Consulenza online – Dentro e Fuori di Te 27
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE
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DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico 2012-2018
Pagina n. 27
MARITO CHE NON HA MAI TEMPO
#1 04-15-2015, 11:55 AM
Buongiorno
scrivo perchè mi trovo nuovamente in crisi con mio marito.
Il problema è sempre lo stesso: lui non ha mai tempo, con me non parla mai di nulla e poi arriva a sera tardi con la voglia di fare l’amore.
Siamo sposati da 20 anni, abbiamo una bella famiglia, un clima sereno e lui mi ama veramente; ma purtroppo lui è così. Ogni tanto ne discutiamo ci ripromettiamo più impegno, più attenzioni ma poi lui non ci riesce proprio.
Anche io lo amo ma non voglio più elemosinare attenzioni: con il trucco, il vestito nuovo, lo sforzo di fare conversazioni da sola….
Io non riesco a sentirmi in sintonia con lui e non riesco poi a lasciarmi andare come lui vorrebbe perchè lo sento lontano, e così oltre a soffrire mi fa anche sentire in colpa.
Non so più come spiegarglielo che io ho bisogno di condividere con lui molto più di questo, sul momento dice che capisce che è vero “non ci vediamo mai, dobbiamo passare un po’ di tempo insieme, andiamo a cena..” e poi non fa niente di tutto questo.
In questi giorni non mi sto comportando in modo corretto perchè mi sono chiusa totalmente ma non trovo via d’uscita; penso che sia una necessità non condivisa e dovrò accettarla ma il prezzo sarà alto perchè io non riuscirò ad essere felice.
Sono disperata perchè non avrei mai pensato che il mio matrimonio diventasse lo stereotipo dell’uomo che considera la moglie acida e lei che lo diventa veramente perchè trascurata…
Secondo lei cosa potrei fare ?
Gentilissima,
La prima cosa che mi viene in mente di dirle, visto che lei non ne accenna nella sua lettera, è ovviamente il suggerimento di intraprendere una terapia di coppia. Questo è il luogo ideale dove parlare dei propri problemi, confrontarsi con uno specialista, ottenere suggerimenti, cercare compromessi e mediazioni che possano aiutare la coppia a trovare un maggiore equilibrio.
Per quello che riguarda il fai-da-te, direi che la cosa migliore potrebbe essere quella di ritagliarsi degli spazi settimanali fissi in cui poter vivere una vita di coppia: fare delle passeggiate insieme, senza meta, solo per il piacere di stare vicini e di conversare, qualche week end, qualche cena a due… Insomma, è bello avere una bella famiglia, come lei dice, ma la bella famiglia non può prescindere da un bel rapporto di coppia.
I doveri non riguardano solo i figli, ma anche se stessi e il/la partner; non occorrono grandi cose per essere felici insieme: basta dedicarsi tempo ed attenzioni. Il desiderio erotico, specialmente femminile, nasce da questo e non dalla visione di un semplice corpo nudo, come può essere per gli uomini.
Probabilmente suo marito è un uomo che investe tutto sul lavoro: gli ricordi che soldi e successo personale non sono nulla se non si è felici e che il sesso come semplice valvola di sfogo è come avere la Ferrari e contentarsi di tenerla in garage.
Saluti cordiali.
A20
TRADITA LA FIDUCIA VERSO IL MIO COMPAGNO
#1 04-03-2015, 12:07 PM
Salve sono una ragazza di 29 anni e fidanzata da 10 anni con il mio compagno, di 32 anni, con cui convivo da tre. La nostra storia è sempre stata perfetta, coppia innamoratissima con tanti sogni da realizzare, fino a quando scopro che Lui ha avuto una storia”romantica”, in quanto non ci sono stati rapporti sessuali, con una sua collega a lui coetanea e fidanzata da tempo. Dopo varie ricerche sul suo account facebook, email e recupero messaggi cancellati sms e di whatsapp, leggo la maggior partedei loro messaggi, in cui in particolarw lui si dice innamorato follemente di questa ragazza e lei che non dichiara mai il suo amore, ma è come se lo istigasse a questo continuando a scrivergli che dovrebbe lasciare me, oppure che non sono la donna che fa per lui. Insomma la loro pseudo storia, fatta di chiaccherate, foto, sms, baci a lavoro dura dall’ottobre 2013 sino a maggio 2014, quando lei scopre di essere incinta del compagno e quindi entrambi mettono fine a tutto. Poi a luglio io scopro tutto e scoppia la bufera: lo riveloai miei suoceri, ai miei e contatto lei minacciandola di sparire. Ovviamente il mio comportamento è dettato dalla delusione, dalle bugie e dai falsi comportamenti perché in tutti uei mesi il nostro rapporto è andato avanti come al solito, con alti e bassi per via del mio lavoro che mi teneva occupata tutto il giorno fuori casa. Ho scoperto la loro storia due giorni prima delle nostre vacanze estive che decido cmqdi fare e dopo un inizio in cui decido di lasciarlo e lui che minaccia addirittura il suicidio perche diceva di non poter vivere senza di me, decido di provare a ricostruire il nostro rapporto e tutt’ora prosegue, tra alti e bassi, lui più romantico che mai, ma adesso lei ritornerà dalla maternità e io sono preoccupatissima di un loro riavvicinamento anche perché è da un anno che non riusciamo ad avere figli e ho il timore che possa vedere lei come una figura femminile idealizzata, lei è stata la ragazza di cui fino all’estate scorsa lui era follemente innamorato e per la quale avrebbe lasciato me su due piedi (parole sue in un sms) e io sono la solita fidanzata che non riesce a dargli un figlio che lui desidera tantissimo. Infine volevo chiederle come mai non mi ha lasciato, nonostante lui abbia scritto a sta ragazza che per me non provava più nulla e invece Lei era la sua anima gemella, perché dovrebbe fare il martire con me? Ponendo a lui queste domande non ho avuto risposte, anzi lui dice chesi è accorto che in realtà ama me e non lei eche vuolestare con me, ma per me è una cosa senza senso e volevo solo aggiungere che non ho fatto scenate o minacciato lui se mi avesse lasciato, anzi è successo il contrario. Mi scusi se sono stata prolissa, ma volevo spiegare bene la mia situazione.
Gentilissima,
Questa esperienza dovrebbe averle fatto capire che in realtà nessuna storia è “perfetta”, neanche quando lo sembra. Questo perché la perfezione non esiste in generale (in quanto tutto è ulteriormente perfezionabile) e tanto meno può esistere in un rapporto di coppia che nasce, con l’innamoramento, in un momento particolare, in cui i due partners si sentono particolarmente vicini (e dunque non è realisticamente pensabile che questo periodo particolarissimo possa poi durare, sempre uguale a se stesso, per tutta la vita, come se fosse un incantesimo).
I due partners nel corso del tempo cambiano, esprimono sogni e bisogni diversi, e con loro cambia anche la loro relazione di coppia, che può in alcuni momenti essere più stabile, in altri meno stabile, a causa di fattori interni e esterni.
E’ chiaro che lei, nello scoprire la pseudo-relazione del suo compagno, abbia agito d’istinto, sulla base della delusione e della rabbia che devono averle suscitato tutte quelle lettere d’amore che i due si sono scambiati a sua insaputa. Per quanto tutto questo sia comprensibile comunque, credo che per prima cosa lei debba riconoscere l’errore di essersi comportata in modo impulsivo e superficiale, senza aver meditato a sufficienza prima di passare all’atto, sia per quanto riguarda le minacce alla sua presunta rivale, sia per quanto riguarda il coinvolgimento di persone che sono esterne alla vostra relazione.
Ora lui si sta impegnando nel rapporto mostrandosi “più romantico che mai”. Credo che questo dovrebbe spingerla a fare anche lei la sua parte, per cercare di ricostruire il rapporto di fiducia fra voi, dal quale ripartire.
