure quella. Io mi porto dentro il rancore per due anni “persi”, due anni di inizio storia in cui potevamo godere del tempo dell’innamoramento, in cui potevamo progettare un figlio… tante cose che oggi non sono più possibili. Abbiamo parlato di questo, poi però abbiamo vissuto come se l’avessimo superata… in realtà è dentro di me immutata e non posso più parlarne, perché lei non sopporta di sentirsi responsabile di qualcosa che non ha cercato, ma di cui si dice lei stessa vittima. Lei dice di amarmi non più in modo sentimentale ma in una forma “parentale” come se fossimo consanguinee e che mi vuole accanto per tutta la vita… ma in un modo diverso da come la vorrei io.
Sono arrabbiata, frustrata… e innamorata.
Gentilissima,
L’attrazione sessuale può subire dei cali non solo a causa degli ormoni, ma anche della routine, della troppa condivisione degli spazi e degli amici, dalla mancanza di mistero e dunque di quel qualcosa che motiva interesse, piacere di scoprire, eccitazione.
Vivere come due parenti strette, cancellando i momenti sessuali, un po’ per la malattia della sua ex e poi per il lutto, può essere stato ciò che ha definitivamente fatto calare il sipario sulla vostra vita sessuale.
A mio avviso però c’entrano poco gli ormoni, così come c’entra poco il lesbismo: si tratta semplicemente di interrompere la routine, di mettere un po’ di pepe nella vostra vita, cambiando abitudini, amicizie, vacanze, modi di trascorrere il tempo libero, modi di vestire, di proporsi nella vita intima… Come nelle coppie eterosessuali, la vita intima va curata e, soprattutto, occorre sempre ricordarsi che non si è parenti, ma si è amanti.
Cordiali saluti.
Dr. Giuliana Proietti
DEPRESSIONE BIPOLARE
Preg.ma Dssa.
Ho 48 anni e soffro da oltre 28 anni di una forma di depressione “bipolare”.
Faccio il giornalista e da molto tempo(circa 5 6 anni) non riesco a svolgere la mia professione con la necessaria lucidita. Sopratutto per il “terrore delle querele”, quasi una fobìa. Leggo e rileggo il testo, modifico,sto ore meditando sulle sue cause, non ci dormo la notte.Sto curandomi con Efexor e Entact, ma devo dire che,nonostante qualche lieve miglioramento, non ho ottenuto risultati soddisfacenti.
p.s. spesso sento un nodo in gola,come mi stessero comprimendo il collo…
cordialmente
Pierpaolo
Gentilissimo Pierpaolo,
Non sono in grado di commentare la sua situazione, perché le poche righe che scrive non sono sufficienti a descrivere lo stato delle cose. In più, lei si sta attualmente sottoponendo a terapia farmacologica, che esula dal mio campo di competenze, essendo io psicologa e non medico.Le consiglierei tuttavia di parlarne con chi la tiene in cura, per ragionare sulla opportunità di un cambiamento dei farmaci o dei dosaggi, oppure per prendere in considerazione una eventuale psicoterapia, che potrebbe darle qualche conforto, cercando di aiutarla a sopportare meglio queste sue paure e fobie.
Una cosa sembra comunque certa: se lei si sente così, i risultati della terapia non sono soddisfacenti e qualcosa andrebbe indubbiamente cambiato, ma per questo deve rivolgersi ai medici che la stanno curando.
Le faccio i migliori auguri.
