Consulenza online – Dentro e Fuori di Te 32
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DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico 2012-2018
Pagina n. 32
Cosa devo fare ?
#1 08-29-2016, 10:09 PM
Buongiorno , sono una ragazza di 29 anno che sta insieme ad un ragazzo fantastico da una settimana . Appena ci siamo messi insieme il mio cuore batteva a mille , farfalle nello stomaco ecc , adesso mi sta nascendo un dubbio che mi perseguita tutto il giorno “lo amo davvero ?” mi piace davvero tanto come ragazzo , é tutto quello ke ho sempre desiderato del ragazzo che vorrei al mio fianco ma sono poco gelosa , possessiva e questi dubbi così presto mi fanno paura . Quando sto con lui sono felice , mi sento amata , protetta , faccio tutte le cose che amo e che mi piacciono . Non ho paura di rimanere da sola ma ho paura di perdere la mia anima gemella però questi dubbi delle volte mi fanno dire “lascialo così starai meglio” ma non credo che scappare sia la soluzione . Io sono una ragazza molto insicura , indecisa e che ha sofferto tanto nella sua vita con un ragazzo precedente che sapeva solo criticarmi e basta . Ho paura delle volte di essere depressa perché sono svogliata , mi entusiasmano pochissime cose . Sono convinta di avere qualcosa che non va ma non voglio andare da uno psicologo . Se può aiutarmi o darmi qualche consiglio le sarei davvero grata . Grazie
Gentilissima,
Se lei capisce che c’è qualcosa che non va in lei, ma non vuole andare dallo psicologo, non sarò certamente io a consigliarla diversamente: le terapie psicologiche non funzionano se la persona non ha capito che ha bisogno di essere aiutata e se non si attiva personalmente per cercare l’aiuto necessario, che le permetta di superare i suoi problemi.
Dunque, per il momento non resta che tenersi le sue insicurezze. L’ama? Non l’ama?
Spero che il tempo le darà la risposta che sta cercando.
In ogni caso,
Buona Vita.
A20
Non mi ama più
#1 10-20-2016, 03:03 PM
Buongiorno a tutti.Sono un uomo di 40 anni sposato con una splendida donna di 37 da quasi 12 anni, dopo 6 di fidanzamento.Dalla nostra unione sono nati due bimbi di 10 e 3 anni.Fino ad un anno fa credevo che il nostro rapporto andasse bene.L’unico appunto che mi faccio è la mia gelosia a causa della quale mia moglie,adesso lo capisco,soffriva.Preciso che non sono mai stato ossessivo solo che,per esempio,se diceva di voler andare a ballare con le amiche la invitavo a ripensarci dicendole che non mi piaceva questo tipo di uscite.Solo adesso,purtroppo,mi rendo conto di aver sbagliato.Ad ogni modo un anno fa,circa,comincia a chattare con un collega e si spinge leggermente in la e parte la crisi vera e propria.Mesi a litigare on lei che mi urla che a causa mia si è sempre sentita in gabbia.Corro ai ripari chiedendo scusa spiegando che non mi ero mai accorto di questo.Allora lei, giustamente,si prende un po ‘più di spazi per se stessa.Io, però,notando comportamenti strani faccio una cosa..comincio a spiarle i social e scopro che la prima sera che va a ballare con le amiche si incontra con il collega e lo accompagna pure a casa.BOOM altra lite e le dico che non vedendola arrivare l’ho localizzata tramite il cell.Passano i mesi sempre alternando liti e chiarimenti e succede il patatrac.Torna nella sua vita un vecchio amico che abita lontano.Passano mesi a scriversi,io continuo a spiarla,e scopro che lui fa lo scemo e lei gli confida che vede me come un coinquilino padre dei suoi figli.Io scoppio e piangendo le dico che ho letto.Quindi si apre una spaccatura enorme.Passiamo ore,giorni e settimane a confrontarci,buon segno direi,e proviamo ad andare avanti.IO nel frattempo GIURO che cambio,lentamente,ma cambio e divento un uomo migliore,dovete fidarvi.Nel frattempo lei si prende le sue serate,sempre più frequenti,per andare anche a ballare con le amiche e le cose sembrano rimettersi in piedi.Purtroppo dopo alcuni mesi noto stranezze in lei,comportamenti sfuggenti,apatia nei miei confronti ed il sesso di pessima qualità.Quando facciamo l’amore lei praticamente si sdraia sul letto e aspetta che io faccia tutto,diciamo,da solo.E allora spio il telefono e scopro che,confidandosi con la sua amica-che nel frattempo ha lasciato il marito che la tradiva-dice che il vecchio amico l’ha delusa e l’ha fatta arrabbiare perchè improvvisamente è sparito senza dalre spiegazioni e che nella vita non si riesce mai ad avere quello che si vuole veramente e che la vita è una mer*a.A questo punto io non so che fare.Mi sento perso,mi sento scartato da lei.Non so cosa fare della mia vita perchè la cosa che mi fa più male è che lei mi guarda negli occhi e dice che non ci sono problemi tra noi.Ovviamente non le ho detto che la spio di nuovo perchè quando l’ho fatto mi ha urlato le peggiori parole che mi sia mai sentito dire in vita mia.Io la amo ed ho bisogno di sentire che lei mi ama e mi odio per questo bisogno ma non riesco ad immaginare una vita senza il suo amore.
Gentilissimo,
Credo che davvero non si possa amare un uomo che trascorre tutto il suo tempo a spiare il proprio cellulare e che legge i propri messaggi privati.
Cosa pensa di ottenere agendo in questo modo? Di riconquistare l’amore di sua moglie? La prima cosa da fare dunque è rinunciare a questi comportamenti, che non fanno bene al vostro rapporto e ancor meno a lei stesso, che soffre, senza trovare rimedi a questa sofferenza.
Anche sua moglie sbaglia: come può pensare che nella vita si possa ottenere precisamente quello che si desidera? Come può ritenere che in una relazione di coppia una persona possa sentirsi libera di fare esattamente ciò che desidera?
Questi sono pensieri che vengono quando si è persa la fiducia nel proprio rapporto e si decide di cercare un po’ di felicità facendo qualche risata fuori di casa. Non è una buona idea: la felicità va cercata prima dentro di sé, poi nel proprio rapporto e infine anche nelle relazioni esterne, mai viceversa.
Credo dunque che abbiate bisogno di una terapia di coppia, che possa aiutarvi a riscoprire perché siete insieme e che cosa avete ancora da costruire insieme.
Per finire, una parola sul titolo che ha dato a questo post: l’amore maturo, che è diverso dall’innamoramento, è una conquista quotidiana, non un’assicurazione sulla vita. Occorre conquistareselo ogni giorno. Cosa fa lei ogni giorno per farsi amare da sua moglie?
Cordiali saluti.
Mamma perplessa
#1 10-11-2016, 02:09 PM
Buongiorno.
Ieri sera mia figlia, di 13 anni, mi ha fatto una serie di domande tipo a che età si capisce che orientamento sessuale uno ha, perchè alle sue amiche incominciano a piacere i ragazzi e a lei ancora no, se è normale avere solo amiche femmine…
Poi, con tutta naturalezza, mi ha detto che pensa di essere lesbica.
Dice che già da bambina le piaceva una sua amica, e anche adesso si sente attratta solo dalle ragazze, mai dai ragazzi.
Io le ho detto che l’orientamento sessuale si capisce durante l’adolescenza o dopo, che tutti i mammiferi sono tendenzialmente bisessuali, che è normale alla sua età avere fasi diverse.
Mi è sembrata soddisfatta, mi ha chiesto se per me sarebbe un problema se fosse lesbica anche da grande, ho detto di no, poi è andata tranquillamente a dormire.
Alcuni dati:
1) Ha solo 13 anni, ma è molto molto più grande intellettualmente.