Leggo nelle sue parole una sorta di invidia nei confronti della sua rivale, perché lei ha avuto un bambino, mentre voi avete probabilmente delle difficoltà: invece di concentrarsi su questi pensieri disturbanti, le suggerirei di fare qualcosa affinché i vostri rapporti siano più frequenti e vi siano dunque maggiori possibilità di concepimento, dopo di che, se questo non producesse risultati, potrebbe essere il momento di cominciare a fare tutte le analisi per capire le ragioni di questa infertilità.
Una terapia di coppia potrebbe senz’altro aiutarvi e sostenervi in questo percorso.
Cordiali saluti e molti auguri, per tutto.
DOLORE POST PENETRAZIONE
#1 04-05-2015, 01:18 AM
ciao, sono una ragazza di 18 anni e sono preoccupata per vari motivi. Diciamo che è il terzo giorno di fila che il mio ragazzo prova la penetrazione. Il primo giorno ho sentito molto dolore ma senza alcuna perdita di sangue (se non due gocce la mattina dopo)
Il secondo giorno il dolore è stato più forte e ho sanguinato un po ma non troppo. Infine oggi è penetrato ancora ed ho sanguinato parecchio e per parecchio tempo e sento ancora dolore a distanza di parecchie ore (almeno 12). È normale?
Ho provato a controllare e l’imene è parzialmente rotto (in due punti) e si vedono i lembi di pelle arrossati e uno addirittura con del sangue coagulato. Mi sto preoccupando per il forte dolore che sento anche a distanza di tempo. Spero voi possiate darmi delle risposte
grazie in anticipo!
Gentilissima,
Questa richiesta è di tipo medico e va posta ad un ginecologo.
Cordialmente,
Dr. Giuliana Proietti
NON SO COME AIUTARE I MIEI GENITORI
#1 04-10-2015, 09:25 PM
Salve, mi chiamo Marco ho 28 anni e vivo con i miei genitori.
Da un po di tempo è uscito fuori che mio padre di nascosto e per anni aveva indebitato la famiglia. Non abbiamo mai capito come ha consumato tutti i soldi ma purtroppo, le
prove sono lampanti. Tutta la liquidità che avevamo era sufficiente a pagare le spese.Purtroppo, per almeno 10 anni ha sempre comprato il minimo per mantenere le apparenze non pagava le bollette indispensabili e faceva sparire tutti i soldi rimanenti (oltre le lettere che arrivavano a casa e l’oro nascosto in cantina). Per mia madre è stato un duro colpo. Abbiamo sempre pensato sia colpa del gioco d’azzardo, ma non abbiamo mai avuto prove tangibili, abbiamo frequentato centri come il SERT (lui partecipava come persona innocente che viene solo per far star zitta la moglie) e il gruppo giocatori anonimi ( al quale lui non si è piu’ presentato perchè dichiara che l’hanno mandato via perchè non è affetto dalla mania del gioco). Non so piu’ cosa fare e la situazione sta diventando parecchio instabile!
Mia madre gestisce tutti i soldi in casa e gli da una quota al giorno per le sue esigenze ma lui diventa sempre piu’ depresso, sempre piu’ infantile apatico e distante.
Mi sento realmente impotente, il SERT dice che mio padre soffre di una patologia psicologica e devono fargli degli esami per comprenderla meglio ma ritengo che il loro aiuto di un appuntamento al mese sia insufficiente. Ci sono altri centri a cui rivolgersi ? C’e’ un modo per aiutare una persona indisposta verso ogni tipo d’aiuto? Ci sono altri enti che possono aiutarci ? Sono davvero molto preoccupato, la depressione puo’ portare a gesta folli…
Da quando è uscita questa storia (da oltre 2 anni) non riesco a stare calmo e questa situazione famigliare mi fa vivere in constante agitazione e preoccupazione.
Gentilissimo,
Impedire ad una persona dipendente da gioco d’azzardo di giocare, senza un adeguato sostegno psicologico per la ricostruzione della sua vita e delle sue abitudini, può in effetti spingere verso la depressione.
Occorrerebbe dunque per suo padre una terapia individuale di sostegno. Non credo che in questa fase occorrano centri specializzati: basterebbe solo avere fiducia in una figura terapeutica di riferimento.
Cordialmente.
VOGLIO FARE COMING OUT
#1 04-13-2015, 06:25 PM
Sono un ragazzo di 17 anni e da qualche anno ho scoperto di essere gay non l’ho mai detto a nessuno, ma mi piacerebbe confidarmi almeno con le persone più strette, però la paura di essere giudicato e di rimanere solo non mi consentono di fare coming out. Ho cercato di parlarne con mia sorella, ma ad un certo punto mi sono bloccato perché avevo paura che non mi accettasse. Nonostante ho molti amici spesso mi sento solo e triste, mi piacerebbe tanto fidanzarmi, ma trovare dei ragazzi gay in questa città sembra impossibile, quando vedo un ragazzo che mi piace spero che possa essere omosessuale e quando scopro che non lo è ci sto malissimo. Ho cercato su internet, ma ho trovato solo gente che voleva fare sesso. Vorrei tanto amare ed essere amato. Inoltre sto vivendo un periodo critico in quanto sto soffrendo di ansia e attacchi di panico, credo siano legati a numerosissimi fattori che stanno condizionando la mia vita compresa la paura di non trovare nessuno che mi ami e di rimanere solo. Quando vedo tanti ragazzi della mia età sto ulteriormente male perché penso che mi sto perdendo gli anni migliori e perché vedo che loro sembrano felici e spensierati ed io non mi sento soddisfatto della mia vita. Spero solo che questo periodo possa passare e io riesca a vivere una vita normale come tutti i miei coetanei.
Gentilissimo,
Personalmente sono contraria all’idea di fare coming out troppo precoci, quando ancora non si sono avute un numero di esperienze sentimentali e sessuali sufficienti per essere sicuri di ciò che si è e si vuole essere nel campo dell’identità e dell’orientamento sessuale.
Credo invece che una terapia individuale potrebbe esserti molto utile al momento, per poterti confidare in un ambiente sicuro e riservato (lo psicologo è tenuto al segreto professionale) e per cercare di affrontare nel modo migliore i problemi di ansia che ti affliggono.
Ti suggerisco, nel caso scegliessi questa strada, di cercare un terapeuta formato in sessuologia, in modo da ricevere un ascolto più informato e competente.
In bocca al lupo.
PORNODIPENDENZA
#1 05-10-2015, 11:45 PM
Cara dottoressa Proietti, scrivo a lei perché da quanto ho capito il signor La Gatta si occupa di problemi di sesso “vero” e dato che io non mai fatto realmente sesso in vita mia, credo che sia meglio rivolgersi a lei.
Incominciamo: sono ragazzo di 26 anni (il mese prossimo ne compierò 27), non ho avuto nessuna esperienza amorosa (quindi nemmeno esperienze sessuali) e ovviamente non ho nemmeno una vita sociale. Vivo ancora con la famiglia perché sfortunatamente non sono riuscito mai a trovare uno straccio di lavoro. L’inoccupazione ha quindi avuto un gran effetto su di me e causa di essa (ma anche di altri problemi che le spiegherò di seguito), sono diventato prima un internauta incallito e poi sono diventato un pornodipedente.
La pornodipendenza non si faceva molto sentire (o meglio, facevo finta di nulla) finché, spinto dalla disperazione del non trovare lavoro, mi sono iscritto ad un corso di xxxx (omissis). Ma non uno qualsiasi: trattasi xxx (omissis) e dura la bellezza di tre anni. Perché le sto dicendo questo? Perché quest’anno la mia pornodipendenza si sta facendo a dir poco soffocante (l’anno scorso, che è stato il primo del corsa, mi è andata un po’ meglio). Credo che ciò sia causato in parte perché quest’anno accademico sia più tosto (mi ha dato da pensare seriamente cosa comporta essere un xxx) e in parte perché sto cercando combattere la pornodipendenza. Su quest’ultimo punto devo fare una precisazione: sarei in cura da uno psicologo, ma oltre parlaci non faccio altro. Infatti questo psicologo lavora per un cooperativa quindi le sue sedute sono gratuite e di conseguenza non seguo una terapia vera e propria. Oltretutto ci incontriamo poco e ho saltato l’ultima seduta per alcuni problemi intestinali. L’ultima volta che mi è successo lo psicologo si fatto sentire dopo una settimana o più.