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
LUI HA SEMPRE VOGLIA, LEI NON NE HA MAI
Buon giorno, il mio problema credo che sia la dipendenza sessuale, ma non ne sono sicuro, convivo da 8 anni ho in figlio di 6 una bella moglie ed ho sempre voglia, ma lei non ne ha mai, avvolte passano anche 2 mesi per avere un rapporto, che si riduce a pochi minuti. Spesso si lamenta, ho mal di testa, sono stanca, e quando la cerco mi risponde sempre male. Io diciamo per sopperire a questa mancanza vado in internet dove trovo Filmati pornografici per masturbarmi fino anche a 4 volte in un giorno e difficilmente ci sono giorni che non lo faccio. I primi tempi la cercavo sempre, e cercavo di fargli capire che avevo voglia di lei, poi un giorno dopo una litigata abbiamo trovato un accordo di farlo 3 volte a settimana, non è mai stato rispettato. E più passa il tempo e più si allunga il periodo tra un rapporto e l’altro oggi non mi ricordo più l’ultima volta che ho fatto sesso con mia moglie, forse tre settimane fà!!!
Non so come uscire da questa situazione, un uomo/ragazzo di 38 anni, anche se non li dimostro, avere un rapporto sessuale con la mia compagni si e no una volta al mese!!!!
Sono stufo e stanco di masturbarmi davanti a filmati porno, forse sono malato????
Ho provato a parlarle più volte, di farglielo capire, ma non ho risolto niente……….
Gentilissimo,
Di sua moglie lei dice solamente che è bella e che però la rifiuta sessualmente, adducendo delle scuse. Non spiega nulla invece circa la vostra sessualità: è sicuro che sua moglie sia soddisfatta, che gradisca il rapporto sessuale, quando lo fate? Infatti, se sua moglie fosse soddisfatta di questo rapporto quanto lei, sicuramente non vi si sottrarrebbe: le pare? C’è dunque da capire cosa non va, cosa potrebbe essere migliorato nella vostra coppia, sia per quanto riguarda il rapporto sessuale in sé, sia per quanto riguarda le abitudini di vita, il tempo che state insieme, gli interessi comuni e via dicendo.
Detto in altre parole, dopo la nascita del bambino, la vostra coppia è cambiata e dunque anche voi dovete cercare di cambiare, di trovare un nuovo equilibrio, non solo come famiglia, ma anche come coppia (e per questo occorre il coraggio di parlare, ma anche di ascoltare quanto ha da dire l’altro/a).
In genere una terapia di coppia è di molto aiuto, per problematiche come la vostra.
Quanto alla sua domanda, visto che lei non è soddisfatto di quello che fa, direi che non si tratta di pornodipendenza. Quanto alla frequenza dell’autoerotismo, che è in effetti eccessiva, sono portata a ritenere che questa sia attualmente l’autoterapia che lei ha escogitato per sfogare non solo il bisogno di sessualità, ma anche la rabbia che nutre nei confronti di sua moglie. Sicuramente, quando le cose fra voi andranno meglio, questa sua compulsione scomparirà.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
IL MARITO SI GUARDA INTORNO
Mi chiamo Jenny ho 38anni sposata da 8, ed ho un bimbo di 4.Mio marito ha sempre tradito la mia fiducia “guardandosi” molto intorno e vivendo situazioni di relazioni di chat;nel frattempo sviluppava un avversione per i rapporti intimi e frequenti defaillance. Gli sto vicina anche se lui nega il problema e alla fine dopo 5 anni decide di andare da uno specialista il quale diagnostica un blocco mentale e niente di organico. Nel mentre fa le sue “prove” e mi tradisce. Me lo confessa penso solo perchè ha la fobia della malattie sessuali e agggiunge che voleva vedere se con un altra avrebbe avuto lo stesso problema. Perdo la fiducia e perdo la voglia di viverlo ancora. Non lo lascio ma non dimentico. Non gli dico più “ti amo” e non sono più dolce, prima per ripicca, ora perchè non riesco più. Non provo emozioni ne fuori ne dentro al letto. Lui ha riacquistato la padronanza del suo stato sessuale ma a letto è sempre freddo e non mi coinvolge e sono 2 anni che “si comporta bene”. Incontro un altro otto mesi fa che è più piccolo di me, ha 28 anni. Ci esco per 3 volte non facciamo l’amore ma lui da 3 mesi dice di essere innamorato di me. E’ fidanzato.
