Chattare: la rinascita della parola scritta
Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Negli anni ottanta c’era chi celebrava il funerale della parola scritta. Ormai, si pensava, le comunicazioni avverranno tutte per via telefonica e televisiva: chi si sognerebbe più di scrivere una lettera d’amore o un biglietto d’auguri?
E invece nel duemila abbiamo fatto un tuffo nel passato, anche se con una tecnologia all’avanguardia, ma anche codici comunicativi e galatei ancora da sperimentare. Con le chat, con gli SMS, ecco rispuntare la parola scritta, dietro la quale qualsiasi persona, anche timida, riesce ad esprimere sé stessa, senza gli impedimenti tipici della realtà, accompagnando i suoi discorsi solo con faccine, o smileys, che pretendono di comunicare uno stato d’animo, come i segni 🙂 o :-(, da guardarsi come faccine sorridenti o tristi, in senso orizzontale.
Ed ecco allora che la rete diventa un modo per veicolare emozioni e sentimenti, specialmente fra le persone timide. Passare un’ora in chat è come andare un’ora al bar a prendere qualcosa con gli amici: si parla del più e del meno, si scambiano opinioni, si conoscono persone nuove con le quali condividere gli stessi interessi. Nelle chat infatti si trovano diverse aree tematiche, per cui ognuno entra nella ‘stanza’ dove ha maggiori probabilità di incontrare persone simili. Del resto solo i più socievoli ed estroversi, oppure le persone con tanto tempo libero, potevano effettivamente permettersi finora di poter incontrare quotidianamente degli amici: la maggior parte delle persone, una volta terminato il lavoro, si dedicavano agli impegni e agli obblighi quotidiani, per poi rilassarsi in modo completamente passivo, davanti alla TV.
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La chat è uno spazio libero, attivo, dove puoi entrare quando vuoi e ‘parlare’ con qualcuno o ‘ascoltare’ quello che dicono gli altri; puoi essere te stesso oppure giocare ad essere un altro. Quando si chatta infatti non trema la voce, non si suda, non si diventa rossi: nel perfetto relax offerto dalla propria abitazione, davanti al computer, con lo stesso strumento col quale magari hai lavorato tutto il giorno o attraverso il quale hai cercato informazioni ‘serie’, ora conversi, coperto dall’anonimato, e puoi metterti finalmente in gioco, se lo vuoi, mostrare il tuo lato debole, parlare dei tuoi sentimenti e delle tue inibizioni, tanto se non ti senti compreso puoi sempre uscire dalla stanza o rientrarci cambiando identità.
Parlare senza potersi servire del linguaggio del corpo era già una cosa difficile con il telefono, che però almeno consentiva di farsi un’idea dell’interlocutore dalle tonalità della sua voce: l’emozione delle chat è allora proprio quella di poter parlare veramente con tutti, anche con quelle persone che forse nella vita non si sarebbero mai avvicinate, persone tanto volgari e maleducate o semplicemente ‘diverse’: di altre città, di un altro partito, di un altro ambiente sociale. I dialoghi che nascono da queste strane relazioni sono infarciti di fraintendimenti, di interpretazioni sbagliate, proprio perché ci arrivano del tutto privi di altri segnali utili per capire la psicologia della persona con la quale stiamo parlando.
Per la verità l’audio ed il video potrebbero essere utilizzati anche in chat: basta installare una videocam, ma sembra che questo modo di conversare in chat non abbia avuto molto successo, perché si viene a perdere quell’anonimato che è il fascino supremo della rete. Quando si chatta infatti ci si sceglie un nick name (e già la scelta di questo soprannome può essere rivelatore della psicologia del personaggio, ma anche del tutto fuoriviante, in quanto magari si può scegliere il nome del nostro eroe, positivo o negativo, oppure ci si può divertire a fare la parte di una persona dell’altro sesso) e si compila un modulo, visibile da tutti, il resumé, cioè una sorta di C.V., dove ognuno rivela alcuni dei suoi dati anagrafici (età, sesso, città di residenza ecc.), che però, come si è detto, non sempre sono veri. Insomma, fra realtà e finzione, ci si conosce, si fa amicizia e magari ci si innamora.
I chatteurs infatti, forse timidi ma non asociali, conoscono le persone in modo virtuale ma, quando le loro amicizie virtuali ‘funzionano’, decidono di conoscersi, dando vita spesso a delle storie profonde e durature d’amore e di amicizia. Essersi incontrati nel web non è come essersi conosciuti in discoteca, questo è sicuro. A differenza di quanto avviene nella realtà infatti, quando ci si conosce in chat la prima cosa che conta non è l’aspetto fisico, il sex appeal, ma i gusti di una persona, i suoi pensieri, la sua vita interiore. Andare a ‘conoscere’ una persona che si conosce già tanto profondamente, con la quale si sa di essere in perfetta sintonia, di avere interessi comuni, di condividere il suo modo di guardare alla vita, consente di apprezzarla di più, di considerarla, anche se poi l’aspetto delude un po’.
Certo, su Internet, proprio perché tutti possono barare, si rischia anche di conoscere delle persone sbagliate, originali, assurde, cui mai si sarebbe data confidenza nella vita reale. Proprio per evitare la delusione del primo incontro tuttavia, dalla chat si passa in genere al telefono, poi c’è lo scambio di fotografie o di videofilmati e quando ci si incontra davvero non ci si sente certo delle persone ‘estranee’ . C’è poi il discorso della dipendenza: la curiosità le forti sensazioni, le nuove amicizie diventano prima o poi una specie di droga che ti lega al computer e ti fa dimenticare la vita reale: così banale, così ripetitiva!
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Internet può essere considerata la nuova ‘livella’, prima ancora di quella che conosciamo tutti e di cui parlava Totò: le differenze in fatto di aspetto fisico non si notano più, i bassi conversano con gli alti ed i grassi con i magri, gli imberbi ed inesperti ragazzi pieni di brufoli con le top model, i milanesi con i palermitani, i ricchi con i poveri ecc.
Vivere al tempo della chat insomma è sicuramente più facile e usufruire di questo mezzo può sicuramente avere anche una valenza terapeutica, data la possibilità di chattare non solo con altre persone, ma con psicoterapeuti che possono comprendere i tuoi problemi e magari darti dei consigli. Non si pensi comunque di aver risolto, attraverso la chat, tutti i problemi e le inibizioni : chi è timido infatti, può avere problemi anche nella chat: quanti, ad esempio, hanno effettivamente il coraggio di scrivere ad una ragazza con la quale conversano on line in tre o quattro, di raggiungerlo in una stanza privata?
Ma non c’è paura, prima o poi quel tipo riuscirà a dire qualcosa di intelligente e qualcuno se ne accorgerà….
Giuliana Proietti
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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