Ricapitolando, da una parte ci sono le responsabilità che ho il corso di xxx e dall’altra questa specie di guerra aperta che ho intrapreso per combattere la pornodipendenza (e non solo). Tutto ciò mi causa un mucchio stress che va ad alimentare la mia pornodipendenza che uso come un anti-stress. Inutile dire che più danni che benefici.
Leggendo in giro per internet ho scoperto che in realtà la pornodipenza dovrebbe essere in realtà la conseguenza di problemi preesistenti. Guarda caso avevo problemi anche prima della pornodipendenza. Li riassumerò in maniera sintetica con la seguente frase: sono un omaccione sovrappeso, pauroso di tutto, introverso e con autostima bloccata nello zero assoluto.
Mi scuso in anticipo se ho scritto troppo, ma tendo a tenere per me troppi pensieri e tale comportamento codardo non aiuta di certo.
Distinti saluti.
Gentilissimo,
Come prima cosa vorrei chiarire (a lei e agli altri lettori) che non c’è alcuna differenza fra il Dr. La Gatta e me, nel senso che ci occupiamo entrambi delle stesse cose. Curiamo su questo sito due rubriche di consulenza online dal lontano 2001 (Dentro e Fuori di te e Questioni di sex), i cui titoli sono diversi al solo scopo di orientare i lettori nella ricerca degli argomenti di loro interesse. Questo non significa dunque che io mi interessi di tutto, meno che di “sesso vero”, o che il Dr. La Gatta si interessi solo di “sesso vero” senza curarsi delle altre problematiche psicologiche (anche perché il “sesso vero” fa parte della “vita vera” e non è un argomento a sé).
E veniamo alla sua lettera:
La pornodipendenza è un problema abbastanza serio, che va curato con attenzione, rivolgendosi a professionisti esperti. Non capisco cosa lei voglia dire con la frase “sarei in cura da uno psicologo, ma oltre a parlarci non faccio altro”. Infatti, la terapia psicologica o si fa o non si fa, senza mezze misure, ed essa consiste nella parola come strumento terapeutico: questo significa che null’altro lei deve aspettarsi, nella terapia psicologica, se non il parlare…
Naturalmente occorre parlare nel modo giusto, tanto da produrre dei cambiamenti nello stile del pensiero e nei comportamenti del paziente, che portino alla soluzione del problema.
Non so quante volte lei abbia frequentato questo psicologo, fatto sta che se lei annulla un appuntamento per un banale problema di intestino e lo psicologo la richiama dopo una settimana e più per darle un nuovo appuntamento, mi sembra proprio che le cose non stiano andando come dovrebbero. Non è questo il modo di affrontare un tema serio e complesso come una pornodipendenza.
Non capisco inoltre quale sia la “guerra aperta” che lei ha dichiarato alla pornodipendenza: il corso che ha intrapreso può certamente aiutarla a concentrarsi su altro e a conoscere nuova gente, il che può avere un effetto positivo sulla dipendenza, ma ben altro lei dovrebbe ancora fare, a cominciare dal prendersi un cellulare che permetta solo di telefonare e chiudere il pc sotto chiave, in cambio di soddisfazioni che dovrebbe cercare in altre attività, oltre che nel corso universitario (sport? palestra? corso di ballo? ). Senza parlare, ovviamente, di quello che potrebbe darle una psicoterapia “seria”.
Ci metta maggiore impegno, sia più determinato e cerchi di stare bene con se stesso, evitando di obnubilare la sua mente con immagini porno, per non affrontare la realtà.
Buone cose.
SEGRETI
#1 05-17-2015, 05:53 PM
Cara dottoressa,
Premetto che la mia, in confronto tante altre, può sembrare una questione marginale, e che è possibile che, almeno in parte, sia frutto delle mie paranoie.
Tuttavia, visto il disagio che la cosa mi crea, ho pensato fosse meglio chiedere consiglio anonimamente.
Sono una ragazza di diciannove anni e il mio problema riguarda, più che me stessa, altre persone e quello che dovrei fare nei confronti di alcuni loro comportamenti.
Un paio di settimane fa sono stata ad una festa a casa di una amica e, vista l’ora tarda che si era fatta, io e altri tre invitati abbiamo deciso di fermarci a dormire, condividendo (un po’ stretti) un letto matrimoniale. Verso le 6 del mattino sono stata svegliata da dei rumori provenienti dal ragazzo e dalla ragazza alla mia destra, che si sono rivelati essere schiocchi di baci e sospiri affannosi e “appassionati”. Ad esclusione del fatto che la cosa mi ha abbastanza scandalizzata (essendo le due persone in questione mie amiche da molto tempo e trovandomi, nel momento, ad una decina di centimetri scarsa da loro, cosa che da alla vicenda un lato tragicomico), sento di trovarmi in una posizione parecchio scomoda.
Entrambi i ragazzi sono fidanzati con persone che conosco e apprezzo, e ai quali comunque sentirei di dovere la verità, se non fosse che riguardo a quest’ultima mi stanno venendo non pochi dubbi. Vuoi perché era buio, vuoi che io comunque ero ancora mezza addormentata e reduce da un un’ubriacatura, ma fatto sta che una parte di me sta iniziando a chiedersi “e se avessi frainteso?”, “e se me lo fossi addirittura sognato?”. Lì per lì ricordo di essere stata sicura di quel che stava succedendo, ma ora non lo sono poi più così tanto. E, se comunque trovassi una prova, sarebbe giusto raccontare la storia a traditi e traditori?
Vorrei provare a chiedere al quarto ragazzo presente nella stanza (che ritengo potesse essere sveglio mentre avveniva la cosa) se ha effettivamente sentito quel che ho sentito io, ma mi vergogno davvero troppo.
Non so assolutamente cosa fare!
Gentilissima,
Credo che se anche lei fosse stata sveglissima, la cosa migliore da fare sarebbe stata sicuramente quella di dimenticare l’accaduto e non pensarci più. I suoi amici saranno stati un po’ maleducati nei suoi confronti, ma in fondo erano probabilmente ubriachi e loro stessi è probabile che non si siano resi conto del tutto di quanto stessero facendo.
Dal momento poi che lei stessa aveva bevuto e che i suoi ricordi le appaiono alquanto incerti, questa mi sembra una ulteriore buona ragione per tenersi per sé questo ricordo, magari traendone qualche apprendimento. Ad esempio, che l’eccesso di alcol può aiutare a dimenticare le proprie debolezze, rendendo le persone più simpatiche quando sono in compagnia, ma l’ allentamento completo dei freni inibitori causato dagli eccessi nel bere può a volte rivelare agli altri anche aspetti del proprio sé che non sono proprio edificanti…
Un po’ di moderazione, in tutte le cose, non guasta mai: in primis per il rispetto dovuto a se stessi, ma anche per quello dovuto agli altri.
Cari saluti,
SI PUO’ SMETTERE DI SENTIRE DA UN GIORNO ALL’ALTRO?
#1 04-28-2015, 07:55 AM
Mi spiego meglio: sto con un ragazzo da 6 mesi, stiamo benissimo, ci divertiamo e, nonostante le difficoltà iniziali (da parte sua), ora il sesso è grandioso. Facciamo l’amore con una media di 7-8 volte a settimana, insomma non riusciamo a staccarci l’uno dall’altra. Ieri però è successa una cosa strana. Io ero molto stanca (non so se possa servire saperlo) e quando ha iniziato la penetrazione, il mio corpo rispondeva perfettamente, solo che io non sentivo NIENTE a livello emotivo, era come se fossi due persone nello stesso momento. Ne abbiamo parlato subito ma non siamo riusciti a capire.
Io ho pensato a due cose, che però non ho detto:
1. È possibile che io mi sentissi forzata? Non da lui ma dalle aspettative perché abbiamo rapporti ogni volta che ci vediamo.
