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Bambini vittime di abuso
Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta
L’abuso sui minori è una delle forme più gravi di violenza, con conseguenze profonde sullo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino. Le vittime di abusi possono manifestare sintomi come ansia, depressione, disturbi del comportamento e difficoltà relazionali, con un impatto che può estendersi fino all’età adulta. In Italia, la tutela dei minori vittime di violenza è regolata da diverse normative che mirano a proteggere i bambini e a punire i responsabili degli abusi. Cerchiamo di saperne di più.
L’abuso sui minori: definizione e conseguenze psicologiche
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’abuso infantile come «tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emotivo, abuso sessuale, negligenza o sfruttamento commerciale che causano danni alla salute, alla dignità o allo sviluppo del bambino».
Le principali forme di abuso sono le seguenti:
- Abuso fisico: qualsiasi atto che provochi danni fisici intenzionali. Ad esempio, si ha violenza fisica quando il bambino viene picchiato, ferito, drogato ecc. dai genitori o da altri adulti;
- Abuso psicologico: comportamenti che danneggiano l’autostima e il benessere psicologico del bambino, come umiliazione della vittima, stato di soggezione provocato attraverso il sarcasmo, la minaccia, la critica ingiustificata, le grida, ecc.;
- Abuso sessuale: coinvolgimento del minore in attività sessuali inappropriate per la sua età e il suo sviluppo. Oltre agli atti sessuali veri e propri, è considerata violenza sessuale anche lo spingere un minore verso la pornografia, sia in forma attiva che passiva.
- Negligenza, o condotte omissive: mancanza di cure adeguate che compromette la salute e la sicurezza del bambino. Ad esempio, quando ad un bambino si fanno mancare affetto, cure, attenzioni e/o lo si abbandona a sé stesso.
Fatti accertati da tenere presenti:
– I bambini che subiscono abusi e violenze nella maggior parte dei casi diventano loro stessi degli abusanti in età adolescenziale o adulta;
– Sebbene i genitori ritengano che i pericoli siano esterni alla famiglia e alla cerchia di persone che si frequentano, è importante ricordare che la maggior parte degli abusi subiti dai bambini avvengono per opera di qualcuno che li conosce bene e li frequenta;
– I bambini sono particolarmente vulnerabili rispetto alla violenza ed hanno una probabilità di essere uccisi che è cinque volte superiore rispetto ad altre fasce di età (Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità quasi 60.000 bambini sono stati uccisi solamente nell’anno 2000);
– Otto bambini su dieci di quelli che hanno sperimentato un abuso fisico hanno anche assistito a scene di violenza fra genitori.
La rivelazione
Si può conoscere un caso di abuso attraverso la rivelazione esplicita da parte della vittima, o attraverso un’informazione diretta, più o meno anonima, sull’abuso. Se vi è stata una rivelazione esplicita, occorre sempre anzitutto accertarsi che le informazioni ricevute dal bambino siano vere.
A volte infatti il minore potrebbe essere rimasto suggestionato da scene viste in televisione, o da racconti di bambini più grandi, così come potrebbe non aver capito a fondo il significato reale di ciò che gli è accaduto.
Stessa cosa quando siamo di fronte ad un adolescente, che potrebbe avere interesse a “creare ” un caso di abuso, per colpire o danneggiare un amico, un insegnante, un genitore. Durante la fase della ‘rivelazione’ occorre garantire al minore l’esperienza di ascolto e di accoglimento dei sentimenti e delle emozioni legate al racconto dell’abuso, per evitare che il doveroso accertamento della verità diventi per il bambino solamente una dolorosa rievocazione dei fatti.
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Evidenze oggettive
Per sapere se vi è stato un caso di abuso sessuale su un minore occorre anzitutto esplorare i fatti raccogliendo le “evidenze oggettive” come ad esempio la visita medica. Molti bambini tuttavia non presentano segni fisici di violenza dato che spesso l’abuso che subiscono non ha carattere violento, ma consiste in pratiche sessuali (baci, manipolazioni, carezze, rapporti orali, ecc.) che non danno l’opportunità di essere dimostrate a posteriori. A volte possono essere semplicemente non più riconoscibili, dato il tempo trascorso: per questo motivo si raccomanda un esame obiettivo del medico entro 72 ore.
Osservazione di comportamenti inconsueti
A volte il sospetto di un presunto abuso può nascere in seguito all’osservazione di comportamenti inconsueti: ad esempio una bambina sempre brava a scuola, attenta ed interessata allo studio, potrebbe cominciare a fare assenze inspiegabili a scuola, racconti o disegni con espliciti riferimenti sessuali, ecc. Oltre a queste informazioni indirette o mascherate sull’abuso, vi sono una serie di piccoli e grandi segnali che occorre conoscere e tenere sotto osservazione.