All’inizio lo respingo ma poi mi rendo conto di provare di nuovo emozioni…e che emozioni!ora lui vuole tornare alla nostra situzione originale, l’amicizia. Non voglio rinunciare alle mie emozioni intense e sento che quando non mi manda i messaggi mi manca il respiro e cado in depressione.In tutto questo mio marito, è assente vede il mio stato d’animo ma non mi chiede nulla come al solito regna sovrana l’apatia. e la mia solitudine.
cosa devo fare? rispettare mio marito..ancora? o sarebbe giusto che io mi vivessi fino in fondo questa storia con lui?
Cara Jenny,
Cosa significa che “si comporta bene”? Che non fa nulla? Se così fosse, questo spiegherebbe con chiarezza a che punto possa essere arrivato il vostro rapporto… Credo tuttavia che lei abbia buoni motivi per non aver lasciato suo marito (famiglia, interessi, casa, ecc.) e che la stessa cosa, visti i tanti tradimenti, valga anche per lui. A questo punto la vostra unione sembra più simile ad una società commerciale che ad una relazione d’amore: non è detto che sia necessariamente un male, visto che può essere comunque solida e consentire al vostro bambino di crescere in un ambiente protetto, con un papà e una mamma che non litigano e che più o meno si vogliono bene. Quanto all’altro genere di emozioni, la cosa migliore sarebbe parlarne e stabilire delle nuove regole, che vi permettano una certa libertà di azione. Se non siete così “svedesi”, non resta che la clandestinità e l’eterno dubbio su ciò che è male e ciò che è bene, se siano meglio i rimpianti o i rimorsi… Ma qui passiamo dalla psicologia all”etica ed io, da psicologa, non posso che chiamarmi fuori…
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
GRUPPI DI AUTO-MUTUO AIUTO
Vorrei raccontare la mia esperienza in fatto di gruppi di mutuo aiuto, un’idea che viene da oltreoceano e che sta prendendo molto campo qui in Italia. So che ce ne sono di diverso tipo, ma tutti più o meno seguono il famoso programma dei dodici passi, una sorta di ricostruzione della propria autostima e indipendenza fatta appunto di dodici tappe, che possono essere applicate a chi ha problemi di droga, alcoolismo, dipendenza da gioco o affettiva. Ho aderito ad uno di questi programmi. Per un buon periodo la mia scelta è risultata davvero felice: il confronto con persone che avevano le mie stesse problematiche mi ha aiutata a non sentirmi una diversa, a dare un nome a certi miei sintomi che credevo un difetto mio di fabbricazione, a trovare il sostegno di persone che avevano già trovato soluzioni a certe fasi critiche che stavo passando. In un dato momento l’unione del supporto psicologico di cui mi avvalgo e della frequenza del gruppo si è rivelata una miscela energetica più che vincente ed ho fatto progressi velocissimi.
Ma via via che mi sono fatta conoscere nel gruppo, mi sono accorta che qualcosa non andava. Alcuni membri hanno iniziato a cercare di legare con me. Ho fatto due bellissime amicizie, ma per il resto ho avuto qualche problema. Ho avuto occasione di notare infatti che i membri del gruppo per lo più sono persone tutt’altro che in via di guarigione, che hanno spostato nel programma stesso la loro compulsività, trovando occasioni d’oro per agganciare il loro lato relazionale malato con altre persone altrettanto malate. Purtroppo queste ultime erano persone fragili, seriamente intenzionate a ricostruirsi ed hanno invece trovato nuove occasioni di dipendenza, se non peggiori, della stessa portata di quelle da cui tentavano di guarire. Ho visto gente passare dalla padella nella brace, trovare nuovi motivi di disperazione e depressione. Io stessa ho subito un tentativo pesante di aggancio da una persona che cercava nel gruppo l’emozione di sentirsi il personaggio carismatico di turno: preparazione sorprendente sulle dinamiche della dipendenza, capacità superlativa di dire al nuovo arrivato ciò che gli ci vuole per potersi aprire, strategie geniali per rendersi indispensabile ai singoli membri del gruppo e poterli poi trattare come oggetti personali… Per fortuna il mio livello di dipendenza non è più così alto, grazie allo splendido lavoro su me stessa che ho potuto fare in terapia ed ho saputo allontanarmi in tempo, ma ho molta amarezza e qualcosa di importante che vorrei poter dire a più persone possibile.