2. È possibile che abbia smesso di amarlo? Se sì, è possibile che abbia smesso di amarlo solo sul piano sessuale?
Grazie mille!
saluti! 🙂
Gentilissima,
Credo che avere rapporti sessuali frequenti, specie all’inizio di un rapporto, quando si è molto innamorati e c’è ancora molta passione reciproca, sia una cosa molto gratificante.
Vi è però un confine da rispettare fra il “molto” e il “troppo”: per fare un esempio, se a lei piacesse molto la cioccolata e da oggi decidesse di mangiarla continuamente a pranzo, cena e colazione, prima o poi le verrebbe sicuramente il rifiuto nei confronti di questo alimento…
La cioccolata infatti piace, come il sesso, non solo perché è buona, ma anche perché è una piccola trasgressione, uno sfizio, uno svago, un’alternativa alla “normalità”.
Sentirsi obbligati a mangiar cioccolata tutti i giorni, renderla un’abitudine, dopo un po’ potrebbe anche stancare.
Saluti e buone cose.
CRISI MATRIMONIALE E TRADIMENTO
#1 04-23-2015, 01:50 AM
Sono una ragazza di 31 anni sposata da quasi 3. Conosco mio marito a 14anni…comincia subito a corteggiarmi, io resisto per due anni, ma alla fine cedo alle sue avances e cominciamo la nostra storia fatta di alti e bassi con una pausa durata 3anni. Quando, dopo queata crisi ci ritroviamo, lui dopo un po mi chiede di sposarlo..io tentenno un po perchè volevo prima finire gli studi e trovare lavoro perchè più di ogni altra cosa voglio affermarmi come persona singola e indipendente. Dopo la laurea incalza con la sua richiesta di coronare il suo/nostro sogno…stabiliamo la data delle nozze e cominciamo a mettere su casa…cominciano le prime divergenze…lui decide di stabilire la nostra dimora sopra casa dei suoi nonostante sappia bene quanto io non li veda di buon occhio e nonostante abbia cercato di presentargli altre mille alternative. Cominciamo la nostra vita insieme…lui super razionale e precisino, io sognatrice. Sento di essere amata fino all’inverosimile, ma non riesco a ricambiare pienamente questo sentimento…anche a livello sessuale nn riesco ad averw il trasporto che lui ha per me. Inizialmente ignoro questi pensieri fino a che, nel 2013 conosco un ragazzo ( un profugo ospite del centro di accoglienza per cui lavoro) e ne vengo incredibilmente attratta. Dopo qialche mese succede l’irreparabile…tradisco mio marito con questo ragazzo e scopro una nuova me. Scopro di poter provare sensazioni mai sentite prima, di avere sempre voglia di fare l’amore, di saper essere dolcissima e molto molto paziente (cosa che non sono mai stata con mio marito). La storia va avanti..dopo qualche mese mio marito scopre tutto, ma decide di perdonarmi. Cominciamo una terapia di coppia e io per un po evito di andare a lavoro per non vedere lui. Quando riemtro a lavoro non sonoin grado di troncare la storia con questo ragazzo e comincio a mentire…a mio marito, allo psicologo che ci segue, ai miei parenti che mio malgrado vengono a conoscenza di ciò che era successo. È passato quasi un anno e mezzo da quando ho tradito per la prima volta mio marito ed io mi sento sempre più legata a questo ragazzo. Mio marito adesso lavora fupri ed io mi sento libera quando è via, infastidita quando rientra, angosciata quando sono io a dover andare a trovare lui. Nonostante ciò che provo, ho paura a lasciare mio marito perchè so che soffrirebbe terribilmente e per non deludere I miei cari. Mi sento bloccata, so che prima o poi mio marito mi chiederà un figlio…figlio che non voglio dargli ma che sogno ogni notte di avere con “l’altro”…d’altra parte so anche che se decidessi dibportare avanti la mia storia con questo ragazzo e di lasciare mio marito, andrei incontro a grosse difficoltà derivanti dalla condizione di lui e dai pregiudizi della gente…ho tanta confusione in testa e non so proprio che fare…la prwgo, mi dia un consiglio.
Gentilissima,
I consigli vanno presi per quello che sono: punti di vista di persone che non vivono la storia di cui vengono a conoscenza sulla propria pelle e che tendono dunque a privilegiare i ragionamenti logici, piuttosto che le emozioni e i sentimenti.
Questo è il loro pregio, questo è il loro difetto: da una parte i consigli ricevuti permettono di vedere le cose con una maggiore obiettività, dall’altra possono non soddisfare perché non tengono sufficientemente in conto i sentimenti che una persona può vivere in un dato momento.
Per questo i consigli vanno chiesti, vanno ascoltati e vanno considerati, ma poi ciascuno deve fare le sue scelte ascoltando solo la propria coscienza ed assumendosi la responsabilità delle proprie decisioni.
Fatta questa necessaria premessa, penso che nessuno di questi due uomini sia adatto a lei: di suo marito lei non è più innamorata ed anche la vostra vita intima ormai lascia troppo a desiderare. Che senso ha fare un figlio con lui? Vuole far ricadere su suo figlio le problematiche di una coppia in crisi?
L’altro. Evidentemente è una passione, che dura solo perché lei con questa persona non ha un vero rapporto: se dovesse condividere con lui i problemi del quotidiano, su un piano di parità, come è giusto che sia in una coppia che vuole diventare una famiglia (ora lui ha una posizione piuttosto “down” rispetto a lei) è più che probabile che le difficoltà incontrate uccidano in breve tempo il vostro rapporto.
Per la conclusione, la rimando a quanto detto in apertura e le faccio i miei migliori auguri.
DESIDERIO DI MATERNITA’
#1 05-23-2015, 02:49 AM
Buonasera dottoressa, sono una ragazza di 22 anni e sono una studentessa universitaria.
Nel contenuto di questo messaggio, mi assicurerò di non tralasciare i fattori essenziali che le saranno uliti per operare un’adeguata analisi della mia domanda.
Da un bel po’ di tempo, due anni circa, ho un desiderio incessante di maternità.
È un pensiero costante che invade la mia mente e non riesco più a provare/raggiungere un’autentica felicità poiché il mio pensiero è focalizzato interamente verso una prospettiva di vita che non si può paragonare a nessun’altra cosa, secondo il mio punto di vista, accompagnato dai miei bisogni primari, dai miei valori ed obiettivi di vita.
Sono una persona positiva, determinata, e nonostante gli eventi negativi che hanno invaso la mia vita, non mi sono mai arresa e ho continuato a vivere raggiungendo a poco a poco tutti gli obiettivi prefissati.
Ho sofferto parecchio per aver assistito e vissuto gradualmente il decorso di una prognosi orribile, relativa alla terribile malattia che ha colpito mio padre, conducendolo alla morte.
Sono sempre stata una ragazza molto sensibile e non avrei mai pensato che dentro me ci fosse una forza vitale così potente.
Ed eccomi qui, superata la fase di lutto e giunta ormai a quella dell’accettazione e della serenità del mio animo. Nonostante la sua perdita mi abbia scissa in due, nonostante da quel momento, anzi prima (dal momento della scoperta del suo male) io conservo dentro un vuoto incolmabile del tutto.
Con lui avevo un rapporto meraviglioso, lui era la mia guida, il mio sostegno, il mio conforto, la mia base sicura, come lo è mia madre, adesso molto più di prima, perché ci siamo fatte forza a vicenda, per superare il profondo dolore. (Non solamente con lei,ma con tutta la mia famiglia, e soprattutto grande conforto, amore e sicurezza affettiva l’ho avuta dal mio ragazzo)
I miei genitori mi hanno trasmesso il valore dell’importanza della famiglia, dell’amore, dell’altruismo, della pace, dell’onestà e della correttezza, dell’unione, della serietà e umiltà d’animo. Ma anche dell’impegno, della volontà e dell’ambizione nel raggiungere i propri obiettivi.
