Doppia personalità e casi giudiziari
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L’alterazione della personalità si riferisce a un cambiamento significativo e persistente nei tratti o comportamenti caratteristici di una persona.
Questo fenomeno può essere causato da diversi fattori, tra cui traumi psicologici, disturbi mentali come il disturbo di personalità borderline o narcisistico, uso di sostanze o malattie neurologiche. Se una persona soffre di questi disturbi deve essere punita?
Cerchiamo di saperne di più.
Dr. Jekill e Mr. Hyde: un caso emblematico di doppia personalità?
Si. Ne “Lo strano caso del Dr. Jekill e Mr. Hyde” di Robert Louis Stevenson (1850-1894) viene ben descritto il caso della doppia personalità, che tanto ha interessato gli psicologi e gli psichiatri, soprattutto nell’800.
Nel romanzo, il Dr. Jekyll, dopo aver sperimentato su di sé una pozione, subisce una trasformazione tale da far emergere una sua seconda natura, attratta dal male, la quale riesce a soppiantare completamente la propria identità personale.
Durante l’effetto della pozione, Jekyll si trasforma senza volere in un altro essere, con diverso corpo e diversa psiche. La sua prima identità rimane quella tipica del dottor Jekyll: un uomo alto, educato, di buoni principi morali e solidale con i suoi concittadini; la sua seconda identità, quella di mister Hyde, appartiene ugualmente a Jekyll, ma è un’identità nascosta, in genere soppiantata dalla prima, per cui in genere incapace di esprimersi.
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Stevenson, nello scrivere questo romanzo, si ispirò a teorie psicologiche esistenti?
Si. La descrizione di Mr. Hyde è sicuramente ispirata alle teorie di Cesare Lombroso (1835-1909), il quale sosteneva che l’origine del comportamento criminale fosse insita nelle caratteristiche anatomiche degli individui.
Mr. Hyde viene infatti descritto come un tipo basso, più giovane del dottor Jekyll, ma gobbo, con braccia corte, mani pelose e tozze, con istinti, intelligenza ed energie tutte inclinate verso il male, la soddisfazione egoistica, la violenza e l’asocialità.
Per quale motivo nell’Ottocento era frequente parlare di “doppia” personalità?
Perché nell’Ottocento l’interesse per la doppia personalità fu molto alimentato dalla diffusione dell’ipnosi: si pensava infatti che questa tecnica avesse potuto spingere le persone a fare azioni che allo stato vigile non avrebbero mai compiuto.
A questo si aggiunsero le teorie psicoanalitiche: medicina e diritto fino a questo punto avevano concordato nel considerare l’individuo “signore delle proprie azioni”, con unità di comportamento e di idee.
Con la nascita della psicoanalisi e la pratica dell’ipnosi questa certezza fu messa per la prima volta in discussione. (“L’Io non è signore a casa sua”, diceva Freud).
Le persone cui veniva attribuita questa doppia personalità, in caso di comportamento criminale, venivano punite?
Vi erano diverse scuole di pensiero. Per quanto riguarda il sonnambulismo, ad esempio, alcuni autori ritenevano che chi commetteva un crimine in questo stato alterato della mente dovesse essere punito, ma in maniera lieve, in quanto il suo comportamento era comunque una rappresentazione dell’idea malvagia che il soggetto doveva aver per forza coltivato nella condizione di veglia: per questo motivo l’assoluzione completa non poteva esserci.
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Ci sono storie di persone condannate per alterazione della personalità?
Si. Leggendo la cronaca del tempo, si incontrano fatti come quello del dentista che venne condannato a 12 anni di lavori forzati perché ritenuto colpevole di aver ipnotizzato una sua giovane paziente e di averla messa incinta. (Lui peraltro confessò, pur dicendo che la ragazza era consenziente, mentre la ragazza sosteneva di essere stata violentata sotto ipnosi).
Un altro caso del tempo fu quello di un girovago che non aveva fissa dimora e che si recò in una casa di contadini, seducendo la loro figlia nubile e attempata, scappando di casa con lei, fino a che la coppia non venne ritrovata e lui arrestato. Anche in questo caso la donna raccontò di essere stata ipnotizzata (e per questo lui venne condannato a 30 anni di lavori forzati).