Sono convinta che i gruppi di mutuo aiuto siano un’eccellente idea, ma che necessitino di professionisti preparati ed esperti che li gestiscano e controllino che si creino agganci della parte sana e non della parte malata dei suoi membri. I nostri cugini americani invece continuano a pubblicare libri che hanno forte presa sul pubblico, in cui invitano caldamente chi sta male a crearsi simili gruppi fai da te in casa propria, se non ce ne sono in zona di già esistenti. La fanno facile: basta seguire i dodici passi e poche altre banali regole. Basta poi moderare a turno per evitare la dittatorialità: non avviene mai, sono sempre gli stessi a moderare, perché i più non se la sentono o non possono. E tra i moderatori ho trovato brave persone, ma anche soggetti molto pericolosi. Ho sentito perfino di un moderatore che ha diverse amanti disseminate in varie fratellanze, ho detto tutto. Spero tanto che sia una leggenda, ma lo reputo possibile.
Altra cosa che si trova scritta sui libri, è che se si frequenta il gruppo, non è indispensabile il sostegno psicoterapico e anche lì mi si gela il sangue. Ho percepito bene infatti che nel gruppo c’era chi mostrava segni di gelosia del mio rapporto con la mia psicologa, per cui ho visto bene che si tratta di una cosa bella, che però può diventare una trappola terribile.
Spero di far sentire forte la mia voce, che gli addetti ai lavori vogliano adoperarsi per formare gruppi seri e che le persone bisognose facciano attenzione a chi si affidano.
Grazie Cecilia
Cara Cecilia,
Grazie per la sua interessante testimonianza. Credo che tutti i gruppi, quando si formano, siano “seri”, però certamente può capitare quello che lei ci ha raccontato. Alcuni gruppi in effetti tendono via via a trasformarsi in piccole “sette”, completamente sganciate dalla realtà, così come è frequente che i soggetti più estroversi e popolari, all’interno del gruppo, possano diventare dei manipolatori (non sempre sani) di persone in difficoltà. Quando si capisce che le cose stanno andando verso questa direzione, il gruppo va senz’altro sciolto ed i membri farebbero bene ad allontanarsene.
A mio avviso lei ha fatto la scelta migliore.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
GENITORI DEPRESSI
Salve, sono una ragazza di 19 anni e mi chiamo Erica.
Di recente, sono venuta a conoscenza (vedendo i miei genitori che si comportavano in maniera strana) di una realtà che mi ha fatto molto male: mio padre soffre di depressione da tanti anni (io stessa non saprei dire quanti) e mia madre ha sempre cercato di risollevare questa situazione (inutilmente). Ora lui non volendo andare in vacanza, non volendo uscire, dovendo sempre far trovare scuse a mia madre per rimanere in casa, ha fatto crollare lei.
Ed ora io mi trovo spiazzata in una situazione non di litigio (perchè neanche si parlano) ma di indifferenza totale, con una marea di rancore con cui si attaccano quelle poche volte che si parlano. Inizialmente mi era stato detto solo che me lo avevano detto perchè ero abbastanza grande per vedere le cose ma che non volevano mettermi in mezzo, ma a me sembra esattamente l’opposto: quando si dividono e sto nella stessa stanza con mia mamma lei si mette a piangere e non vuole neanche rispondermi, quando sto nella stessa stanza con mio padre continua a chiedermi di fare questo e quello per sistemare la situazione, viene persino a svegliarmi.