Se non altro, so per certo che l’educazione che riceviamo ed il contesto culturale in cui viviamo non è tutto ciò che siamo, ma l’altra metà della medaglia che ci caratterizza è dovuta al nostro essere, alla nostra essenza, alla struttura della nostra personalità.
Per cui so perfettamente che i valori che mi sono stati trasmessi, mi appartengono perché rispecchiano perfettamente ciò che desidero e ciò a cui aspiro, essendomi confrontata, grazie alle esperienze vissute, con ciò che rende questo mondo bello e vario!
Il problema di fondo è l’impossibilità di raggiungere il mio più grande desiderio, che viene rimandato ad un periodo di tempo indefinito, ma certamente lontano, poiché penso che per far si che ci siano tutte le condizioni necessarie e sufficienti a rendere la nascita e soprattutto la crescita serena di un bambino, è indispensabile (nel mio personale caso) che siano verificate le seguenti condizioni:
1) aver completato gli studi (ci vuole ancora molto tempo, soprattutto per i titoli di specializzazione che desidero acquisire post laurea)
2) avere una disponibilità economica
Il mio ragazzo ha 23 anni, anche lui desidererebbe creare una famiglia con me, ma è disoccupato.
Anche lui studia, ma il futuro ci spaventa perché ne percepiamo l’incertezza.
Stiamo insieme da diversi anni, e nonostante la nostra giovane età condividiamo la stessa idea di felicità.
Dottoressa, le ho parlato dell’evento negativo che ha cambiato la mia vita, soprattutto perché davvero, io ho acquisito una maturità ed una consapevolezza di vita che prima non avevo ancora raggiunto.
Mi creda. Ciò che è accaduto non mi ha solo lasciato un grande vuoto che, mettiamola così, desidero in qualche modo colmare con una esperienza indescrivibile come la nascita di ciò che considererei la mia ragione di vita.
Ciò che è accaduto mi ha permesso di orientarmi verso il più grande obiettivo della mia esistenza (obiettivo condiviso dalla maggior parte delle donne presenti su questo pianeta, il cosiddetto istinto materno, biologicamente innato)
Dottoressa, io non so davvero cosa fare. Nel senso che non so in che modo poter distogliere la concentrazione da questo pensiero.
Sono abbastanza razionale da aspettare che le condizioni che le ho riportato sopra si verifichino, infatti abbiamo rapporti protetti.
Ma le dico con tutta me stessa la verità, io sto soffrendo, e anche tanto, al tal punto che studio con passività, ogni esame che prima preparavo con tanta determinazione e volontà, con tanta curiosità e desiderio di accresce le mie conoscenze, oltretutto perché ciò che studio è una grande passione, adesso lo preparo quasi unicamente con lo scopo di finire, insomma con lo scopo di poter dire “E con oggi meno 5 esami” “Con oggi meno 4” e così via..
Dottoressa, da sola ho cercato di riflettere su tutto questo, e ho cercato pure di riflettere sulle possibili soluzioni: tutte in cui il mio desiderio incessante viene rimandato.
Non sono egoista, ed è per questo che vorrei che i miei figli avessero il meglio.
Ma riflettendo mi chiedo, dottoressa, il desiderio di donare la vita, amore, protezione, di replicare tutto ciò che io ho vissuto nella mia infanzia grazie ai miei genitori e che vorrei allo stesso modo trasmettere ai miei figli, si potrebbe mai definire egoista ?
Il desiderio di dare tutto, di combattere, di alzarsi al mattino ed avere una grande ragione per cui non sentirsi vuoti, di sentirsi importanti e fondamentali per qualcuno, dottoressa, potrebbe mai essere sinonimo di egoismo ?
L’Altruismo è uno dei valori più grandi che possiedo, ed è per questo che ho scelto di divenire psicologa e psicoterapeuta, perché io amo incondizionatamente ascoltare attivamente, assistere, essere d’aiuto, accompagnare e prestate conforto al prossimo.
Dalla morte di mio padre, oltretutto, persone molto vicine a me hanno avuto dei bambini, e questo continua ad accadere, per cui mi ritrovo a guardare i pancioni, ascoltare le loro esperienze di gioia immensa, tenere in braccio quegli angeli, perché giuro per me sono angeli, e vorrei tanto il mio tra le braccia di angelo!!
Mi sento sostanzialmente vuota dottoressa, ormai sono passati quasi due anni dal momento in cui è scattata questa fase, io credo di non riuscire più ad allontanare ciò che desidero tanto senza che questo implichi tristezza, dolore di sottofondo e noia, incredibilmente noia.
Non posso più vivere pensando che la mia vita sarà costituita da studio, esami, studio e ancora esami per tutto questo tempo.
Le ripeto, i miei obiettivi di vita, i miei desideri sono questi:
Costruire una famiglia e svolgere la professione che tanto desidero.
Un viaggio, una cena in pizzeria, un film, una giornata di shopping, una passeggiata o una nuotata al mare, mi divertono, portano via qualche ora del mio tempo, ma non mi cambiano la vita e tantomeno non mi conducono verso la felicità di sfondo che tanto desidero nella mia vita. Ecco, manca proprio qualcosa, qualcosa di importante, di fondamentale, a cui poi possiamo aggiungere tutto il resto.
La parola esatta sarebbe anedonia parziale.
Mi sento come se stessi vivendo in una condizione simile alla distimia, ma so che non è così perché non risultano soddisfatti i criteri per elaborare questa tipologia di diagnosi.
Spero di poter ricevere un consiglio, una parola di conforto da parte sua, e soprattutto vorrei un suo parere, riguardo ciò di cui le ho parlato.
Mi scuso per essermi dilungata e la ringrazio per avermi ascoltata.
Gentilissima,
Allo scopo dichiarato di scoraggiare l’uso di più post per una sola richiesta di consulenza, superando la lunghezza stabilita della lettera, la risposta sarà molto breve:
Un figlio ha bisogno di un ambiente sicuro e protetto per crescere in modo sano. Sognare di mettere al mondo un bambino senza che vi siano le condizioni per potergli dare ciò di cui ha bisogno non è una buona idea.
Molti auguri per la sua vita e la sua professione.
SARA’ NORMALE?
#1 05-04-2015, 10:58 AM
Salve, sono una ragazza di 20 anni. Non ho mai fatto l’amore anche se ho avuto delle storie precedenti,una di queste mi ha causato attacchi di panico e ansia. Io mi chiedo se è normale che a 20 anni io non abbia mai fatto l’amore. Ho molti pensieri erotici e mi masturbo ma non ho mai fatto niente. Dopo l’ultima esperienza amorosa, finita 1 anno e mezzo fa, non sono piu uscita con un ragazzo per paura che mi risentissi male.. come posso risolvere il tutto?
Gentilissima,
Si, è normale che non sia ancora successo nulla in campo sessuale: non sarebbe normale, nel senso “essere nella norma” se lei avesse 30 anni, ma alla sua età, sebbene molti suoi coetanei possono già aver provato questa esperienza, ve ne sono ancora molti che non l’hanno provata (e lei è fra questi).
Sugli attacchi di panico e l’ansia in seguito ad un rapporto non mi spiega bene e dunque non saprei cosa rispondere. Vedrà comunque che se incontrerà un ragazzo veramente interessante sarà più facile per lei superare tutte le inibizioni.
Se vuole mi scriva ancora in merito al problema dell’ansia, ma cerchi di spiegarmi di più.
Good luck!
REGRESSO
#1 06-03-2015, 12:43 PM
Ho 21 anni e da poco più di un anno mi sono lasciata con il mio ragazzo dopo una relazione di tre anni, la prima relazione stabile che io abbia avuto dopo una serie di insuccessi.
Durante questo anno si è avviato in me una sorta di processo di regressione : ho cominciato a ripensare alle mie relazioni precedenti e a concentrarmi sull’aspetto fisico dei ragazzi con cui ho avuto queste relazioni constatando che non tutti si possono definire dei “gran bei ragazzi”.