Già da piccola ogni tanto “dimenticavamo” che fosse solo una bambina.
2) Nella nostra famiglia siamo molto aperti, si parla con naturalezza di sesso ed anche di omosessualità.
3) Mia figlia cerca sempre di primeggiare, quasi di mettersi in mostra.
Per esempio da qualche mese si veste solo con magliette di gruppi rock e proprio questa settimana comincerà a prendere lezioni di batteria.
Bravissima a scuola, un po’perfezionista.
Oltretutto sgomita in casa per farsi notare, ha un fratello di 16 anni molto ingombrante (anche fisicamente: è enorme, lei è molto minuta invece). Suo fratello è campione sportivo, molto aperto di carattere, parla sempre anche in casa con un gran vocione, lei a volte ha difficoltà ad inserirsi nel discorso anche per questione di decibel.
Le sembra che tutte le cose interessanti capitino a suo fratello, a lei mai.
La mia domanda: mi devo preoccupare? Devo approfondire il discorso o non parlarne più se non mi dice niente? A me sembra una normale fase di una ragazzina, anche a me alla sua età o poco dopo ogni tanto piaceva un’amica, però sono eterosessuale.
Mi sembra una ragazzina serena, mi sembra che ieri sera volesse solo essere rassicurata che fosse normale cosa sta provando (dice però che non è innamorata di nessuno, adesso). Oltretutto a 13 anni forse è presto per pensare alla propria sessualità, io perlomeno ho incominciato ad essere interessata un po’ più tardi, a 15-16 anni.
Cosa devo fare? O non fare niente?
Gentilissima,
Tredici anni sono proprio l’età in cui ci si comincia a fare queste domande ed è effettivamente anche l’età in cui si comincia ad avere maggiore consapevolezza sul proprio orientamento sessuale.
La naturalezza che lei ha riscontrato in questa confessione di omosessualità (per il momento solo ipotizzata) è dovuta al fatto che i ragazzi di oggi (nativi digitali), hanno molte più informazioni rispetto al passato e parlano fra loro con disinvoltura di questi argomenti (lo fanno sin da quando erano bambini). Del resto un cellulare con un collegamento ad Internet permette di guardare la pornografia, e la maggior parte dei bambini lo fa e conosce le cose riguardanti il sesso (molte meno informazioni ci sono invece sulla affettività, l’amore, le emozioni, i sentimenti, ma queste cose interessano ovviamente molto di meno…).
Le informazioni che lei ha dato alla ragazza mi sembrano corrette ed anche la sua disponibilità ad accettare qualsiasi sua scelta va benissimo, perché in questo modo evita a sua figlia una serie di stress inutili che potrebbero distarla dallo studio e dalle relazioni sociali.
Quanto al rapporto con il fratello non mi sembra che questo possa interferire con l’orientamento sessuale della ragazza. Lei dice: “Le sembra che tutte le cose interessanti capitino a suo fratello, a lei mai”. Beh, non penserei che questa storia dell’omosessualità se la sia creata per avere qualcosa di interessante e sorprendente di cui parlare… In ogni caso, se fosse così, a ragione di più occorre dimostrare che la notizia non è uno scoop e che non si è affatto preoccupati.
Che fare:
1) Non ritornare sull’argomento, a meno che non sia la ragazza a farlo;
2) Non preoccuparsi: l’orientamento sessuale di sua figlia non fa parte dell’educazione che deve dare un genitore, ma si tratta di una scelta personale, che soddisfa bisogni personali (e non familiari);
3) Non evitare il discorso sull’omosessualità in senso generale, come facevate prima in famiglia, perché la ragazza lo noterebbe e potrebbe arrivare a conclusioni errate.
L’unica cosa che eventualmente si può fare, per offrire alla ragazza l’opportunità di decidere con maggiore consapevolezza, è allargare il numero di ragazzi maschi che la attualmente frequenta, inserendola in corsi, vacanze, iniziative ecc. in modo che, più facilmente, possa trovare qualcuno che la interessi, anche dell’altro sesso. Spesso infatti ci si innamora delle persone, non del sesso cui appartengono.
Saluti cordiali.
Terapia
#1 12-04-2016, 10:10 PM
Buonasera. Mi chiamo Marco sono un ragazzo di 25 anni. Ho dovuto interrompere la terapia con il mio vecchio terapeuta, è da due anni che non ci vado, e lui mi manca moltissimo. Ho provato a fare degli colloqui con altri ma lui mi sembra sempre il massimo. Mi piace così tanto che non so più se è il ricordo a renderlo così splendido o, che l’ho idealizzato o che.. o se sul serio lui è più capace di questi altri che ho conosciuto. Dicono che in queste cose funzioni come nell’amore… che il primo amore non si scorda mai.. possibile che funzioni così anche con gli analisti? E’ troppo forte questo sentimento che provo, e mi sta facendo stare molto male. Ho incontrato un altra analista e ci sono andato un paio di volte nelle ultime due settimane. Mi sono sentito capito, e mi ha trasmesso tranquillità. Però non c’è niente da fare, quell’altro mi faceva sentire che tutto era possibile. Mentre questa mi sembra una ” analista di campagna”. Ed è assurdo, perchè entrambi insegnano psicoterapia, e nella stessa scuola! Non ci capisco più niente, che cosa devo fare? La mia situazione non è delle più rosee, e non capisco davvero se le mie sono solo paure o dubbi dati da considerazioni oggettive. Aiuto! Mi sento sull’orlo di una soglia che vorrei attraversare, se solo avessi il coraggio di farlo. :'(
Gentilissimo,
La prima cosa che verrebbe da consigliarle è quella di tornare dal suo vecchio terapeuta; lei non spiega perché non vuole farlo e forse avrà buone ragioni per non prendere questa decisione, che appare la più scontata.
In secondo luogo, è possibile che lei abbia un pregiudizio nei confronti delle donne-terapeute. Come lei dice infatti, si è sentito capito, ascoltato, accolto, ma la persona non le ha dato la sensazione di poter risolvere il suo futuro e le è sembrata una “terapeuta di campagna”.
C’è da domandarsi quale tipo di rapporti lei abbia avuto in passato con la figura femminile, in particolare con sua madre, e se lei possa vedere in una donna che in qualche modo gliela ricorda una vera professionista, capace non solo di ascoltarla, ma anche di risolvere i suoi problemi.
E’ possibile dunque che lei abbia bisogno di confrontarsi con una figura maschile, in quanto la figura femminile è da lei troppo svalorizzata, e quindi il transfert terapeutico non produce gli effetti desiderati.
Non si può naturalmente escludere che la terapeuta in cui lei si è imbattuto sia effettivamente poco professionale, mentre il precedente terapeuta, da lei rimpianto, sia un fuoriclasse: solo frequentando più terapeuti lei potrà capire se è un problema legato al genere sessuale (e dunque sui pregiudizi che lei ha nei confronti delle donne, in tal caso argomento da portare senz’altro in terapia), o alla professionalità più o meno elevata che lei richiede al suo terapeuta.
Infine, solo per darle un ventaglio vasto di opzioni su cui riflettere, potrebbe trattarsi di una forma di omosessualità latente, per cui il transfert verso il terapeuta che lei rimpiange potrebbe aver prodotto in lei una sorta di innamoramento, e quel terapeuta (e non altri) è stato da lei idealizzato e messo su un piedistallo, al di fuori e al di sopra di qualsiasi possibile confronto.
In ogni caso, spero che lei riesca a trovare presto la sua strada e possa cominciare seriamente a lavorare su se stesso, per risolvere i suoi problemi.
Auguri.