E quando cerco di uscire e svagarmi mio padre mi rinfaccia di avere troppa libertà e di dover stare con loro, non lasciandomi poi uscire. Ma stare con loro è l’ultima cosa che voglio. Non mi sento nè in dovere, nè abbastanza forte per risolvere la situazione, essendo anche figlia unica. Fin da piccola mi hanno sempre insegnato di dover saper badare a me stessa, non mi hanno mai aiutato con i miei problemi perchè dicevano che loro non dovevano entrarci e che dovevo “arrangiarmi” e non vedo perchè ora io devo essere il loro capro espiatorio trovandomi non con uno, ma con ben due genitori in depressione.
Gentile Erica,
La depressione si cura con dei farmaci o con delle psicoterapie: non può essere la moglie a curare il marito, altrimenti il risultato migliore che ci si può attendere è che diventi depressa anche lei, come è di fatto successo. D’altra parte, non è giusto che lei si tiri fuori dalla situazione come se non la riguardasse: questo poteva andare bene in passato, quando lei era una bambina o un’adolescente. Ora però lei è abbastanza grande per poter far sentire la sua voce. Se i suoi genitori le chiedono aiuto, è perché non sanno uscire fuori da una situazione in cui si sentono entrambi intrappolati ed avrebbero un disperato bisogno di un intervento esterno, che li possa aiutare a sbrogliare la matassa.
Poiché, d’altra parte, lei non si può improvvisare psicologa o assistente sociale, ciò che dovrebbe fare, come figlia, è invitarli, con pazienza e gentilezza, a pensare alla loro salute e alla loro felicità: suo padre deve farsi curare (probabilmente non è solo depresso: forse soffre anche di fobie sociali) ed insieme devono assolutamente fare una terapia di coppia, per ristabilire le cose fra loro. Il suo atteggiamento deve essere collaborativo ed accogliente con due persone che sono in chiara difficoltà, ma il suo ruolo non può che essere quello di insistere, con efficacia, affinché queste due persone accettino di farsi curare.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
VIOLENZA PSICOLOGICA
Sono anni che subisco violenza verbale e psicologica da parte del mio compagno, dopo aver letto un libro molto esaustivo sull’argomento ho deciso di farlo leggere anche a lui e di cominciare un confronto perché cercasse di prendere atto della nostra situazione.
La cosa non è stata facile, perché parte dell’abuso è la negazione. Lui minimizza o nega quello che fa. E io esagero quando mi lamento.
Tuttavia sono stata irremovibile e mi sono allontanata da lui fino a quando non ha acconsentito ad avere un confronto diretto con me, su ogni aspetto della sua violenza.
Mi rendo conto che dovremmo rivolgerci a qualcuno di esterno alla coppia, ma ho paura di rivolgermi a uno psicologo che possa in qualche modo rafforzare la convinzioni del mio compagno che io esagero e sono troppo suscettibile, in questo modo verrebbero vanificati tutti i miei sforzi.
Temodi fare terapia di coppia e dover magari difendermi dal terapeuta come mi difendo da lui, quando cerco di esprimere le mie ragioni. Ho letto di donne che hanno subito questo trattamento.
Secondo lei a chi potrei rivolgermi con la sicurezza che l’argomento verrà affrontato per quello che è?
grazie
Gentile Signora,
Lei non dovrebbe vedere la terapia come un giudizio e il terapeuta come un giudice. La terapia serve ad aiutare le due parti a ritrovare un dialogo e a cercare nuovi aggiustamenti, per far si che la coppia ritorni a stare insieme in armonia. Nessun terapeuta si mette da una parte o dall’altra per partito preso: non è il nostro mestiere. Semmai può accadere che in alcuni casi si rinforzi una posizione troppo debole, all’interno della coppia, per ristabilire il necessario equilibrio.
