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Come e perché Freud abbandonò l’ipotesi della seduzione infantile
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Sigmund Freud, nel corso dello sviluppo della psicoanalisi, ha attraversato diverse fasi teoriche; uno dei momenti di svolta più significativi fu l’abbandono della teoria della seduzione infantile, inizialmente formulata tra il 1895 e il 1897 e poi sostituita con la teoria della fantasia e del desiderio inconscio. Questa transizione ha avuto profonde implicazioni sulla psicoanalisi, segnando il passaggio da un modello basato su eventi reali a uno centrato sui processi psichici interni.
La teoria della seduzione: il trauma come causa della nevrosi
Inizialmente, Freud era convinto che le nevrosi fossero il risultato di esperienze di seduzione sessuale subite dai bambini da parte di adulti, spesso genitori o figure di riferimento. Secondo questa ipotesi, il trauma dell’abuso sessuale infantile veniva rimosso nell’inconscio e, in età adulta, riemergeva sotto forma di sintomi nevrotici. Questa teoria si basava sulle testimonianze dei suoi pazienti, che sotto ipnosi o nel contesto della terapia psicoanalitica sembravano rievocare episodi di abuso infantile.
Freud presentò questa ipotesi in diverse comunicazioni scientifiche, tra cui la famosa lettera a Wilhelm Fliess del 21 settembre 1897, in cui dichiarava di aver identificato abusi sessuali nei racconti di tutti i suoi pazienti nevrotici.
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L’abbandono della teoria della seduzione
Nel 1897, Freud iniziò a mettere in discussione la validità della teoria della seduzione per diverse ragioni:
- La diffusione dei racconti di abuso: Freud notò che il numero di pazienti che riportavano esperienze di seduzione infantile era sorprendentemente alto. Se la teoria fosse stata corretta, avrebbe implicato un’incidenza di abusi sessuali nell’infanzia molto più elevata di quanto sembrasse plausibile.
- La scarsa verificabilità dei ricordi: molti pazienti riportavano episodi di seduzione solo dopo un lungo lavoro analitico, suggerendo che questi ricordi potessero essere costruzioni tardive piuttosto che eventi reali.
- L’emergere del concetto di fantasia inconscia: Freud si rese conto che i pazienti non stavano necessariamente rievocando ricordi reali, ma esprimevano fantasie inconsce legate alla sessualità infantile. Queste fantasie, spesso di natura edipica, non erano il risultato di esperienze effettive, ma di conflitti psichici interni.
- Il caso dell’isteria maschile: Freud osservò che anche i pazienti di sesso maschile soffrivano di sintomi isterici, nonostante la teoria della seduzione fosse inizialmente formulata in relazione alle donne. Ciò lo portò a ipotizzare che il nucleo della nevrosi non fosse il trauma reale, ma il desiderio inconscio e il conflitto che ne derivava.
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La riflessione di Freud
Come il sogno, nel suo contenuto manifesto, rappresenta l’esaudimento mascherato di un desiderio, così anche il sintomo nevrotico e la nevrosi di traslazione esprimono l’esaudimento mascherato di un desiderio rimosso. Il desiderio rimosso viene spesso sperimentato sotto forma di fantasie infantili: Freud arrivò così gradualmente ad apprezzare il grandissimo significato della fantasia nella vita psichica e nello sviluppo degli esseri umani.
Un’altra conclusione era a questo punto inevitabile: che il bambino ha fantasie sessuali le quali includono desideri di natura proibita o incestuosa. Tali desideri possono essere presentati in forma distorta e mascherata nel materiale dei sogni. Ormai era chiaro che la sessualità svolgeva un ruolo importante, sia durante l’infanzia, sia nell’adolescenza.
Dalla seduzione alla sessualità infantile: la nuova teoria
Dopo aver abbandonato la teoria della seduzione, Freud sviluppò il concetto di sessualità infantile, che divenne un pilastro della psicoanalisi. In questa nuova prospettiva, la nevrosi non era il risultato di un evento traumatico esterno, ma della lotta interna tra desideri inconsci e difese psichiche.
Freud teorizzò che i bambini non fossero esseri asessuali, ma attraversassero fasi di sviluppo libidico (orale, anale, fallica) culminanti nel complesso di Edipo, in cui il desiderio verso il genitore di sesso opposto e la rivalità con il genitore dello stesso sesso giocavano un ruolo centrale. Questo passaggio segnò il definitivo spostamento della psicoanalisi da una teoria del trauma a una teoria del desiderio.
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Implicazioni e controversie
L’abbandono della teoria della seduzione fu uno degli snodi più discussi della storia della psicoanalisi. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Freud abbia ritrattato la sua teoria iniziale per ragioni culturali e sociali: l’idea che l’abuso sessuale infantile fosse diffuso nelle famiglie borghesi del tempo era inaccettabile e avrebbe potuto compromettere la credibilità della psicoanalisi. Altri, invece, sostengono che Freud fece una scoperta fondamentale, spostando l’attenzione dai traumi reali ai processi psichici, aprendo la strada alla comprensione dell’inconscio.
Il crollo dell’ipotesi della seduzione, che era sembrato un ostacolo, divenne infatti una nuova prospettiva di lavoro per Freud: l’accento veniva ora posto sulla sessualità infantile e sulla fondamentale importanza delle pulsioni, come causa della formazione della fantasia e come fonte delle proprietà dinamiche dell’apparato psichico.
Negli ultimi decenni, il dibattito si è riaperto con le ricerche sulla memoria traumatica e le testimonianze di abusi sessuali infantili. Studi contemporanei sulla dissociazione e sui disturbi post-traumatici suggeriscono che, in alcuni casi, ricordi rimossi possano effettivamente riemergere. Tuttavia, la psicoanalisi freudiana rimane centrata sul conflitto inconscio piuttosto che sulla mera ricostruzione storica del trauma.
Fonte principale: Zetzel-Meissner, Psichiatria psicoanalitica, Boringhieri
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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