Autori: Giuliana Proietti - Walter La Gatta
Modi discussione
#1 11-18-2016, 04:08 AM
Salve, ho vent’anni e sono felicemente fidanzata ormai da due anni.. Tra di noi va tutto alla grande però durante alcuni rapporti succede che mi fuoriesce del liquido, soprattutto dopo una stimolazione clitoridea, anche abbastanza abbondante! Per questo, e anche per il fatto che ciò non accade dopo un orgasmo, ho escluso l’eiaculazione femminile.. Ho paura che sia urina, ma non riesco ad affrontare il problema ne col mio lui, ne con qualche dottore perchè la cosa mi imbarazza parecchio.. Inoltre vorrei affrontare anche un altro grande problema, non credo di aver mai raggiunto l’orgasmo! Provo molto piacere durante il rapporto ma non penso di aver mai raggiunto l’apice del piacere! Ho paura che il problema sia mio perchè ho quasi zero esperienza con l’autoerotismo…. A volte provo a toccarmi ma sempre con scarsi risultati. La cosa sta diventando per me abbastanza frustrante
Gentilissima,
Credo che il liquido di cui parla sia il liquido di cui si bagnano i genitali femminili durante la stimolazione. Questo liquido è previsto in natura per facilitare la penetrazione e dunque non vi è ragione che si presenti al momento dell’orgasmo femminile. Dunque, ha fatto bene ad escludere che sia “eiaculazione femminile” (il termine stesso è improprio. Inoltre è rarissima e soprattutto causata da malformazioni genetiche).
Escluderei inoltre che si tratti di urina, ma per questo le suggerirei una visita ginecologica.
Per il resto, come dico a tutte le mie pazienti che hanno questo problema: chi non è padrone a casa sua non può ricevere ospiti!
Fuor di metafora, se lei non conosce bene il suo corpo, come può pretendere di conoscerlo per interposta persona? Affronti i problemi che non le permettono di avere questo contatto con se stessa e poi affronti il problema della sessualità della coppia.
Nel frattempo, legga e si documenti sulla sessualità, perché mi sembra che lei non sia molto informata e questo è inaccettabile nell’epoca di Internet!
Saluti e auguri.
PSICOLOGIA - SESSUOLOGIA
Come vivere bene, anche se in coppia
Autori: Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
Terapie Individuali e di Coppia
A 30anni mai avuto un ragazzo…come superare questo blocco?
#1 11-15-2016, 09:11 PM
salve a tutti…sono una ragazza di quasi 30anni che non ha mai avuto un ragazzo…le occasioni per avercelo ci sono state ma il pensiero di uscire con un ragazzo da sola mi fa venire una terribile ansia…c è da dire che l universo maschile mi ha sempre intimidita da quando ero piccola e crescendo la mia paura non è cambiata…non so bene se questo timore sia dovuto al fatto di aver subito bullismo nel periodo scolastico oppure al fatto di aver avuto un padre “assente”,un padre che c era! fisicamente” ma non tanto emotivamente,era ed è un uomo che parla poco,chiuso e con cui non è facile istaurare un dialogo…
Un anno fa ho accettato di uscire con un ragazzo conosciuto in chat con cui si era istaurato un bel feeling e bisogna dire che appena l ho incontrato ho subito pensato che fosse proprio carino,ma al momento in cui mi voleva baciare mi son tirata indietro perchè avevo una dannata paura di non saperlo fare e di fare la figura dell incapace …ma nonostante ciò sono stata bene quell oretta in cui siamo stati insieme e mi aveva chiesto anche di rivederci,ma mi sono fatta prendere dal panico nei giorni seguenti e ho kiuso ogni possibilità di un nuovo incontro,pentendomi amaramente perchè a me quel ragazzo piaceva davvero tanto..
Arrivata a questà età mi sto convicendo sempre di più che non sono fatta per avere un affetto profondo come ce l hanno tutti,forse sono semplicemente fredda e incapace di dare amore…come superare questo blocco che ho con i ragazzi?
Gentilissima,
Lei riuscirà a risolvere il suo problema solo quando imparerà a chiamare le cose con il loro nome e la smetterà di attribuire ad altri le responsabilità del suo comportamento.
La parola chiave, nel suo caso, è “timidezza”, il che, detto in altre parole, è mancanza di competenze relazionali, eccessiva auto-osservazione, timore di non essere all’altezza della situazione e dunque del giudizio altrui.
Cominci a prendersi le responsabilità per quello che accade: è lei in effetti che si è trovata questo ragazzo in chat, è lei che gli ha fissato un appuntamento, è lei che non l’ha voluto baciare, è lei che ha chiuso la storia. Dunque la responsabilità di quello che è accaduto non è del ragazzo, di suo padre, del bullismo, ecc.: è la sua!
E allora le dico che le capacità relazionali si imparano stando con gli altri, così come a baciare un ragazzo lo si impara…Baciando! Lei pensa che qualcun altro sia nato con la competenza di baciare bene sin da piccolo? O è l’esperienza che affina questa abilità?
Più lei si costringerà a non baciare, più non saprà farlo…
Si vergogna perché a trenta anni non ha mai baciato? Primo: non è detto che il ragazzo mal baciato debba essere necessariamente dispiaciuto di questa situazione. Secondo: se non comincia adesso, fra poco di anni ne avrà 35 e poi 40… Il suo orologio gira forse al contrario?
Dunque coraggio, si trovi un ragazzo con cui sta bene e, senza troppo indugio, lo baci. Lui dirà che lei non è sufficientemente esperta? La risposta è semplice: Insegnamelo tu!
Saluti e auguri.
Autori:
Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
Chiarimento giusto o no?
#1 11-15-2016, 04:50 PM
Ciao a tutti, vi scrivo per un consiglio/parere…. Sono circa otto mesi che mi frequento con un uomo (io ho 23 anni lui 31). Quando l’ho conosciuto sono stata io a mettere molti “paletti” sul fatto che non volevo messaggini del buongiorno, non cercavo un uomo “amico” con cui parlare dei miei problemi, ma che volevo principalmente divertirmi con qualcuno. Tutto ciò perché arrivavo da una relazione un po’ incasinata e non volevo troppi legami. Poi le cose sono cambiate, quest’estate siamo andati al mare insieme e ci siamo visti più frequentemente, sempre però rispettando i reciproci spazi. Lui non ama messaggiare e io non sono una che manda messaggi tutti i giorni, siamo entrambi concentrati sul lavoro e sugli studi. Ora però per me qualcosa è cambiato, credo che una parte di me si voglia rimangiare tutti i paletti che avevo messo all’inizio e che voglia sapere se anche lui vuole qualcosa di più serio…. Secondo voi faccio bene a chiederglielo? So che fra di noi non ne abbiamo mai parlato e quando lui una volta mi ha chiesto se gli piacevo io gli ho risposto (io sono qui, tu sei qui… non servono le parole no?) E mi sono sempre mostrata parecchio distaccata… il che era più una maschera che altro… e ora vorrei sfilarmela e chiedergli se siamo qualcosa o se lo diventeremo, se per lui ci sono altre persone con cui si vede o se prova qualcosa per me…. secondo voi sbaglio a chiarire la cosa? In fondo sono 8 mesi che ci vediamo e mi sembra giusto un po’ di chiarezza, senza ovviamente pretendere una cosa seria o dare ultimatum ma semplicemente chiedendogli se prova qualcosa per me….. Voi lo fareste o dite che sbaglio?
Gentilissima,
Credo che dopo 8 mesi non solo sia opportuno, ma sia anche necessario parlare con lealtà della propria relazione e di ciò che si prova per l’altro/a. Cosa c’è di male se lei è innamorata e desidera una relazione seria? Pensa di passare per una persona troppo sensibile e troppo, noiosamente, seria?
Credo che a 31 anni il suo ragazzo sia abbastanza maturo da capire che ogni tanto ci si può imbattere in una storia seria… E chi le dice inoltre che lui non la desideri?