È esattamente questo il motivo che mi porta a parlare di regressione : non sono mai stata una ragazza che badasse troppo all’aspetto fisico, certo l’occhio vuole la sua parte ma in linea di massima sono stata attratta, per la maggior parte delle volte, da un particolare del carattere o dell’atteggiamento, tanto é che il ragazzo con cui ho avuto questa storia che premetto essere stata bellissima in tutto e per tutto, si può definire un bel ragazzo ma niente di particolare dal punto di vista fisico, ma molto intelligente e pieno d’interessi , con cui infatti ho sviluppato un’intesa che tuttora non ho trovato con nessun altro.
Non so se sia dovuto al fatto che non avendo più la presenza di questa persona accanto abbia più “tempo libero” per pensare , il problema é che da due mesi a questa parte mi ritrovo sempre più frequentemente a pensare a questa cosa : faccio confronti con altre ragazze che conosco e mi chiedo perché lei è riuscita con questa persone e io no? Perché lei si e io no?
Senza falsa modestia dico che io mi trovo una bella ragazza e spesso è volentieri ho avuto conferma di questa, allora mi chiedo perché tutta questa improvvisa insicurezza e perché mi ritrovo praticamente ossessionata da questo pensiero, come se l’aspetto dei ragazzi con cui sono stata mi possa dare la conferma di essere effettivamente una bella ragazza.
Io per prima so che non è così, io per prima cerco di convincermi che ormai a 21 anni una persona dovrebbe pensare ad altro ampliando e approfondendo interessi più costruttivi, eppure non ci riesco, mi ritrovo ogni volta a fare una rassegna di queste persone e magari confrontarli con altri ragazzi con cui non sono stata e con cui magari sono state altre ragazze che conosco. É come se sentissi di avere il tempo contato e di dovermi accaparrare più attenzioni possibili per tornare ad avere una buona considerazione di me.
Non credo ci sia una vera e propria soluzione per questo problema, ma il non capire il motivo che l’ha scaturito e non riuscire a oltrepassarlo mi crea molti problemi.
Gentilissima,
Proviamo a riformulare la sua lettera: fino ad ora lei non ha avuto ragazzi molto attraenti (al contrario di alcune sue amiche), perché ha dato spazio più alle affinità e al livello intellettivo delle persone con cui è stata, piuttosto che all’aspetto fisico.
Ora, mi sembra di capire, la constatazione della scarsa capacità attrattiva di questi suoi ex le sta facendo mettere in dubbio se la sua sia stata proprio una scelta, oppure se lei abbia avuto, per così dire, quello che meritava (cioè lei sarebbe meno attraente delle sue amiche e ciò le causa insicurezza).
Questo però contrasta nettamente con la consapevolezza di essere una bella ragazza che esprime in un altro punto della lettera …
Ma scusi, non abbiamo detto che per lei alcune caratteristiche dei ragazzi (personalità, interessi, affinità) contano più dell’aspetto fisico? Perché allora minare la sua autostima con pensieri distruttivi che niente hanno a che fare con la realtà? Lei non ha avuto ragazzi dal fisico mediocre perché di meglio non potrebbe avere: semplicemente le è piaciuto così, perché ha guardato ad altro.
Che senso ha ora farsi divorare da questa sorta di invidia retrospettiva per le altre, che hanno fatto scelte diverse, magari solo per superficialità?
Le suggerirei di guardare avanti e non indietro…
Molti auguri per tutto.
VERGINE A 20 ANNI E ALTRI PROBLEMI
#1 06-04-2015, 01:34 AM
Salve,
Il mio problema è che a 20 anni mi ritrovo ancora vergine, e non ho mai avuto un ragazzo! Non ne so la causa di questo problema(non lo vivo male dentro di me, anche se a volte sento la curiosità di un rapporto sessuale, quanto ho difficoltà a farlo sapere agli altri),ma ne ho fatte diverse ipotesi : 1)la mia educazione è stata rigida e il sesso fuori dal matrimonio un tabù; 2) mi vergogno del mio fisico. sin da bambina sono stata sovrappeso, ora sono al limite tra il normo peso e il sovrappeso e mi curo di più fisicam., ma se noto interesse da qualche ragazzo sfuggo o nego, perchè non mi fido o perchè fingo non mi interessi o perchè ho paura di non sapere che fare e di sembrare incapace/stupida, oppure ho paura che lui stia solo fingendo; 3)penso di essere influenzata dentro di me dalla mia famiglia bigotta che considera giusto che si arrivi vergini al matrimonio. mio padre me lo disse anche apertamente in un’occasione, io ci rimasi malissimo dato che comunque non si è mai parlato d questo argomento e poi con lui non ho un rapporto tranquillo data la sua aggressività e irruenza, ergo quando mi disse sta cosa rimasi spiazzata, arrabbiata e offesa; 4) sono diffidente delle persone perchè in adolescenza sono stata presa in giro da alcuni compagni di classe, per i miei problemi di peso. inoltre non sono ancora riuscita a superare questa paura perchè ho sempre fatto finta di niente come per nascondere, come se non lo capissi, perchè mi faceva male ammettere e accettare di esser presa in giro. tutt’ora se mi si ripresentassero ste situazioni penso che farei finta di niente o sfuggirei per paura e questo mi fa sentire infantile e incapace di affrontare la situazione! questa paura mi causa blocchi e ansia a stare in mezzo a molta gente anche se mi farebbe piacere. ho paura che si ripresenti la sofferenza passata e del giudizio degli altri e tuttora ne sono molto influenzata e faccio in modo di essere accettata dagli altri. ho una bassa autostima e ho periodi di ansia, depressione/tristezza,senso di vuoto, momenti in cui vorrei nascondermi dal mondo e stare sola. questa situazione di dipendenza degli altri e del loro giudizio mi pesa e da fastidio perchè dentro so di essere una persona forte con molte capacità e in grado di fare molte più cose di quante non ne stia facendo ora, ma è come se una pigrizia e inadeguatezza mi immobilizzasse per proteggermi dal provare cose nuove per non fallire e soffrire, soprattutto nei rapporti affettivi, e poi c’è l’insicurezza e la poca stima di me, e il senso di inferiorità e l’inesperienza!
secondo lei come potrei reagire per superare queste debolezze, uscire dal mio guscio, crescere, dipendere dalle mie forze, riconoscere e applicare le mie capacità al meglio, fidarmi della buona fede degli altri e affidarmi senza dipendere dalle persone?
La ringrazio anticipatamente per una risposta e mi scuso per la lunghezza del mio messaggio.
Distinti saluti,
Gentilissima,
I disagi che lei sta vivendo sono abbastanza comuni e direi che, quando più, quando meno, riguardano la condizione umana… Tutte le persone infatti, anche quelle che appaiono più sicure di sé in realtà vivono queste insicurezze di cui lei parla nella lettera: questo è il primo punto da cui partire. Lei non è una persona “diversa”, ma una persona, come tutte, che affronta le difficoltà della vita e a volte può anche sembrarle di non farcela.
C’è da osservare che, malgrado le difficoltà della vita siano più o meno uguali per tutti, alcune persone sembrano meglio dotate nel farvi fronte: mostrano infatti maggiore determinazione nell’affrontare gli ostacoli, maggiore motivazione nel perseguire il successo e, soprattutto, non si abbattono di fronte alle difficoltà.
Ecco allora cosa consigliarle per reagire e superare queste sue debolezze, uscire dal suo guscio, imparare a dipendere dalle sue forze, riconoscere e applicare le sue capacità al meglio: CRESCERE, non solo di età, naturalmente, ma crescere imparando a conoscersi, imparando a darsi delle motivazioni personali, degli obiettivi da raggiungere, premiandosi e volendosi molto bene, sia quando si raggiungono gli obiettivi, sia quando non ci si riesce.
Ogni errore deve essere considerato una lezione di vita, da ogni errore si impara qualcosa: inutile ripensare all’errore per biasimarsi, è importante ripensare all’errore per capire cosa è successo, perché non si è stati capaci di comportarsi nel modo giusto, evidenziare i passi falsi e ripromettersi di fare meglio la prossima volta.