Segni fisici:
– Contusioni, graffi, morsi, segni di afferramento
– Sintomatologia fisica o prurito nell’area genitale
– Difficoltà di deambulazione
– Difficoltà nel mantenimento della posizione seduta
– Biancheria intima macchiata, strappata
– Tracce di sangue o di liquido seminale sugli indumenti o sulla cute
– Gravidanza nella primissima adolescenza in assenza di partner noto
– Pubertà precoce
Segni individuabili con esame clinico:
– Presenza di tracce di sperma nella vagina o nel retto
– Presenza di corpi estranei uretrali , vaginali e/o rettali;
– Lesioni genitali e/o anorettali
– Dilatazione vaginale o uretrale ingiustificata
– Infiammazioni, emorragie senza cause organiche evidenti
– Manifestazione di malattie infettive a trasmissione sessuale (gonorrea, clamidia, conditomi acuminati, sifilide, HIV, ecc)
Segni nel comportamento:
– Passività, paura, sfiducia verso gli adulti
– Conoscenze e comportamenti sessuali inadeguati per l’età
– Difficoltà a relazionarsi con i coetanei (atteggiamenti aggressivi, disinteresse verso attività ludiche)
– Atteggiamenti seduttivi verso gli adulti
– Calo del rendimento scolastico
– Difficoltà di linguaggio e dell’attenzione
Altri sintomi:
– Disturbi del sonno (insonnia, incubi anche a sfondo sessuale; pavor nocturnus)
– Disturbi dell’alimentazione
– Disturbi del controllo degli sfinteri (enuresi, encopresi)
– Ansia
– Depressione
– Fobie
– Sintomi ipocondriaci
– Rituali ossessivi (legati soprattutto alla pulizia personale)
– Disturbi psicosomatici del tratto gastroenterico
Indicatori prevalenti in adolescenza
– Fughe
– Condotte devianti
– Abusi di sostanze
– Condotte autolesionistiche, tentati suicidi
– Sessualità precoce e promiscua
– Inibizione sessuale
– Rifiuto sessuale
Prove testologiche
Uno dei test diagnostici più spesso utilizzati, soprattutto nel mondo anglosassone, per tentare di capire se un bambino può aver subito violenza è quello delle bambole. L’uso del test si basa sul presupposto che i bambini abusati abbiano un modo diverso di manipolare le bambole. Alcuni studi però dimostrano che tale discriminazione non è possibile (vedi Ceci e Bruck 1995), in quanto è nella natura dei bambini esplorare e manipolare gli oggetti.
Molto più significativi sono invece i disegni (la consegna può essere di disegno libero oppure di rappresentazione della famiglia o di emozioni, come la paura, ecc.) Ci sono dati a favore del fatto che nei disegni di bambini abusati compaiono più di frequente i genitali e le figure vengano altamente sessualizzate.
Effetti sui processi evolutivi del bambino
Qualsiasi forma di violenza costituisce un attacco destabilizzante alla personalità in formazione del minore. Un’esperienza stressante e traumatica può produrre disturbi psicopatologici o di devianza in età adulta. Naturalmente non tutti i bambini abusati diventeranno a loro volta dei violenti o dei pedofili, tuttavia, se non verranno aiutati, porteranno per tutta la vita il peso dell’abuso e dei traumi subiti.
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La normativa italiana a tutela dei minori
Il diritto italiano prevede strumenti di tutela specifici per i minori vittime di abusi, garantendo protezione e giustizia. Le principali disposizioni normative sono:
- Artt.365 c.p. e 334 c.p.p. – Obbligo di referto da parte degli operatori sanitari che, nell’esercizio della propria professione, abbiano prestato la propria opera o assistenza in casi che possono presentare i caratteri di un delitto procedibile d’ufficio.
- Art. 572 del Codice Penale – Maltrattamenti contro familiari e conviventi
Questo articolo punisce chiunque maltratti una persona della famiglia o convivente, compresi i minori, con pene che vanno dai tre ai sette anni di reclusione. - Art. 609-bis e seguenti del Codice Penale – Reati di violenza sessuale
L’articolo 609-bis punisce con la reclusione da sei a dodici anni chiunque costringa un’altra persona a compiere o subire atti sessuali mediante violenza, minaccia o abuso di autorità.
L’articolo 609-quater prevede un aumento della pena se la vittima è un minore di 14 anni. - Art. 609-decies – Obbligo di segnalazione per i pubblici ufficiali
Medici, insegnanti e assistenti sociali hanno l’obbligo di segnalare situazioni di abuso o maltrattamento ai servizi sociali o all’autorità giudiziaria. - Legge 172/2012 – Ratifica della Convenzione di Lanzarote
Questa legge ha rafforzato la protezione dei minori introducendo norme più severe contro lo sfruttamento sessuale e il materiale pedopornografico. - Codice Rosso (Legge 69/2019)
Ha introdotto procedure accelerate per i reati di violenza domestica e sessuale, garantendo una maggiore tutela per le vittime, compresi i minori.
Interventi psicologici e protezione del minore
Il percorso di protezione del bambino vittima di abusi prevede diversi interventi:
- Segnalazione e indagini: in caso di sospetto abuso, il Tribunale per i Minorenni può disporre indagini e misure di protezione.
- Sostegno psicologico: il minore deve essere seguito da professionisti per elaborare il trauma e prevenire conseguenze a lungo termine.
- Allontanamento dal contesto abusante: se il minore è in pericolo, può essere collocato in una comunità protetta o affidato a parenti idonei.
Dr. Walter La Gatta
Una intervista sull'ipnosi
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Image by Madalin Calita from Pixabay
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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