Saluti e auguri.
Ansia, infelicità,fallimento..
#1 11-09-2016, 01:25 PM
Buongiorno Dott.ssa,
sono una ragazza (o meglio una donna) di 31 anni..ma credo di non dimostrarli per niente caratterialmente, perchè faccio ragionamenti e ho comportamenti da bambina..sono 9 anni che sono fidanzata con un ragazzo, che mi ha dato e sta cercando di darmi tutto, ma in questi ultimi 2 anni qualcosa è cambiato..non è pu come prima..in primis dovuta alla mia ansia che mi ha sempre accompagnato in tutta la mia vita (dall’ansia di fare un interrogazione, all’ansia di dove lavorare ecc.). Lavoriamo insieme da piu di un anno e questo invece che rafforzare il ns rapporto l’ha letteralmente “distrutto”.. litighiamo sempre e non possiamo costruirci un futuro solido ( l’azienda in cui lavoriamo ha grossi problemi e lui non prende stipendio da piu di un anno, per cui ricade tt su di me e questa cosa mi mette ansia e rabbia). Vado in ansia per tutto: perchè devo pagare le bollette, perche devo inviare fatture a clienti o devo scrivere di ritardi di pagamenti a fornitori ( essendo io in contabilità),sono ansiosa se devo andare a fare la spesa e non so se ho tutti i soldi per poter comprare qualcosa..e tt questo do colpa a lui che ha lasciato un posto certo per intraprendere l’avventura di aprire qlc di suo, non pensando che a 31 anni vorrei sposarmi avere figli..e invece chissa quando accadrà..dovrò sottopormi a cure per averli? perchè finchè non ci si stabilizza economicamente come facciamo a progettare?. Vivo perennemente in stato di ansia, di fallimento e depressione della mia vita dove non ho creato nulla ( forse per colpa dei miei che mi hanno sempre “dato tutto e subito” e ora dovendola fare con le mie forze non riesco a reagire???). non sono soddisfatta di nulla..mi fa schifo tutto e sono arrivata a volta a gesti “intimidatori” verso di me ( prendere un coltello e farla finita..)non vedo uno spiraglio di luce e se dovesse esserci non lo vedo ora e quindi questo mi mette ansia perchè mi invecchiero senza aver costruito nulla ( mentre amici e conoscenti alla mia età hanno già fatto o stanno facendo progetti di vita..). sono stata ad una seduta da uns psicologo presso un consultorio ( a pagamento non potevo permettermelo) ma mi è sembrato piu un caffè con un amica che dispensava consigli e non mi aiutava..ma in un certo senso nessuno puo TOGLIERTI/ANNULLARE l’ansia deve venire da te..ma se ogni giorno c’è qualcosa che mi butta giu e mi fa andare in ansia come faccio??. dicono la ruota gira? a me per un breve periodo ha girato favorevolmente per poi tornare al punto di partenza…ma perchè??? e soprattutto come faccio a non pensare negativo, se ogni cosa che faccio io (soprattutto scelte fatte da sola) va a rotoli e se lo fanno gli altri invece va tutto bene? mi aiuti per favore..
Gentilissima,
L’ansia dipende da 3 cause principali: 1) ragioni genetiche, sulle quali purtroppo non può fare nulla, dal momento che non può incidere sul suo DNA e sul funzionamento dei suoi neuroni cerebrali; 2) da ragioni ambientali, ma anche qui lei non può cambiare il mondo, cancellare la crisi, cambiare le politiche attive del lavoro nei confronti dei giovani, ecc.; 3) dal suo stile del pensiero (capacità di tollerare le frustrazioni, capacità di progettare, di far fronte, di pensare positivo, ecc. ecc.). Come avrà capito, questa terza componente è invece tutta, e completamente, nelle sue mani, o meglio, nella sua testa.
Che cosa le posso consigliare dunque? Di smettere di sognare che la manna possa un giorno piovere dal cielo e di rimboccarsi le maniche perché lei, insieme al suo ragazzo, possa ritrovare l’energia e la motivazione per combattere questa battaglia della vita, cercando di vincerla, senza mollare mai, come fanno tutte le altre persone che lei non conosce o non prende in considerazione.
L’invidia è un sentimento molto doloroso, che non aiuta; provi a trasformarla in emulazione: quando gli altri riescono in qualcosa in cui lei non è riuscita, invece di pensare subito a quella pazza della fortuna, che aiuta sempre chi non ha bisogno, invece che lei, cerchi di capire se c’è qualcosa che potrebbe essere utile cambiare in lei (nel suo modo di fare, nel suo modo di pensare, nell’impegno che lei mette per sostenere il suo ragazzo in difficoltà, ecc.).
Infine, se lei insiste a dire che il suo problema riguarda l’ansia (secondo me è una conseguenza e non la causa dei suoi problemi), sappia che l’ansia è una delle poche patologie psicologiche che può essere facilmente curata: con la psicoterapia o con i farmaci, nei casi più gravi.
Quanto alla psicoterapia, se lei non paga, non può chiaramente aspettarsi che la persona che la ascolta abbia la professionalità e la motivazione necessarie per aiutarla a uscire dal suo tunnel. Non credo che 200 euro al mese, per qualche mese, possano cambiare la sua vita. Imparare a stare bene con se stessa invece si, potrebbe cambiarle la vita.
La saluto e le faccio i migliori auguri.
Una Conferenza sulla Paura
Confusione
#1 11-05-2016, 11:36 AM
Buongiorno a tutti
mi chiamo azzurra anni 27 .. è la prima volta che mi iscrivo a un blog …
oggi mi trovo a chiedere un parere un consiglio a voi cari amici …
vi spiego tutto…
due anni fa conosco un ragazzo di 28 anni di vicino la zona mia dove abito…
in un primo momento conoscendo il suo passato da latin lover avevo paura .. poi non so il perché e come ci siamo fidanzati… ho provato per lui dei bellissimi sentimenti e anche lui ricambiava …lavorava come vigile del fuoco e anche nel 118 come autista , ma conosciuta me perde entrambi i lavori … o meglio ogni lavoro che prendeva lo perdeva dopo poco tempo… mi innamoro di lui e anche lui ed è dolcissimo come lo volevo io sempre attento alle piccolezze sempre presente.
Con la famiglia non ho istaurato un buon rapporto e non per causa mia, ma perché non ci hanno mai visto come fidanzati che facevano serio ma ragazzetti…
cmq Andrea il mio ragazzo non mi ha mai difeso davanti alla famiglia al contrario ci dovevo pensare io… cmq andiamo avanti i mie lo accettano e per farci essere felici accettano anche che dorma a casa mia con me … eravamo felici vacanze piccole tt benissimo… ma il lavoro nulla di Andrea e la famiglia per nulla lo aiuta … solo he io piano piano comincio a essere stanca di questa cosa… su ogni cosa io e la mia famiglia lo aiutiamo dalle patenti per studiare alla ricerca di un lavoro a tutto .. e insomma io sono stanca perché ha una famiglia che deve provvedere a lui ma scusatemi se ne fregano .. andiamo avanti sempre felici e tutto .. quando due settimane fa .. ci è stato il mio crollo ..è vero che non avendo lavoro mia madre ha chiesto a andrea di sposarci .. ma chi ha risposto per prima che non voleva perché non pronta sono stata io!!!! andrea ha fatto silenzio come una trave sulla testa e non ne abbiamo parlato se non dicendomi” faccio cio che vuole tua madre” certo che da quel momento io sono cambiata … mai detto sono felice mai nulla… la sera venne a casa e parlando con i miei disse che non era pronto per affrontare una vita in quanto manca l’economia .. è giusto è vero… ma dall’ora io sono cambiata non so che voglio più e non so se amarlo !!! piango mi dispero ho paura di riiniziare di nuovo da capo da sola .. ma penso che Andrea on può darmi molto non lo vedo forte e capace di sostenermi nel futuro .. ho 27 anni e mi sento disperata … lui dice di amarmi e volermi bene io gli voglio bene ma amarlo non lo so più!!!…. cosa mi succede che cosa ho???? non mi capisco più aiutatemi per favore per favore fatemi capire cosa ho???? sono stanca ? stufa? o so è la pura di sposarmi e avere un futuro??? aiutatemi per favore per favoreeeeeeeeeeee grazie di cuore a chi risposndera azzurra
Gentilissima,
Che dirle? Effettivamente, senza offesa, visto che qui non siamo per giudicare chi scrive, ma per dare consigli, questa lettera che lei ha scritto potrebbe essere attribuita, nello stile e nei contenuti, ad una ragazza di 16 anni, non certo di 28…
Mettendo insieme questa considerazione con il fatto che anche altri vi hanno visto come “ragazzetti” e non come persone adulte che facevano sul serio… Verrebbe da chiedersi quanto effettivamente voi siate una coppia ben assortita e, soprattutto, matura, per pensare ad una vita insieme.