E’ un po’ un luogo comune, ma è verissimo: nella vita non importa se si cade, l’importante è sapersi rialzare, possibilmente con le proprie forze. Da dove arrivano le forze? Non certo dal cielo, ma dall’esperienza, dalla riflessione sui propri errori, dalla volontà di prepararsi ad affrontare al meglio le cose.
Quanto a fidarsi della buona fede degli altri e affidarsi senza dipendere dalle persone sarei più cauta: non sempre è bene fidarsi della buona fede degli altri… Non tutti, purtroppo, sono in buona fede. E’ importante conoscere a fondo una persona prima di fidarsi completamente di lei, ma questo non significa che, almeno per le piccole cose di ogni giorno, non si possa rischiare qualcosa, pur di avere una persona amica in più (e naturalmente questo vale anche per una storia d’amore).
Essere vergine a 20 anni non è un sacrilegio: è una scelta, che è quella di aspettare un ragazzo che la metta a proprio agio e che la faccia sentire bene, contenta di fare quello che fa. Forse finora questo tipo di ragazzo non è ancora comparso nel suo orizzonte, ma vedrà che, data la giovane età e la voglia di vivere una bella esperienza, questa persona non può essere così lontana…
Auguri!
ATTIVITA’ SESSUALE INESISTENTE IN UNA COPPIA. E’ POSSIBILE?
#1 06-14-2015, 06:09 PM
Gentile Dott.ssa,
Spero davvero che il suo consulto possa aiutarmi, perché non so davvero più come affrontare la mia attuale situazione di coppia.
Sto insieme ad un ragazzo da circa 6 mesi, ci amiamo molto e condividiamo la nostra quotidianità con totale naturalezza, abbiamo progetti di vita insieme e ci rispettiamo a vicenda.
Devo premettere che il mio ragazzo sta vivendo da diversi mesi un periodo di forte tensione e stress lavorativo, che lo ha portato a una lieve forma di depressione.
Il problema (che specifico, è solamente mio in quanto lui sostiene non essere tale) è la quasi totale mancanza di attività sessuale nel nostro rapporto. Ci sono state diverse fasi, all’inizio del rapporto il sesso era impossibile per via di una sua sorta di ansia di prestazione: ogni volta che provavamo, lui perdeva l’erezione. Dopo un paio di settimane le cose sono migliorate, abbiamo.iniziato ad avere rapporti completi, sempre usando il preservativo perché lui ha una vera e propria fobia delle malattie e delle gravidanze indesiderate. Tuttavia, nonostante il rapporto fosse completo, lui non è mai riuscito a eiaculare durante il rapporto ma ha sempre dovuto raggiungere l’orgasmo tramite stimolazione manuale(da parte sua). Quando gli ho chiesto spiegazioni di questo strano fenomeno, lui ha detto che non riesce quasi mai a raggiungere l’orgasmo durante il rapporto, probabilmente , a detta sua, perché in generale lui non è particolarmente attratto dall’organo femminile, ragion per cui non usa procurarmi piacere tramite stimolazione manuale e preferisce spesso il sesso anale.
Superata la fase di frustrazione iniziale in cui ho pensato di essere io la causa di questo strano comportamento, mi sono diciamo “adattata” a questo stato di cose. Facevamo sesso semplicemente quando lo volevo io e lo scopo del rapporto era esclusivamente procurare piacere a me, perché come dicevo, lui sostiene di essere totalmente disinteressato al sesso in questo periodo.
Allo stato attuale i rapporti si sono ridotti notevolmente al punto che sono quasi nulli.
La mia domanda è se davvero tutto ciò sia spiegabile da un periodo di stress emotivo o se in realtà questa totale mancanza di disinteresse sessuale da parte del mio ragazzo celi qualche patologia, che renda necessario il.ricorso a uno specialista.
Io ho fatto diverse ipotesi: il mio ragazzo potrebbe essere omosessuale ma non ne è consapevole; oppure lui non è fisicamente attratto da me, ma non lo riconosce. Non so quali di queste ipotesi è più plausibile.
Devo anche aggiungere che il mio ragazzo guarda spesso film porno, lui sostiene che nell ultimo periodo ha smesso ma non sono sicura di potergli credere.
La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità.
Gentilissima,
Credo che nell’ultima parte della sua lettera lei abbia fatto delle ipotesi più che opportune, visti i comportamenti particolari del suo ragazzo (e ciascuna di esse andrebbe meglio indagata).
A volte però la causa non è solo una, ma potrebbe essere un’insieme di cause.
Del resto, è abbastanza prevedibile che una persona che consuma molta pornografia diventi particolarmente esigente riguardo alla bellezza fisica della partner, ma anche che sia ormai dedito all’autoerotismo, per cui non riesce a stimolarsi con un’altra persona. E’ anche possibile che, a forza di guardare tutti i modi possibili e immaginabili di fare sesso, coltivi delle fantasie omosessuali che lo eccitino più dell’organo genitale femminile.
Detto questo, credo non possa essere accettabile per lei avere rapporti soddisfacenti se sono come li descrive. Se foste una coppia consolidata vi suggerirei una terapia di coppia; visto che siete una giovane coppia sarei più propensa a considerare il tutto semplicemente un incontro sbagliato.
Le auguro molta felicità.
MIA MOGLIE NON MI AMA PIU’
#1 06-07-2015, 04:15 PM
Ciao sono zeus405, in questo periodo sono disperato e sto cercando dovunque a una soluzione per il mio matrimonio.
Una settimana fa mia moglie dopo 6 anni di matrimonio e 15 anni di fidanzamento e una bellissima bimba di 3 anni, mi ha detto che non mi ama più ma prova solo affetto, io sono rimasto malissimo perché l’amo con tutto me stesso.
Io negli ultimi mesi mi ero accorto che era cambiato qualcosa tra noi si bisticciava per piccole cose ma io non gli davo mai peso e non gli portavo rancore, anche il sesso tra noi era diminuito drasticamente ma non gli facevo mai pressione per questo anzi cercavo di capirla perché io la vedevo stanca e poi la nostra piccola ci portava via molto tempo e poi dorme in camera con noi e si addormenta solo con la nostra presenza quindi il sesso era in secondo piano.
Altra cosa, dopo che mi ha detto che non mi ama più se ne andrà dalla casa lei, ma non subito vuole stare ancora in casa per la piccola e vuole fargli finire l’asilo e inserirla a settembre, poi mi ha chiesto di andare in vacanza insieme io il problema che sto male e anche lei ho visto che sta male, non riesco a capire se è una cosa momentanea, se posso recuperare il matrimonio o rassegnarmi e vivere da separato, gli ho proposto un week end fuori settimana prox io e lei soli ma mi ha detto che per ora non se la sente, 3 giorni fa gli ho fatto trovare dei fiori e una lettera scritta da me con un libro fotografico che gli avevo regalato con le foto dei nostri anni insieme fino alla nascita della nostra piccola, e alla sera mi ha detto che aveva gradito il regalo.
altra cosa che mi fa pensare e che mi ha fatto fare la cameretta della piccola anche se poi ha deciso di andarsene.
potete darmi un consiglio?
Io gli ho proposto anche una terapia di coppia a settembre lei mi ha risposto con vediamo.
grazie di cuore a chi mi può aiutare
Gentilissimo,
La terapia di coppia, se si deve fare, la si deve fare subito! Altrimenti è come dire “ho un ascesso al dente, fra tre mesi andrò dal dentista… ”
Credo inoltre che più che i fiori e l’album di fotografie, che sono cose eccezionali, lei dovrebbe puntare più sulla routine, cioè farle dei complimenti, farle le coccole, vestirsi e profumarsi bene per lei, offrirle ogni tanto un aperitivo, portarla al cinema, venirle incontro nei lavori domestici, come per esempio lavare i piatti o andare a fare la spesa.
La bambina dovrebbe essere abituata gradualmente a dormire in camera sua (un genitore può stare con lei fino a che non si addormenta) e voi dovreste ricominciare ad avere una vita intima.
Non credo che una donna possa lasciare il padre di sua figlia “perché non lo ama più”: forse si è invaghita di un altro, forse è depressa e in qualche modo attribuisce la ragione del suo malessere al vostro rapporto, forse è semplicemente stanca.