E’ ugualmente famoso il caso di Felida, osservato dal dott. Eugène Azam (1822-1899). Felida, nata a Bordeaux nel 1843, era una ragazza molto intelligente, ma nervosa, malinconica, taciturna. A 14 anni veniva presa quasi ogni giorno da un acuto dolore alle tempie che la faceva addormentare, senza possibilità di svegliarla, né con rumori, né con punture. Quando si risvegliava era completamente cambiata: felice, sana, socievole.
Prima della rivoluzione francese il caso sarebbe stato affidato ad un esorcista, ma Azam seguì invece questa paziente per diversi anni e ne scrisse nel libro “Hypnotisme et double conscience” (F. Alcan Paris 1893), introducendo la sindrome della doppia personalità, o “split personality”.
In passato, se una persona commetteva un delitto, come ci si comportava per comprendere se avesse subito una alterazione di personalità?
Sono stati utilizzati vari mezzi, più o meno scientifici. Il diritto ha riconosciuto il valore dell’ipnosi, se non altro quando ha cercato di utilizzarla, ad esempio nell’indurre la persona a confessare il delitto commesso, o a ricordare eventi traumatici di cui potrebbe essere stato utile testimone.
Spesso nei tribunali si è ricorsi anche ad esperti di parapsicologia o chiaroveggenti, persone cioè che sembravano essere capaci di vedere al di là dei limiti fisici, con una sensibilità considerata più ampia.
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Oggi cosa si pensa della responsabilità penale e della capacità di intendere e di volere di una persona?
Oggi il sistema legale, nella maggior parte dei paesi, si basa sul principio che una persona può essere considerata penalmente responsabile di un crimine solo se ha la capacità di “intendere e volere”, ossia se è in grado di comprendere la natura del proprio comportamento e di controllarlo.
Esistono problematiche cerebrali di origine organica che possono influenzare questa capacità?
Si, ad esempio alcune patologie possono alterare l’autocontrollo, la percezione della realtà o la capacità di distinguere tra il bene e il male.
Quali condizioni organiche possono influenzare il comportamento?
Alcuni esempi di condizioni organiche che possono influenzare il comportamento sono:
– Lesioni cerebrali traumatiche: Danneggiamenti al lobo frontale del cervello, che possono portare a comportamenti impulsivi, difficoltà nel controllo delle emozioni e atti antisociali.
– Tumori cerebrali: Tumori che colpiscono aree del cervello legate al controllo emotivo e al comportamento, come il lobo frontale o il sistema limbico, possono causare cambiamenti nella personalità e comportamenti criminali.
– Malattie neurovegetative: Condizioni come la malattia di Huntington o la demenza possono alterare le funzioni cognitive e portare a comportamenti aggressivi o irresponsabili.
– Epilessia: Alcune forme di epilessia possono causare cambiamenti nella percezione della realtà, portando a comportamenti fuori dal controllo della persona.
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ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
E’ giusto punire una persona i cui atti criminali siano causati da problemi cerebrali sui quali non ha controllo?
Nel campo della neuroetica, si discute molto su questi temi. Molti esperti sostengono che in questi casi l’individuo dovrebbe ricevere trattamenti medici e non essere sottoposto a sanzioni penali.
Tuttavia, non si può ignorare il fatto che tali individui possono rappresentare un pericolo per la società, motivo per cui è importante bilanciare la necessità di trattamento con la protezione della comunità.
Concludendo, la valutazione del comportamento criminale va analizzata caso per caso. In generale, se si dimostra che una condizione cerebrale ha compromesso la capacità di intendere e volere della persona, la responsabilità penale potrebbe essere ridotta, ma questo non esonera necessariamente l’individuo da tutte le conseguenze legali. Spesso, il trattamento medico diventa parte integrante della soluzione, insieme a eventuali misure di sicurezza per la protezione della società.
Vi sono casi giudiziari moderni accertati di persone che potrebbero aver commesso un reato per motivazioni che non dipendevano dalla loro volontà?
Si. Un esempio famoso è il caso di Charles Whitman, che nel 1966 uccise 16 persone a Austin, in Texas. Dopo la sua morte, si scoprì che Whitman aveva un tumore al cervello, che probabilmente aveva influenzato il suo comportamento violento.
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
Per appuntamenti:
347 0375949 (anche whatsapp)
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