Forse i suoi genitori (lei è figlia unica?) cercano di agevolarla, spianandole la strada come possono, ma certamente loro non sono in grado di trovare un lavoro stabile al suo ragazzo e ancor meno possono aiutarla a far si che il suo amore per lui non si spenga.
A tutto questo dovete pensarci voi: lei e lui. Lasciate da parte le famiglie e cercate insieme la vostra fortuna, senza aspettarvi sempre che qualcuno venga a togliervi le castagne dal fuoco. E’ questo il modo migliore per prepararsi alla vita adulta.
Saluti e auguri.
La mia vita bloccata per sempre
#1 01-13-2017, 12:13 AM
Ho 35 anni, non riesco a trovare un vero e proprio lavoro (salvo lavoretti miserevoli, che durano pochi giorni) da almeno cinque anni e, malgrado la mia laurea ormai riposta in un cassetto e la mia variegata esperienza lavorativa, mi sento ormai tagliata fuori dal mondo del lavoro, da anni non riesco nemmeno a essere chiamata per un colloquio. Da dieci anni sono fidanzata con un ragazzo, ormai arrivato alla soglia dei 40, con prospettive ancora peggiori delle mie, tanto che da tempo ormai non cerca più lavoro ed è costretto a chiedere elemosine presso parenti e amici ogni volta che ha una spesa improvvisa. Non fossimo mantenuti dai nostri genitori, che non potranno sostenerci per sempre, saremmo a chiedere la carità su una strada. Ci vogliamo molto bene ma… ormai abbiamo capito che qualsiasi progetto di vita ci è precluso per sempre, e questo purtroppo si riflette sul nostro rapporto, che ormai somiglia a una casa abbandonata e piena di ragnatele. Ci vediamo per lo più a casa mia, usciamo sempre meno, anche perché uscire implica quasi sempre spendere qualcosina e non possiamo permettercelo. Ci scambiamo baci e tenerezze, ma ormai anche il sesso è un ricordo di epoche passate, non c’è più passione fra di noi. Eppure non sento di desiderare più nulla, non vedo un’alternativa alla mia vita attuale, amo ancora il mio ragazzo e non voglio lasciarlo, ma mi rendo conto che i nostri progetti sono andati in fumo, le possibilità di cambiare vita mi sembrano evanescenti, ovunque mi volto trovo sempre porte sbarrate. Sono sempre più svogliata, mi alzo sempre più tardi e passo le giornate davanti alla TV o a guardare internet, vedo sempre meno gli amici, ho perso interesse anche per le cose che un tempo mi piacevano. Mi sento vuota, non so più come reagire.
Gentilissima,
I suoi problemi sono tanti, sono reali e sono condivisi da milioni di persone nel nostro sfortunato Paese, che non riesce purtroppo, malgrado le alterne vicende politiche, a darsi una scossa e a ricominciare a credere nel futuro.
Persone come lei, come il suo ragazzo, che si sono preparate adeguatamente per costruire qualcosa nella vita, si trovano a soccombere e ad arrendersi, convinte che nulla e nessuno potrà un giorno cambiare la propria esistenza.
Io le suggerisco di non lasciarsi andare: visto che ormai non ha più nulla da perdere, visto che siete in due e siete nelle stesse condizioni, fatevi coraggio e partite. Lasciate la vostra città e provate ad andare dove il lavoro c’è, anche se è umile, anche se non vi rappresenta e non vi soddisfa.
E’ inutile continuare a lamentarsi, senza fare nulla per cambiare le cose. Il mondo non è la piccola mela in cui lei è abituata a vivere, rappresentata dalla sua città, dalla sua famiglia, dal suo ragazzo e dalla sua laurea. Il mondo è qualcosa di molto più grande e tante possono essere le risorse da attivare prima di darsi per vinti e lasciarsi andare.
Ha provato a fare qualche corso di specializzazione o di formazione? Ce ne sono ancora di gratuiti. Anche se non è troppo interessata, tutto fa, tutto serve, piuttosto che guardare la TV e finire di rimbabirsi… I lavori come donna delle pulizie o badante ancora si trovano: è molto più umiliante non fare nulla che fare questi lavori… Perché non si da da fare? Nei ristoranti è possibile che occasionalmente cerchino aiuto cuochi o camerieri: ha provato a chiedere? Si è iscritta a tutte le agenzie di lavoro interinale? Ha pensato a cercare lavoro in qualche ristorante italiano all’estero?
Insomma, voglio dire, la laurea non seve solo per dare un’istruzione, ma anche per aprire la mente, per rendere la persona più consapevole delle sue possibilità, per renderla cittadina del mondo. Non è il foglio di carta quello che conta, ma ciò che questa laurea le ha insegnato sul mondo e su se stessa, e questo non potrà mai riporlo in nessun cassetto: fa parte di lei e nessuno potrà toglierglielo.
Se è lo stare insieme ciò che vi blocca, nel senso che invece di farvi forza e coraggio insieme vi buttate giù a vicenda, rimpiangendo l’impossibilità di costruire il vostro futuro così come lo avevate pensato, provate a separarvi per un po’, cercate strade diverse, in luoghi diversi. Quando sarà il momento vi ritroverete.
Insomma, il mondo non è certo un paradiso terrestre: è pieno di insidie e di difficoltà, ma abbandonare ogni progetto e ogni speranza per incantarsi davanti alla televisione è veramente uno spreco, di tempo e di intelligenza: si rimbocchi le maniche, abbia fiducia in se stessa, sia determinata e faccia di tutto per tirarsi fuori da questa apatia che non fa altro che distruggere ciò che ancora è rimasto di positivo in lei e che potrebbe aiutarla a cercare la svolta che tanto desidera. A U G U R I !!!
Non sa se mi ama ancora……
#1 01-11-2017, 09:10 PM
Buonasera,
Sono Alessandro,36 anni convivo da 3 anni e abbiamo una figlia(‘siamo fidanzati da 10 anni ).
Ci siamo conosciuti per caso è abitavamo a 80 km da distanza, tutto bellissimo fino al punto che 6 anni fa compriamo casa ,+o-a metà strada perché entrambi con un lavoro fisso
Purtroppo la mia ragazza si rende conto che causa il suo lavoro ( ha una ditta con i genitori) rimane a vivere dai suoi durante la settimana perché lavora tanto e conviviamo solo nel weekend (io ci rimango male).il suo sogno è quello di sposarsi ma io non essendo tanto credente declino più volte la sua richiesta. Pochi anni dopo rimane incinta senza cercarlo, e decidiamo di comune accordo di trasferirci in un appartamento vicino a casa dei suoi per agevolarla.
