1907 Congresso di Amsterdam: Jung fece una ‘pessima impressione’
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Sopra Freud in una foto da lui inviata a Jung
L’estate del 1907 fu un periodo cruciale per Carl Gustav Jung, segnato dalla sua partecipazione al Primo Congresso Internazionale di Psichiatria, Neurologia, Psicologia e Assistenza ai Malati di Mente ad Amsterdam. Questo evento rappresentò un’opportunità significativa per Jung di presentare le teorie di Sigmund Freud a una platea internazionale di esperti. Tuttavia, il compito non era privo di sfide, data la natura complessa e, a quel tempo, impopolare delle idee freudiane. Raccontiamo come andò.
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Contesto Storico
Nel 1907, la psicoanalisi era ancora una disciplina emergente e controversa. Le teorie di Freud sulla sessualità infantile, l’inconscio e l’interpretazione dei sogni erano accolte con scetticismo e resistenza dalla comunità scientifica tradizionale. Freud, ben consapevole delle difficoltà di diffondere le sue idee, vedeva in Jung un alleato prezioso capace di mediare tra la psicoanalisi e il mondo accademico.
Jung, che aveva già stabilito una corrispondenza con Freud e lo aveva incontrato a Vienna, era convinto del valore delle teorie freudiane e desiderava presentarle in modo convincente. La sua partecipazione al congresso di Amsterdam rappresentava dunque un’occasione per legittimare la psicoanalisi di fronte a una platea internazionale di professionisti della salute mentale.
Freud e Jung
Freud era ottimista, scrisse infatti a Jung: “La sua Conferenza di Amsterdam sarà una pietra miliare nella storia, e in fin dei conti è soprattutto per la storia che stiamo lavorando” (S. Freud, C. G. Jung. Lettere fra Freud e Jung 1906-1913; Boringhieri).
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Il Congresso di Amsterdam
Il Congresso di Amsterdam cominciò la mattina del 4 Agosto con il discorso dello psichiatra tedesco Gustav Aschaffenburg, che attaccò la teoria freudiana dell’isteria e la sua enfasi sulla sessualità. Subito dopo prese la parola Jung.
Alla conferenza, Jung affrontò il compito con serietà e determinazione. La sua principale preoccupazione era rendere le teorie di Freud accettabili e comprensibili per un pubblico che poteva essere ostile o scettico.
Consapevole della necessità di supportare le teorie con dati empirici, Jung portò con sé casi clinici e risultati di ricerche che illustravano i principi freudiani in azione. Questo approccio mirava a dimostrare la validità delle idee di Freud attraverso esempi concreti.
Jung cercò anche di collegare le teorie freudiane a concetti già accettati nella psichiatria e psicologia contemporanea. Questo sforzo di mediazione culturale intendeva ridurre la percezione delle teorie come radicali o rivoluzionarie, presentandole invece come un’estensione naturale delle conoscenze esistenti.
Jung continuò a parlare oltre il tempo previsto e non accennò a smettere, fino a che il presidente dell’assemblea glielo impose, al che Jung uscì precipitosamente dalla stanza.
Testimone della scena fu il giovane neurologo gallese Ernest Jones, il quale ebbe poi a parlare de: “La pessima impressione che il suo comportamento fece ai presenti, già spazientiti e pieni di pregiudizi…” (Ernest Jones, Vita e opere di Freud, Garzanti).
Nel pomeriggio Jung scrisse al suo maestro definendo i congressisti ‘una banda di tagliagole’ o anche ‘dei codardi, appiccicati alle code del più grasso che gli sta vicino… Gente spaventosa, capace solo di dire un mare di stupidaggini e assurdità.
La risposta di Freud
Freud gli rispose dicendo che bisognava continuare a lavorare, cercando di limitare al massimo i litigi. Riportiamo una sintesi della lettera del 19 settembre 1907, che Freud. da Roma. scrisse a Jung.
Caro collega,
Arrivando qui ho trovato la sua lettera, relativa agli ulteriori sviluppi del Congresso. Non mi ha depresso e sono contento nel constatare che neanche lei è depresso. Credo che su di lei questa esperienza si rivelerà nel tempo molto positiva. Per quanto mi riguarda, il mio rispetto per la nostra causa è cresciuto. Mi sembrava strano che avremmo ottenuto il riconoscimento per la nostra attività solo dopo dieci anni, ma vede che le sue tattiche sono state irrealistiche, quella gente non vuole essere illuminata. Ecco perché sono incapaci di comprendere anche le cose più semplici. Se un giorno decidessero di comprendere, vedrà che niente sarà così complicato per loro. Per il momento non c’è niente altro da fare che continuare a lavorare e discutere il meno possibile.
Fonti:
Donn, Freud e Jung, Leonardo
S. Freud, C. G. Jung. Lettere fra Freud e Jung 1906-1913; Boringhieri
Ernest Jones, Vita e opere di Freud, Garzanti
Link: Pep Web
Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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