In ogni caso, affrontando una terapia, occorre essere aperti al cambiamento: la ragione non è mai tutta da una parte e, accettando di mettersi in discussione, per cambiare alcuni atteggiamenti che non piacciono all’altro/a, ci si guadagna anche in felicità personale. Lei ad esempio, nella situazione di coppia che vive, pensa di avere ragione al 100%, ma ciò nonostante non è felice. Baratterebbe un po’ delle sue ragioni per una maggiore felicità? Questo è il punto.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
LUI SI SENTE IN COLPA
Salve dottoressa, le scrivo perche sono molto confusa e avrei bisogno del parere di un esperto. Allora le spiego, da circa un anno e qualche mese sto insieme al mio ragazzo, ci amiamo, stiamo bene insieme..tutto perfetto tranne una cosa: dopo circa 5 mesi che stavamo insieme lui ha iniziato ad avere dubbi e insicurezze.tutto qst è iniziato dal momento in cui ha trovato lavoro(è un lavoro al pubblico dove vede molte persone) e quindi non so se dipenda da questo. Lui non vuole lasciarmi, ma sono mesi che ha pensieri e si fa domande del tipo ‘ci tengo sul serio?perche mi viene da guardare altre ragazze?sono io cosi o tutti gli uomini?’ etc..dice che si sente in colpa per tutto, anche una minima cosa,anche se gli capita di guardare una ragazza o di fare la minima cosa me lo dice perche si sente in colpa..e subito dopo che me l ha detto dice che sparisce il senso di colpa e gli vengono le paranoie. Mi dice che si sente in colpa praticamente per tutto.Non so se sbaglio o ho sbagliato io qualcosa x farlo sentire cosi.. io gli ho sempre detto che voglio una relazione chiara dove ci diciamo tutto e cosi è sempre stato.Il problema è che sono mesi che la situazione su queste sue insicurezze non cambia e non so piu che fare.. arrivo a chiedermi se il suo sia amore oppure no.Mi chiedo perche non mi lascia se ha tutti questi dubbi e da cosa derivano..so che ci tiene a me, ma spesso mi passa la voglia e la pazienza di aspettare che tutto si risolva,e mi prende il dubbio che forse non si risolvera mai e che è meglio lasciarsi,anche se lo amo da morire. Spero di essermi spiegata e di non avere confuso anche lei con tutte queste paranoie. Attendo un suo parere. Arrivederci e grazie! 🙂
Gentilissima,
In amore non è una bellissima idea quella di “dirsi tutto”: al limite questa prassi può essere utile per qualche tempo all’inizio del rapporto, nel pieno dell’innamoramento, per approfondire la conoscenza e l’intimità, ma poi sarebbe assolutamente consigliabile evitare di raccontarsi ogni singolo pensiero, ogni emozione o desiderio. Infatti, è del tutto naturale che anche persone serissime e innamoratissime provino quotidianamente sensazioni di piacere, nel sentirsi apprezzate e considerate da persone diverse dal proprio partner. E’ dunque irrealistico pensare di poter mantenere nel tempo un rapporto di coppia così fusionale, per cui ciascuno dei due partners ha, di fatto, libero accesso ad ogni singolo pensiero o emozione dell’altro.
Nella vita, più gente si incontra, più aumentano le tentazioni, i momenti piacevoli vissuti con altre persone, e questo va accettato come un dato di realtà, che nulla toglie alla qualità e all’intensità del vostro amore. Le persone che si amano non sono fuse in un sol corpo e in una sola anima: sono delle persone separate, che fanno vite separate, ma che ogni giorno si scelgono perché si piacciono e stanno bene insieme.
E questo è quello che conta!
Cari saluti.
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
ONLINE
La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
mail: g.proietti@psicolinea.it
Visita anche:
www.giulianaproietti.it