La convivenza e l arrivo di ns figlia mette a sobbuglio il ns rapporto e mi trovo a comportarmi in maniera distaccata verso di lei non capendo il suo bisogno.
Comunque sia arriviamo tra alti e bassi a questa estate dove la separazione dei miei mi mette sottosopra, ma per non appesantire lei gli dico di prendersi più tempo per se è da settembre comincia a uscire la domenica sera per andare in una spa,e da lì in avanti comincia a essere più contenta .
Allo stesso tempo vedo che il rapporto con il cellulare diventa sempre più morboso e che scrive messaggi anche in maniera furtiva.
Mi insospettisco, ma di tutta risposta mi dice che il rapporto cambia e che lei non ha nulla, fino a queste feste dove la trovo in flagrante a scrivere un messaggio a un nome di donna con questa frase : ” buona notte amore…..a domani. È lo cancella prima che arrivi. La mia reazione chiaramente e rabbiosa e chiedo spiegazioni e mi dice che da ottobre si sente con un ragazzo ( già suo conoscente) ma che è solo un messaggio scherzoso e che questa persona lo ha aiutato durante le sua fase di crisi .
Fingo di credere alla sua ragione e parliamo per 2 giorni dei ns problemi mai veramente affrontati.
La domenica sera mi preannuncia che va alla spa e io uso il localizzatore per metterla alla prova….finge di entrare con tanto di foto e vedo che va in un altra direzione. A quel punto la chiamò e la convoco subito a casa.
Lei arriva piangendo e mi dice che ha toccato il fondo e che aveva voluto vedere questa persona per mettere fine al loro rapporto telefonico. La cosa non mi convince ma per il bene e amore che nutro per mia figlia e per lei decido di mettermi in discussione e le chiedo di affrontare i problemi insieme. Di tutta risposta mi dice che lei non mi ama più e che fa fatica a credere nel ns futuro, che vuole vivere da sola con ns figlia.Cosa posso fare? Io non mi arrendo facilmente e infatti ho cominciato a manifestargli il mio amore in maniera quasi ossessiva, ma non so se sia la cosa giusta.Per quanto riguarda il lato sessuale, prima della nascita dell’amore figlia era un rapporto ottimo, dopo è andato sempre peggiorando fino a questi ultimi mesi dove mi sembrava di fare l’amore con un fantasma.
Gentilissimo,
Considerata tutta la vostra vicenda, io credo che il consiglio migliore che possa darle è di provare a fare una terapia di coppia. Credo infatti che la manifestazione ossessiva del suo amore possa alla lunga rivelarsi un autogol, in quanto la sua compagna non ha dubbi sull’amore che riceve da lei, ha dubbi sulla sua felicità con lei.
La cosa migliore da fare è capire cosa la rendeva infelice, cosa l’ha spinta in quella spa, cosa ha trovato in questa persona, cosa le mancava con lei. Se la sua compagna dice tutte queste cose ad un terapeuta e poi questo terapeuta cerca di discutere con voi sulle possibili soluzioni che possono essere trovate, nell’interesse della coppia e della vostra famiglia, questo tipo di intervento potrà esservi molto utile.
La situazione vissuta ha fatto suonare un campanello d’allarme che deve essere preso sul serio per salvare il rapporto e ricostruirlo, non per incollare i cocci e far sembrare tutto come era prima, ma per creare qualcosa di nuovo, che possa soddisfare le nuove esigenze che avete, visto che gli anni sono passati, siete diventati genitori, siete più maturi, ma vi sentite ancora giovani e, giustamente, avete ancora voglia di godervi la vita.
Prenda subito un appuntamento!
Saluti cordiali.
Comportamento Inspiegabile
#1 12-29-2016, 10:16 AM
Cercherò di essere breve. Pochi mesi fa il mio fidanzato, dopo 12 anni, mi ha lasciata all’improvviso e in modo molto traumatico per una ragazza appena conosciuta (nel senso che l’ha proprio conosciuta il giorno in cui mi ha lasciata). Dopo vari tira e molla mi lascia definitivamente e resta per 15 giorni con questa tipa, che si insedia di prepotenza nella sua vita, aggravando il trauma della separazione in me, che mi sono vista sostituita da un uomo che sembrava non vedesse l’ora di sbarazzarsi di me.
Poi un giorno, lui torna da me implorando perdono e spiegando che se ha lasciato che quella persona la facesse da padrona (pubblicando, per esempio, sui social le loro foto umiliandomi pubblicamente) è stato solo perché lui aveva un carattere debole e lei era una manipolatrice (nonostante questo, lui si prende le sue colpe, non scarica tutto su di lei). Io, innamorata e comprensiva, lo perdono e lo perdono anche quando mi dice di avere delle ricadute e di pensare a lei. Sono passati cinque mesi da quando siamo tornati insieme e abbiamo davvero fatto di tutto per ritrovare la serenità, compresi piccoli viaggi e attività nuove per rafforzare il rapporto. Lui mi dice che è felice e innamorato di me, che si rende conto che l’altra non è al mio livello, essendo una donna infantile, capricciosa e prepotente ed essendosi comportata con cattiveria sia con me che con lui. Eppure, ogni volta che cade il mesiversario del giorno in cui incontrò lei, cade in crisi.
Io mi sento disperata e non so più cosa fare. Lui mi dice che vuole continuare la nostra relazione e vuole uscire da questa crisi, ma io non so come aiutarlo e mi sento disperata perché vedo sprecati i miei tentativi sia di ritrovare la felicità in coppia, sia di superare il trauma dell’abbandono (perché lui mi ha letteralmente abbandonata).
Non so nemmeno dare un nome a queste sue ricadute, perché non capisco come possano essere così significativi solo 15 giorni con una persona (che per altro lo trattava continuamente male) messi al confronto con 12 anni con una ragazza che (parole sue) non gli ha mai fatto mancare nulla e lo ha sempre fatto sentire amato e felice.
Per favore, ditemi cosa fare, non ce la faccio più.
Gentilissima,
Può capitare che si perda la testa per un’altra persona, ma lasciarsi andare tra le braccia di una perfetta sconosciuta e mettere in mano a questa tutta la propria vita e il proprio futuro è veramente qualcosa di grave, da cui il suo fidanzato esce molto male, essendosi dimostrato una persona infantilmente egoista e superficiale, del tutto inadeguata ad un rapporto di coppia stabile e adulto.
Poiché però lei è evidentemente innamorata di questa persona, ha scelto di perdonarlo (cosa molto ammirevole in chi ha subito un torto così grave, che dimostra tanta pazienza, empatia e adattabilità).
Se ora però lei deve sopportare anche che ogni giorno del mese che gli ricorda questo suo incontro fatale lui cada in depressione o si mostri nostalgico per questa persona è veramente intollerabile. Se lui sta veramente bene con lei, lo dimostri, dimenticando l’altra e facendo di tutto per superare questo antipaticissimo incidente in cui siete incorsi.
Detto in altre parole, questa persona deve sparire completamente dalla vostra vita, deve essere dimenticata e sepolta nel passato: se questo non avviene e il suo ragazzo, oltre che infantile, egoista e superficiale, si dimostra essere anche una persona completamente priva di tatto e di rispetto nei suoi confronti, non capisco proprio quale possa essere il suo interesse a costruire con lui la sua famiglia e il suo futuro… Il mondo è grande.
Molti auguri.