Cerchi di mostrarsi positivo, ottimista, sicuro di sé, sorridente, la aiuti a uscire da questo stato di insicurezza e di apatia.
Se tutto questo non basta, corra da un terapeuta!
Auguri.
IMPULSI SESSUALI
#1 06-13-2015, 01:38 PM
Salve! Avrei bisogno di aiuto. Spesso ho questi impulsi sessuali e non riesco controllarmi.sono sposati ma raramente arrivo al orgasmo, penso che il problema sia mio.mi ci vuole troppo tempo per averla, spesso mi capita di passare per strada vedere un bell uomo e inzio a pensarlo nudo e fare l’amore con lui anche dopo due passi non ricordo più la faccia di lui. Sofro troppo sia emotivamente anche fisicamente. Specialmente quando ho questi impulsi. Mio marito lavora sempre, e durante il giorno non c’è. Nei miei principi è troppo sbagliato desiderare un altro uomo, e soffro. Per di più mi masturbo per riuscire a tranquillizzarmi,che quando ho questi impulsi nella mia mente c’è solo questo. Spesso mi porta a vedere pornografia. Ritengo dannosa sia la pornografia sia masturbarsi. Non so piu come fare. Mi sento uno schifo e in colpa. Mi fa rabbia che non sono in grado a controllare il mio corpo, invece i sentimenti controllano me. Non riesco più a ad andare avanti, un consiglio per favore…..
Gentilissima,
Gli impulsi sessuali sono una cosa normale e non c’è nulla di cui vergognarsi. Da quello che dice mi pare di capire che lei non lavori, mentre suo marito sia fuori tutto il giorno. Forse per questa ragione avete una vita intima limitata e insoddisfacente.
Lei dovrebbe parlare con suo marito di questo suo bisogno e cercare di trovare del tempo da dedicare alla vostra vita sessuale. Forse avere qualche occupazione, lavorativa o di volontariato, potrebbe aiutarla a distrarsi un po’.
Se l’autoerotismo sembra tranquillizzarla, continui pure a praticarlo, perché non c’è nulla di male. La pornografia invece sarebbe meglio evitarla perché, diciamo così, difficilmente riesce a rasserenare gli animi inquieti.
Le auguro buone cose.
PSICOLOGIA - SESSUOLOGIA
Come vivere bene, anche se in coppia
Autori: Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta
Terapie Individuali e di Coppia
… DOPO IL BIVIO…
#1 06-11-2015, 04:24 PM
Ho raccontato la mia storia al topic “davanti ad un bivio”: mia moglie dopo moltissimi anni insieme mi confessava di essersi innamorata di un altro……
…sono passati tre mesi…ma questa ossessione non l’ha abbandonata ed ha messo in discussione tutto: gli anni passati insieme, i figli, la sua vita.
Solo la sua ossessione resta costante.
Pochi giorni fa scopro che 2 mesi fa , ovvero 1 mese dopo la sua confessione mi ha tradito con questa persona, anche se non ha avuto rapporti completi.
Poi questa persona non si è fatta più viva e non risponde più ad i suoi messaggi perché afferma che lui la prenderà solo se libera e la scelta di buttare via tutto deve essere solo di mia moglie.
Mia moglie è nella crisi più nera….io sono confuso….non so più che farmene di lei….però ci sono 2 bellissimi figli…non so se possiamo ancora recuperare……
Gentilissimo,
Lo stato di innamoramento, per quanto sia stupendo per chi lo vive, visto dall’esterno va considerato un po’ come una forma di alterazione patologica della mente.
La persona vive con l’ossessione della persona amata, si sente felice solo quando è con lei, dimentica il mondo intorno a sé.
Per uscire da questa condizione vi sono obiettivamente solo due strade: lasciare che questo rapporto si consumi, fino a mostrare anche i suoi aspetti negativi, oppure cercare di distrarre la persona dal pensiero dell’altro, facendola impegnare in qualcosa che le risulti positivo e gradevole (al punto di togliersi l’altro dalla mente).
E’ uno sforzo: indubbiamente si, ma se lei ha due figli bellissimi ai quali vuole regalare una certa stabilità familiare, credo che lei non dovrebbe neanche pensare a cose tipo “non so più che farmene di lei”: lei è la madre dei suoi bellissimi figli, non una persona qualsiasi.
Per fortuna il comportamento dell’altro vi sta aiutando. E’ assai peggio quando il terzo incomodo, pur accorgendosi delle perplessità in cui si dibatte una persona già impegnata in un rapporto di coppia, non capisce che è il caso di farsi da parte.
Molti auguri.
PARENTI INVADENTI DOPO NASCITA BIMBO
#1 06-01-2015, 05:59 PM
Buongiorno,
ho sempre avuto buoni rapporti con i miei suoceri e la famiglia di mia cognata, ma da quando è nato nostra figlia, che non ha ancora un anno, sono assillanti o almeno a me pare che lo siano, soprattutto sua sorella! Loro hanno delle case vicino alla nostra e vengono tutti i fine settimana, prima che il bimbo nascesse andavamo sempre a mangiare dai miei suoceri, prima non mi pesava ma adesso è diventato pesante…
Loro entrano e chiedono se è sveglio, senza neanche salutare, sono sempre sulla soglia di casa, non c’è privacy, posso capire che per loro (tra l’altro per i miei suoceri non è il primo nipote, la sorella di mio marito ha già dei figli) è un nuovo arrivo e gli vogliono dimostrare affetto, ma per me è soffocante!! Abbiamo già avuto diverse discussioni con mio marito che difende la sua famiglia e non capisce il mio punto di vista!
Vorrei solo avere più tempo per noi tre, i miei pur abitando vicino, non sono così assillanti, tengono il bimbo mentre io lavoro, ma quando lui è a casa non sono sempre presenti, mentre la famiglia di mio marito quelle rare volte che è a casa dal lavoro sono onnipresenti.
Forse in parte è colpa mia, avere dato questa abitudine di andare a mangiare, ma ogni tanto vorrei starmene sola con la mia famiglia io, mio figlio e mio marito, con lui i rapporti sono sempre tesi e la sfera sessuale assente.
Ogni volta che ne parliamo con mio marito litighiamo, non capisce che oltre alla sera, il sabato e la domenica sono i soli momenti per noi, è per questo che sollecito uscite domenicale, per avere un po’ di spazio per noi, come farglielo capire e fare in modo che i parenti siano meno stressanti, ho paura che andando avanti le cose peggiorino, io non riesco a nascondere il mio malumore e le cose diventano sempre più difficili, con la bella stagione si fermano in pianta stabile. Ho bisogno di un consiglio, come mi devo comportare con mio marito e i suoi parenti?
Grazie
Gentilissima,
Come giustamente dice, è stata lei ad abituare questi parenti a tenere determinati comportamenti con lei. Si tratta ora di dare loro nuove abitudini (le abitudini possono essere cambiate…), pur con il rispetto che si deve avere per tutti, in primis per suo figlio, che ha diritto di coltivare queste relazioni familiari e di sentire intorno a sé l’attenzione delle persone che gli vogliono bene.
Il problema della mancanza di rapporti con suo marito, seppure sembri collegato al primo, è un problema a sé: invece di parlare male a suo marito della sua famiglia e della invadenza dei suoi parenti, provi a parlargli del suo bisogno di trascorrere da sola con lui un tempo di qualità e gli proponga dei modi e dei tempi per realizzare questo obiettivo, a cominciare da una volta al mese.
Questo peraltro le sarà molto più facile se vi saranno delle persone di fiducia cui affidare il bambino quando voi vorrete stare un po’ da soli.
Credo che mostrare il malumore peggiori solo la situazione: invece di lamentarsi, provi a proporre delle soluzioni, cerchi di affrontare e risolvere i piccoli problemi e poi si impegni gradualmente per risolvere anche quelli più grandi.
A volte, cambiando se stessi si riesce a cambiare anche gli altri.
Saluti cordiali.
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
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