Umore instabile
#1 12-26-2016, 10:50 PM
Buonasera, sono una ragazza di 20 anni non so esattamente da dove iniziare ma ho davvero bisogno di alcune risposte anche se so che posso trovarle solo dentro di me. Da un anno a questa parte vorrei iniziare delle sedute con una psicologa ma non sono sicura di avere un problema serio perció vorrei qualche parere sulla mia situazione attuale. È cominciato tutto nel giugno 2013 quando una bocciatura fece crollare quella poca autostima che avevo in me, dopo quella bocciatura tutto è andato male a partire dai soliti problemi adolescenziali con ragazzi e con compagnie scolastiche, fino ad arrivare a gravi situazioni economiche familiari. Ho avuto inoltre una relazione con un ragazzo che soffriva di depressione e da quella relazione che io ho cominciato a prendere le sue cattive abitudini, quali dormire quasi tutto il giorno e non avere più voglia di fare niente tanto da pensare che la vita è solo una monotonia e che morire sia L unica via d uscita, non L ho mai fatto solo perché pensavo di ferire le persone che mi stanno accanto.Pensai mille volte di lasciare gli studi ma con tutte le mie forze sono riuscita a raggiungere la maturità con un misero voto (64). Il punto è che mi sento buona a nulla mi sento capace ma solo dentro di me, è difficile da spiegare Ma ho la cattiva abitudine di pensare che le persone mi vedano male, incapace, timida, ignorante, che non sa parlare non si sa esprimere e tanto altro. A gennaio mi trasferirò a Milano e cercherò lavoro lì, questa è più una prova perchè voglio riuscire a cambiare ed essere diversa vorrei essere una donna spigliata che affronta tutto di petto invece sono solo una ragazza sensibile vulnerabile molto spesso depressa e timida che pensa sempre di non piacere a nessuno e incapace. Ora il mio pensiero fisso è che a Milano nessuno mi vorrà perché non mi ritengo capace e tanto meno non riesco a descrivermi come quella che non sono in un eventuale lettera di presentazione. Spero che qualcuno mi dica se tutto questo è normale o se devo parlare con qualcuno e iniziare un percorso di autostima.
Distinti saluti
Gentilissima,
L’errore principale in questa lettera è il pensiero secondo il quale si va dallo psicologo solo se si ha un grave problema.
Non è così: oggi, come ci suggerisce l’organizzazione mondiale della sanità, non si pensa più che una persona stia bene solo se non presenta malattie; oggi si ritiene che la persona sia in buona salute perché sta bene, con se stessa e con gli altri.
Se lei non ha malattie, ma si sente inutile e triste tutto il giorno, ha scarsi interessi, scarsa fiducia in se stessa, poche relazioni sociali lei, nel senso sopra specicato, non gode del necessario benessere per essere funzionale e capace di adattarsi all’ambiente che la circonda.
I consigli di uno psicologo dunque le saranno molto utili, così come il suo sostegno nel cercare di raggiungere i suoi obiettivi. L’autostima non piove dal cielo, ma è la somma degli obiettivi raggiunti. Per averla dunque, bisogna lavorare, pensare, fare… Non dormire!
Molti auguri.
Fantasie pericolose
#1 01-25-2017, 11:27 AM
Salve, ho quaranta anni. Ho una compagna da quasi diciotto anni e abbiamo avuto anche tre figli. Potremmo tranquillamente dire una famiglia tipo con una uguale partecipazione familiare sia economica che per quello che concerne la gestione dei bambini e della routine quotidiana.
Fatto questo preambolo il mio problema è che fantastico da sempre e sempre più spesso sul fatto che la mia compagna possa avere altri partner; questa fantasia mi accompagna sia quando abbiamo rapporti sia se la vedo semplicemente in intimo per casa. Purtroppo nonostante la lunga relazione non posso confessare questa mia fantasia perché lei ha una visione del sesso molto canonica e anche quando eravamo più piccoli non ha mai avuto una grande propensione a sperimentare o provare cose diverse.
Questa situazione mi mette un po’ in difficoltà perché come dicevo prima ormai non riesco a provare eccitazione se non immagino che ci sia qualcun’altro al mio posto, questo mi fa sentire in colpa con lei ma non riesco proprio a controllare questo desiderio. L’ultima cosa che ho fatto é stata regalarle un abbonamento ad un centro massaggi con la segreta speranza che ci sia qualche massaggiatore uomo, il solo pensiero che sia toccata da un altro già mi smuove un non so che dentro.
Lo stesso dicasi per la palestra che frequenta insomma è una vera e propria ossessione che incalza dentro di me fomentata dal fatto di non poter comunicare questa mia fantasia alla mia compagna perché ho il timore che possa compromettere il rapporto tra di noi anche in maniera irreversibile.
Non so se sono stato abbastanza completo nella mia esposizione ma spero in qualche consiglio su come comportarmi o almeno su come gestire questa situazione; grazie anticipatamente per l’attenzione dedicatami.
Gentilissimo,
L’immaginario erotico di una persona è qualcosa di molto intimo, personale, e non sempre è necessario condividerlo, anche in una coppia che per altri versi funziona benissimo.
A mio avviso lei non dovrebbe sentirsi in colpa per delle fantasie, perché se proprio volessimo sconfinare dalla psicologia all’etica, sono in molti a ritenere che debbano essere sottoposte al vaglio della morale non tanto le idee o le fantasie, ma le azioni.
Finché le fantasie rimangono tali dunque, lei dovrebber imparare a tollerarle e a non alimentarle attraverso inutili sensi di colpa, che vanno solo ad aggravare la situazione.
Detto questo, dal punto di vista psicologico potrebbe essere interessante indagare perché lei abbia queste fantasie: pensa di non meritare questa donna? la sua autostima migliorerebbe se qualcuno potesse apprezzare sua moglie per come lei la vede nell’intimità? E’ una forma di autolesionismo, vuole punirsi per qualcosa? O, infine, non guarda forse troppa pornografia?
Le suggerisco dunque di rivolgersi ad un sessuologo per tranquillizzarsi sul discorso delle fantasie, ma anche per cercare di capire da dove esse derivino, per non lasciarsene ossessionare, come mi sembra sia al momento.
Escludo che lei possa sentirsi meglio, o migliorare il rapporto di coppia, facendo a sua moglie una “proposta indecente”, che potrebbe portarla a chiedersi se chi ha accanto è davvero la persona che lei conosce. Con tutte le conseguenze del caso.
Saluti cordiali.
Mia moglie improvvisamente non mi considera piu. sono mesi che piango
#1 01-23-2017, 01:06 PM
Ciao sono Luigi. 51 anni ma sposato da 5, secondo matrimonio, una donna eccezionale.
Mai stato amato così e stato meglio.
Da un paio di anni mia moglie mi ha tirato fuori tutti i difetti, urlaa più non posso.
La mia unica reazione dopo aver cercato di controbbatere oralmente, pianto a dirotto.
Giorno e notti di pianto. Ho il prolasso del palato e non riesco nemmeno a respirare.
L’unico modo di farle capire che io la amo a prescindere è tentare/oppure suicidarmi.
Non sto a raccontare i particolari.
Il mio errore è stato quello di invogliarla a riprendere gli studi di medicina prima che scadessero gli otto anni,aveva faticato tanto, ………ma non pensavo che rimanesse tutte le notti in piedi e che alla bambina di 4 anni dovessi pensare esclusivamente io….
Forse ci sta pensando Dio perchè piangendo da ieri sera ho un forte dolore in petto ed al braccio sinistro, mi sento soffocare.
Non voglio un’altra donna, ma il proseguio della favola che stavamo vivendo.
Questa finirà con la morte del Principe. Intanto rifiuto il cibo……
Ero una persona speciale, apprezzato da tutti, cresciuto con i Salesiani, devoto a Don Bosco,
un piccolo grande genio, ex ufficiale dellaguardia di finanza. Mi sono ridottouna larva pieno di benzodiazepine, ma sto cedendo. non so come farle capire che sbaglia e che esiste solo lei. Mi sento morire o sto morendo davvero. Ho finito le lacrime…… AIUTO
Gentilissimo,
Le suggerisco di prendere contatto con uno psicologo e di farsi aiutare. Nella vita purtroppo capitano dei momenti in cui si ha bisogno di chiedere aiuto, perché da soli è difficile uscire dal tunnel.
Le faccio moltissimi auguri.
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Il rapporto con il mio ragazzo
#1 01-24-2017, 08:39 PM
Salve sono una ragazza di 27 anni e sono fidanzata da quasi 3 anni.
Il rapporto con il mio fidanzato è stato sempre bellissimo..lui è una bella persona , mi ama e io lo so, i nostri rapporti sessuali non mancano, mi dimostra in tutti i modi che mi ama.
Ma da quando ha cominciato il nuovo lavoro, come cameriere in un ristorante, ci vediamo molto poco e in piu’ in quei giorni che lui ha liberi si concede alla palestra o alla partita di calcio , senza pensare che magari potremo passare qualche ora insieme.
Io mi sento esclusa dalla sua vita e questa cosa mi rende completamente triste e molto nervosa, perchè sembra che non esista, a volte mi sento molto sola e tendo ad evitare ancge i rapporti sessuali con lui , quando vi è la possibilità, e in piu’ ,questa situazione mi causa problemi nel mio studio, facendomi diventare molto distratta.
Io gli parlo spesso di questo, lui capisce ma in realtà non fa molto per riparare.
Cosa dovrei fare a riguardo?
Gentilissima,
Non saprei, perché conosco così poco di voi… In ogni caso, lei potrebbe dirgli che, pur capendo l’impegno lavorativo e il bisogno di svago, lei sente il bisogno di ricevere maggiori attenzioni. Faccia dunque meno palestra e stia di più con lei.
Se dice di no si ricordi che il mondo è grande, molto grande… 😉
Saluti.
Amore
#1 02-13-2017, 07:33 PM
Buon giorno!allora la mia situazione è disperata almeno per me,cerco di essere breve sto con il mio ragazzo da due anni e mezzo quando ci siamo conosciuti lui si era appena mollato dopo 9 anni..è dolce non mi fa mancare niente,ma l’altra sera mi dice che ha un blocco ed è vero lo sento anche io..non riesce a lasciarsi andare completamente con me..ogni volta che pensa a l’altra dice che non la vorrebbe neanche se ci andasse in ginocchio ma comunque ne parla con il magone..non capisco mi ama ma ha paura di prendersela di nuovo in quel posto..o non mi ama..dice che neanche lui sa perché è così non riesce a liberarsi di questo peso che sente dentro..non so come fare!!non è sempre così ogni tanto gli prendono questi momenti di malinconia e si butta giù..poi fa qualche mese normale e poi di nuovo..lo amo da morire consigliatemi la cosa giusta per farlo uscire da questo stato!grazie!
Gentilissima,
Purtroppo siamo psicologi, non maghi, e dunque non abbiamo pozioni o formule magiche pronte per far cambiare la testa ad una persona…
Se lui ha questi momenti/periodi di nostalgia, è possibile che non si sia ancora disamorato completamente dell’altra. Occorrerebbe saperne molte di più (di lui, di lei, di voi) per poterle dare una consulenza.
In ogni caso, molti auguri.
La vita, l’università, l’emicrania
#1 03-26-2017, 02:52 PM
Buongiorno, sono una ragazza di ** anni e vi scrivo per chiedere un parere riguardo la mia situazione attuale. Sono in cura da * anni per emicrania ed assumo regolarmente Topamax da 50 mg mattino e sera. In passato è stata associata alla cura anche un quarto di Daparox ma dopo una settimana l’ho sospesa in accordo con il Neurologo per via degli effetti collaterali.
Studio, ***, ciò che ho sempre amato da bambina ma lungo il mio percorso ho incontrato non pochi ostacoli legati sia alla sfera privata (un lutto importante circa ** anni fa) sia all’ambito accademico. Sono sempre stata una persona capace di recuperare da sola, senza particolari sforzi. Ho sempre saputo quali sono i miei limiti e mi sono sempre prodigata per aiutare gli altri quando mi è stato possibile (a volte anche a discapito del mio interesse, lo ammetto). Arrivata all’università ho incontrato delle situazioni che mi hanno disgustata a tal punto da mettermi in prima linea per la difesa della meritocrazia. Il risultato è stato l’isolamento. Ho perso la voglia di combattere e mi sono detta “ma chi me lo ha fatto fare?”. Mi sono allontanata dall’ambiente universitario andandoci solo per dare esami. Il bello di tutto questo è che il mio ragazzo (***) non è mai stato sensibile alla questione e per poter partecipare alle attività accademiche si unisce al gruppo di persone che sono alla radice del mio problema. Ovviamente non posso negargli la possibilità di fare le sue esperienze ma mi domando se il “gruppo ***” del quale sta entrando a far parte e la vita insieme a me che vorrebbe costruire potranno mai conciliarsi.
Per quanto riguarda il mio percorso, sono a ***esami dalla fine ma mi sembra di non vedere l’uscita dal tunnel. Amo ciò che studio ma ho perso ogni stimolo e questo mi spaventa. Inoltre, non trovo stimoli per nessuna delle mie altre passioni: il disegno, il ricamo, il canto, la fotografia, la scrittura, la lettura… amavo fare tutte queste cose e adesso non riesco a fare nulla. Sono come bloccata. Ferma. Vedo la vita scorrermi attorno e non sono in grado di fare niente. Provo a reagire ma mi vedo andare a rallentatore. Ci sono periodi in cui gli attacchi di emicrania sono più frequenti, lasciandomi impotente. Mi sento in debito con la mia famiglia: mi mantengono e mi sostengono nel mio percorso. Io non lavoro, non ho la patente e per loro sono solo una spesa. Quando sto male non posso neanche dare una mano in casa, oltre al fatto di non poter fare il mio dovere. A volte penso di essere un “parassita” perché non sono di aiuto a nessuno e vivo a spese degli altri. So che questi pensieri non mi aiutano a stare meglio ma non trovo altri motivi per pensare il contrario.
Mi dispiace aver scritto così tanto ma avevo bisogno di dire queste cose a qualcuno. Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Gentilissima,
Probabilmente sta attraversando un periodo di depressione e non escluderei che questa sua emicrania sia una forma somatica del suo malessere esistenziale.
In primis vorrei dirle che lei non deve sentirsi una parassita, anche se è ormai fuori corso: ciascuno deve misurarsi con se stesso, e non siamo tutti invincibili, o almeno non lo siamo sempre. Capita a tutti di vivere un momento difficile, in cui la concentrazione manca ed è difficile portare a termine gli obiettivi che ci si è dati.
Vorrei suggerirle di farsi delle nuove amicizie, frequentando altri gruppi (volontariato, corsi che riguardano le sue passioni), perché è importante avere intorno delle persone con le quali si hanno delle affinità e si condividono interessi: visto che l’ambiente universitario le è ormai ostile, è assolutamente necessario che lei eviti di contare solamente sul suo ragazzo (il quale peraltro, a quanto pare, non la pensa come lei).
Volendo imparare qualcosa da questa esperienza, direi che il punto centrale è che non si combattono battaglie contro le persone, ma contro le idee che queste persone rappresentano. Le idee a volte sono sbagliate, ma non sempre le persone se ne rendono conto. Ciò che conta è persuadere qualcuno sul fatto che sta agendo in modo errato, non urlare, strepitare, imprecare e poi fuggire: questo non serve a nulla, né a guadagnarsi il rispetto sociale, né a cambiare le cose che non vanno bene.
Quello che ora deve fare dunque è imparare da questi errori e diventare una persona migliore: si concentri su questo, dandosi degli obiettivi, e si lasci dietro le spalle tutto quello che è accaduto: lo consideri una palestra di vita. Guardi avanti.
Con molti auguri,
Dr. Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
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